Povertà: dal Comune di Filadelfia opportunità di lavoro per favorire i diritti
L’amministrazione comunale verso la predisposizione di un Avviso pubblico per la formazione di una graduatoria per l’erogazione di diciotto borse lavoro
Il Comune di Filadelfia in aiuto delle persone che vivono in condizioni di estremo disagio sociale ed economico. La giunta comunale ha, infatti, demandato al responsabile dell’Area tecnica dell’ente il compito di predisporre apposito Avviso pubblico per la formazione di una graduatoria per l’erogazione di diciotto borse lavoro della durata di venti giorni per ciascun lavoratore e, comunque, per 80 ore complessive, a favore dei soggetti che presentino situazioni di disagio economico e familiare. In particolare – spiega la giunta nella delibera approvata per dare il via libera al progetto -: ci si rivolge a «disoccupati, soggetti che vivono in situazioni reddituali al di sotto della soglia di povertà e che rendano difficile il loro inserimento lavorativo, dando atto che tali soggetti saranno impiegati in compiti di pubblica utilità e prevedendo un sussidio di 500,00 euro oltre posizione assicurativa Inail».
La decisione dell’esecutivo, presieduto dal sindaco Anna Bartucca, in quanto – viene annotato sempre nella delibera licenziata dalla giunta comunale – «per finalità istituzionali l’ente è chiamato ad intervenire in tutte le situazioni sociali di bisogno con l’obiettivo di rimuovere ogni ostacolo per favorire la promozione dei diritti di ogni singolo cittadino, primo fra tutti il diritto ad una esistenza libera e dignitosa e sufficiente a garantire il minimo di condizioni di vivibilità degne di un essere umano. Tenuto conto anche del fatto che non sempre l’individuo riesce a raggiungere livelli accettabili di esistenza per problemi legati o al disagio economico in senso stretto (disoccupazione) o a situazioni personali di vissuto problematico (malattie, problemi piscologici, sbandamenti)». [Continua in basso]
Detto questo, dunque, la giunta per l’attuazione del progetto ha fatto riferimento alla Legge Quadro di riforma dell’assistenza che «ha introdotto il principio dell’inclusione sociale, mirando ad una nuova strategia del sociale fondata sulla promozione dell’individuo nella pienezza delle sue potenzialità e dei suoi diritti, superando ogni forma di assistenzialismo. La suddetta Legge Quadro contiene, inoltre, – è scritto ancora nella delibera -un insieme articolato di misure volte a garantire la qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e diritti di cittadinanza, a prevenire, eliminare o ridurre le condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio individuale e familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia». In particolare, – viene ricordato dall’esecutivo – «competono ai Comuni le spese per l’attivazione degli interventi e dei servizi sociali a favore della persona e della comunità. Uno dei mezzi, quindi, atto a favorire l’inclusione sociale è un contributo economico condizionato, perché elargito a fronte di una breve prestazione lavorativa per utilizzo in compiti di pubblica utilità, cioè la cosiddetta borsa lavoro, che pertanto rappresenta un contributo straordinario che, oltre a fornire un aiuto economico a soggetti in difficoltà, rappresenta anche l’opportunità di una esperienza lavorativa mirante a raggiungere l’obiettivo dell’inclusione sociale».
La borsa lavoro, infine, è lo strumento che permette al soggetto adulto, in situazioni di disagio e di marginalità anche dal mondo del lavoro, «di realizzare un percorso tale da garantire un sostegno e favorire l’esecuzione di prestazioni e il raggiungimento di una maggiore autonomia personale, consentendo – si legge infine nella delibera – nel contempo all’amministrazione di raggiungere specifici obiettivi di interesse pubblico e generale».
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