‘Ndrangheta: scacco al clan Bellocco di Rosarno, coinvolti anche alcuni vibonesi
Gli arrestati sono 65. Interessati pure il clan Lamari di Laureana e Spada di Ostia. Associazione mafiosa e traffico di stupefacenti i principali reati contestati
Maxi-operazione dei carabinieri con due operazioni contro la ‘ndrangheta: i militari del Gruppo di Gioia Tauro hanno eseguito 65 arresti – 47 in carcere, 16 ai domiciliari – e due obblighi di dimora, oltre al sequestro di una ditta attiva nello sfruttamento delle risorse boschive per un valore di 700.000 euro. I Ros di Brescia hanno invece eseguito 13 arresti – 12 in carcere, uno ai domiciliari. Le cosche colpite sono i Bellocco di Rosarno, gli Spada di Ostia (due destinatari di misura), i Lamari di Laureana di Borrello e i Pesce di Rosarno. Per la parte bresciana, il Ros ha operato insieme alla Guardia di finanza un sequestro preventivo di imprese, beni immobili e quote societarie per un valore di circa cinque milioni di euro.
Le accuse nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria sono: associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni, usura e danneggiamenti aggravati dalle finalità mafiose, riciclaggio e autoriciclaggio, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. L’indagine è stata svolta dal Nucleo Investigativo dei carabinieri di Gioia Tauro tra il settembre 2019 e l’agosto 2020 nei confronti di elementi di spicco della cosca Bellocco (al vertice della ‘Società di ‘ndrangheta Rosarno’, con interessi sull’intero territorio nazionale e in diversi Paesi esteri). Il provvedimento dell’autorità giudiziaria ha determinato, inoltre, il sequestro preventivo di una ditta attiva nel settore dello sfruttamento delle risorse boschive (taglio, trasporto e trasformazione del legno), utilizzata per agevolare le attività criminali della cosca, il cui valore complessivo è stimato in 700.000 euro. [Continua in basso]
A Brescia, i Bellocco avevano insediato una loro ‘testa di ponte’, imponendosi con minacce, aggressioni, prestiti a usura, violazioni delle leggi tributarie e in materia di lavoro. Carabinieri e Fiamme Gialle, con l’operazione ‘Blu Notte’, che riguarda un periodo compreso tra il 2019 e il 2020, hanno ricostruito l’organigramma dei Bellocco – una delle tre cosche di ndrangheta di Rosarno – e delle ‘famiglie’ loro associate (i Pesce e i Pisano), capeggiata dal defunto capo bastone Umberto Bellocco, deceduto qualche mese fa.
Le redini del ‘comando’, secondi gli inquirenti, sarebbero passate consegnate al nipote omonimo, Umberto Bellocco, 39 anni, detto ‘U chiacchera’, figlio di Pino Bellocco (detenuto all’ergastolo e fratello del defunto Umberto). Anche dal carcere, il vecchio boss Umberto Bellocco, secondo gli investigatori, avrebbe continuato a ‘consigliare’, minacciare, dare ordini ai parenti all’esterno attraverso l’uso di telefoni cellulari che riusciva ad avere a disposizione anche in cella, soprattutto durante i summit di ‘ndrangheta negli agrumeti di Rosarno, dove venivano convocati gli operatori economici e gli agricoltori ‘riottosi’ che non volevano pagare la tangente alla ‘famiglia’: una dimostrazione di potere smisurato nei confronti dei minacciati, costretti a versare la ‘mazzetta’ alla bacinella della cosca.
Gli arrestati e l’alleanza con gli Spada di Ostia
E proprio sulla spartizione dei proventi milionari illeciti che la cosca Bellocco, negli ultimi anni aveva mostrato le prime crepe, con frange insoddisfatte e conseguenti potenziali sanguinosi conflitti, anche tra parenti diretti.
Oltre che con le cosche della Piana di Gioia Tauro e della Calabria, i Bellocco avevano allacciato alleanze pure con il clan Spada di Ostia, grazie alle relazioni costruite nei circuiti carcerari, tanto da realizzare un proficuo traffico di sostanze stupefacenti, soprattutto cocaina, sull’asse Roma-Rosarno, salvaguardando anche numerose attività commerciali avviate in passato nella zona sud della Capitale da emissari dei Bellocco. E nel panorama delle alleanze perseguito da Umberto Bellocco junior, non mancano i ‘matrimoni combinati’, soprattutto con i potenti conterranei rosarnesi, i Pesce, con il fine di controllare ogni palmo di territorio o di interesse economico costituito a Rosarno, tanto da condividere alla pari con i Piromalli i traffici nel porto di Gioia Tauro.
