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Piano Protezione civile, “Rinascita per Zambrone” contesta la seduta di Consiglio

I consiglieri Mariella Epifanio, Amelia Conca e Fabio Cotroneo: «Appena 24 ore per analizzare mappe e report di un territorio che pochi giorni prima, a causa delle abbondanti piogge, ha manifestato tutte le criticità legate al suo stato di abbandono»

Piano Protezione civile, “Rinascita per Zambrone” contesta la seduta di Consiglio
Da sinistra Conca, Cotroneo ed Epifanio

«Viene convocato con richiesta del sindaco al presidente del Consiglio, una seduta urgente di consiglio comunale straordinario, sull’approvazione del Piano di sicurezza comunale della Protezione civile. Appena 24 ore per analizzare mappe e report di un territorio che appena pochi giorni prima, a causa delle abbondanti piogge, ha manifestato tutte le criticità legate al suo stato di abbandono. Una convocazione fatta quando già si sapeva dell’assenza di alcuni consiglieri. Forse un’opposizione superficiale, avrebbe acconsentito ad un Consiglio lampo e magari anche approvato o fatto approvare dai presenti, un piano di sicurezza senza dare neanche un’occhiata alle carte, senza pensare che da ogni si o no, può dipendere l’incolumità di altre persone. Ma chi ricopre un ruolo pubblico ha responsabilità  precise sul territorio di competenza e sulla sicurezza di chi vi abita». Lo affermano i tre consiglieri di minoranza del gruppo “Rinascita per Zambrone” Mariella Epifanio, Amelia Conca e Fabio Cotroneo, i quali ricordano di avere «contestato una convocazione dichiarata urgente senza darne opportuna motivazione scritta e senza dare possibilità, di visionare in tempi ragionevoli, tutti i documenti relativi. Il diritto di accesso agli atti». [Continua in basso]

Contestazione che «ha spinto il sindaco di Zambrone, Corrado L’Andolina, e la sua maggioranza, a fare un clamoroso passo indietro e a posticipare di sette giorni l’adunanza che avrebbe avuto come unico punto all’ordine del giorno, l’approvazione del piano di emergenza. L’accesso agli atti  – aggiungono i tre  – ha svelato criticità e omissioni che secondo l’opposizione, non erano meritevoli di approvazione come ad esempio, il copia incolla di un Piano di emergenza identico quasi completamente a l’ultimo del 2012 (ben 10 anni in cui un territorio cambia nella sua morfologia e nel suo assetto urbano), privo di immobili di ultima costruzione, con punti di raccolta situati in un parcheggio stretto con unico accesso, vicino ai binari della stazione e con un grande muro che lo sovrasta. Un parcheggio che avrebbe dovuto contenere la popolazione invernale della zona marina, come affermato dallo stesso sindaco in consiglio. E durante un’emergenza nel periodo estivo con le migliaia di persone che affollano le strutture ricettive della costa, come ci si sarebbe comportati? Un altro punto di raccolta – fanno notare sempre i tre esponenti della minoranza –  che «coincide con uno stadio (abbandonato), da anni ormai  irraggiungibile a causa prima, dello stato precario in cui versava la strada comunale e da circa un paio d’anni, dal cantiere iniziato e bloccato diverse volte, che rende di fatto impraticabile la strada e a rischio la percorribilità di quelle che in qualche modo la intersecano, a causa del fiume di fango e detriti che da questa arrivano ogni volta che piove. E tra le altre cose, quello che è saltato agli occhi è stata la realizzazione di un’opera pubblica pagata con fondi comunali, sopra un terreno classificato R2, frana quiescente. I consiglieri comunali rappresentano la comunità ed esercitano le loro funzioni senza vincolo di mandato, con piena libertà di opinione e di voto. Sono responsabili dei voti che esprimono sui provvedimenti deliberati dal Consiglio e il loro compito è quello di fornire indirizzo e controllo politico-amministrativo al Comune. Per quanto sia un compito di tutti i consiglieri, di norma sono quelli di minoranza a trovarsi maggiormente impegnati nell’esercizio delle funzioni di controllo. Ed è necessario che la tendenza a quel “si è sempre fatto così” cambi, affinché si faccia tutto quello che è umanamente possibile, per evitare che altre tragedie, altri disastri si verifichino. Il diritto al dissenso è sacro e se serve a salvare vite umane o a diventare forza motrice per strutturare una nuova e più responsabile società, deve essere esercitato in piena libertà. Non è più tempo di girarsi dall’altra parte, né di delegare altri per ciò che può essere migliorato da questa generazione di rappresentanti politici.  La politica inizi a prendersi le sue responsabilità, ad ogni livello per tutelare il nostro paese, da nord a sud, da est ad ovest. Nessun condono – concludono i tre consiglieri – potrà ridare dignità alla coscienza di chi qualcosa poteva farla e non l’ha fatta».

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