Gli arrestati in carcere sono: BELLOCCO Umberto (cl. ’83), di Rosarno; PALAIA Francesco Benito (cl. ’73), di Rosarno; BELLOCCO Emanuela (cl. ’75) di Rosarno; PALAIA Gaetano (cl. ’96), di Rosarno; NOCERA Maria Serafina (cl. ’54) di Rosarno; NOCERA Giovanni (cl. ’78) di Rosarno; STILO Rocco (cl. ’80) di Rosarno; RESTUCCIA Antonio (cl. ’92) di Rosarno; NOCERA Francesco (cl. ’82) di Rosarno; CONDOLEO Enrico (cl. 91) di Rosarno; PALAIA Vincenzo (cl. 92) di Rosarno; CAMINITI Rosario (cl. 81) di Rosarno; BIONDO Antonino (cl. ’87) di Rosarno; LOMBARDO Vincenzo (cl. 61), di Rosarno; BELLOCCO Rocco (cl. ’52) di Rosarno; BELLOCCO Domenico (cl. ‘80) di Rosarno; FIUMARA Francesco (cl.’66) di Rosarno; BELLOCCO Domenico (cl. ’87) di Rosarno; BELLOCCO Rocco (cl. ’89) di Rosarno; BELLOCCO Michele (cl. ’80), di Rosarno; FURULI Pasquale (cl. ’76) di Rosarno; BELLOCCO Pietro Giuseppe (cl. ’83) di Rosarno; GREGORIO William (cl. ’95) di Rosarno; RESTUCCIA Rocco (cl. ’87), di Rosarno; BARRESE Antonio (cl. ’88), di Rosarno; FAZZARI Giuseppe (cl. ’80) di Rosarno; PALADINO Antonio (cl. ’82), di Rosarno; MANDAGLIO Antonio (cl. ’47), di Rosarno; MANDAGLIO Francesco (cl. ’72), di Rosarno; LA ROSA Francesco (cl. ‘51) di Rosarno; LAROSA Massimo (cl. ’78), di Rosarno; LAMARI Massimo (cl. ’71) di Laureana di Borrello; BELLOCCO Francesco Antonio (cl. ’64), di Rosarno; PALAIA Benito (cl. ’79) di Rosarno; DELFINO Rocco (cl. ’62) di Gioia Tauro; TIBERIO Michele, nato a Vasto (CH) il 2.7.1981; SEROUR Ramy, nato a Roma il 20.2.1990; BONARRIGO Gioacchino (cl. ’84) di Rosarno; SEROUR Samy, nato a Roma il 2.7.1988 MAIURI Giuseppe, nato a Tropea il 17.11.1984, residente a San Gregorio d’Ippona; MAIURI Antonio, nato a Ascea (SA) il 21.4.1948, residente a San Gregorio d’Ippona (padre di Giuseppe); TRIMBOLI Natale, nato a Locri il 24.6.1988; URSINO Gabriele, nato a Locri il 16.2.1999; URSINO Luigi Stefano, nato a Locri il 26.12.1991; PALAIA Gaetano (cl. ’91), di Rosarno; PETRINI Marco (cl. ’94), nato a Gioia Tauro; MARANDO Alessandro (cl. ’76) di Gioia Tauro.
Arresti domiciliari: Marina Palaia (cl. ’98), Michelangelo Bellocco (cl. ’95), Michele Larosa (cl. ’69), Francesco Cutrì (cl. ’79), Giuseppe Pantano (cl. ’62), tutti di Rosarno, Vincenzo Politanò (cl. ’71) di Polistena, Sante Restuccia (cl. ’88) di Rosarno, Francesco Lobaudo (cl. 80) di Polistena, Mario Vellutino (cl. ’78) di Cassano allo Ionio, Fausto Pizzuti (cl. ’80) di Cosenza, Salvatore Ardizzone (cl. ’55) di Galatro), Nicola Zungri (cl. ’83) di Rosarno, Giovanni Palaia (cl. ’82) di Rosarno, Gaetano Palaia (cl. ’74) di Rosarno, Domenico Scarmato (cl. ’68) di Rosarno.
Obbligo di dimora: Gaetano Palaia (classe 2000) di Rosarno e Girolamo Primerano (cl. ’81) di Rosarno.
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