Tropea: polemiche per il panettone alla cipolla mentre il Comune acquista 200 Kg di “rossa” a 1.300 euro
Ad aprire le “danze” è il direttore artistico del “Tropea cipolla party” che paventa scopiazzature alla sua “creatura”. Botta e risposta sui social ma a far discutere è pure la scelta dell’amministrazione comunale di spendere soldi pubblici per venti pacchi di cipolle da dieci chili ciascuno
E’ tempo di luminarie a Tropea, ma anche di polemiche attorno alla…cipolla rossa. Ad innescare animate discussioni in giro per il paese ma anche sui social network sono in particolare due avvenimenti: l’accusa di plagio attorno alla nascita del panettone alla cipolla (con relativa propaganda) e la spesa da parte del Comune di 1.300,00 euro per l’acquisto di venti pacchi-regalo di cipolla. Ma andiamo con ordine. E’ Paolo Pecoraro – già direttore artistico ed inventore del “Tropea cipolla party” – ad aprire le “danze” con un post al vetriolo su facebook che parte dalla citazione di una famosa frase di Oscar Wilde: “L’imitazione è la più sincera forma di adulazione che la mediocrità può tributare alla grandezza”.
Pecoraro in sostanza lamenta che la “Tropea experience, Festival della cipolla” gli abbia copiato l’invenzione e la relativa grafica del panettone alla cipolla. “Sono allibito, non avevo molta voglia di denunciare il fatto ma poi ho pensato di fare del bene ed aiutarli a vivere meglio. Bisogna aiutarli – scrive Pecoraro su facebook – e questa deve essere la nostra mission. Bisogna farglielo presente sennò pensano ingenuamente di essere nel giusto. Il plagio è copiare una grafica come questa! Dove hanno tolto il logo del Tropea Cipolla Party e messo il logo della Tropea Experience!! Punto e Basta !!”. Per dare più forza alle sue argomentazioni, Paolo Pecoraro posta anche i loghi dei due eventi e l’etichetta con gli ingredienti per la produzione del suo panettone. A ribattergli fermamente è invece la titolare del frantoio di olio di Badia, Lea Corigliano, interessata alla produzione del panettone. [Continua in basso]
Ma per capirci di più in questa storia facciamo un passo indietro ed affidiamoci alle agenzie di stampa. All’Agi (Agenzia giornalistica Italia) la cui attendibilità è da sempre fuori discussione. E’ il 17 dicembre 2020 quando l’Agi pubblica (ed è tuttora in rete) la seguente notizia con tale titolo: “Arriva dalla Calabria il panettone alla cipolla rossa Igp. La singolare ricetta realizzata a Tropea da una chef. La cittadina turistica famosa per la presenza di uno dei prodotti simbolo dell’agricoltura regionale”. Dopo il titolo, ecco il testo: “Da Tropea, capitale turistica della Calabria, arriva il panettone alla cipolla rossa, uno dei prodotti identificativi dell’agricoltura calabrese con il bergamotto e il cedro. L’intuizione è del direttore artistico del Tropea Cipolla Party, Paolo Pecoraro. Il panettone artigianale calabrese alla cipolla rossa di Tropea, rigorosamente Igp, assicura, è già un successo. Il sogno del ballerino di Tropea, che vive a Londra da oltre 20 anni, si è trasformato in realtà grazie all’arte pasticcera di Denisia Congi, giovane chef calabrese della Federazione Italiana Cuochi, che è riuscita a creare un inedito connubio tra l’elemento più tradizionale della festa natalizia e una delle eccellenze agroalimentari per antonomasia della terra calabra”. Segue quindi sull’Agi l’indicazione degli ingredienti usati per il panettone alla cipolla e poi la conclusione sul ruolo di Paolo Pecoraro che chiama “in causa” anche il sindaco: “La cipolla rossa di Tropea Igp è dolce e per questo riesce a sposarsi bene anche con i dolci. Nel 2019, incaricato dal sindaco di Tropea, Giovanni Macrì, ha fondato il Tropea Cipolla Party. Una donazione verrà fatta dall’ideatore dell’iniziativa anche – conclude l’Agi – alla Casa di Riposo “Don Mottola” di Tropea”.
Andiamo ora al 28 ed al 29 novembre 2022 quando tutti gli organi di informazione hanno dato conto di un comunicato stampa che, partendo dall’inaugurazione delle luminarie a Tropea, dava pure notizia che la cerimonia si è svolta a palazzo Santa Chiara a causa del maltempo dove il gran finale è stato rappresentato dal taglio del mega panettone di cinque chili alla cipolla rossa realizzato dal pasticciere Francesco Mastroianni e promosso dal Consorzio Cipolla Rossa di Tropea con il suo direttore marketing Daniele Cipollina. “Il panettone La Tropea Experience è stato presentato a Tropea – si legge in altri comunicati stampa – in occasione della cerimonia di accensione delle luminarie del Villaggio di Natale alla presenza tra gli altri, del sindaco Giovanni Macrì. Declinato ormai in tutte le sue sfumature, dal dolce al salato, nelle ricette tanto tradizionali quanto gourmet – aggiunge Daniele Cipollina, direttore marketing del Consorzio Cipolla Rossa di Tropea Calabria Igp – la cipolla rossa di Tropea si conferma essere ingrediente principe della Dieta Mediterranea, capace di esportare fuori dai confini regionali l’identità calabrese. Il panettone è stato realizzato con la cipolla rossa di Tropea Calabria Igp e l’olio extravergine di oliva biologico dell’azienda Agricola Frantoio Badia di Limbadi. Del peso di cinque chili è stato fatto degustare nel corso di una conferenza show diretta dalla conduttrice televisiva Anna Aloi”.
Chi, dunque, ha inventato il panettone alla cipolla rossa e chi ha copiato chi? Il “dibattito” – dai toni anche accessi – a Tropea e dintorni è aperto, anche perché la cipolla rossa – suo malgrado – è protagonista pure di un altro “evento” che da giorni fa discutere. [Continua in basso]
Questa volta è infatti il Comune di Tropea ad occuparsi – per così dire – di cipolla rossa. Per fare cosa ed in che modo? E’ presto detto: determina numero 619 dell’1 dicembre 2022. Oggetto: “Omaggio dei prodotti tipici locali in rappresentanza della città di Tropea. Fornitura di n. 20 pacchi di cipolla rossa di Tropea. Impegno spesa”. Ma a chi andranno i pacchi di cipolla rossa? La determina non lo dice. Spiega però che: “è intenzione dell’Amministrazione Comunale omaggiare i prodotti tipici locali ed in particolare la cipolla rossa di Tropea che più degli altri rappresenta sia in Italia che all’estero un’eccellenza dell’agricoltura tricolore e può essere definita un simbolo turistico che rimanda a Tropea, capitale riconosciuta delle mete balneari calabresi, costituendo quindi – si legge nella determina – un’importante risorsa non solo economica ma anche sociale e culturale per il territorio”. A tal fine, quindi, ecco che il Comune di Tropea ha ritenuto “necessario provvedere all’impegno per la spesa relativo alla fornitura di n. 20 pacchi da 10 chili cadauno della suddetta cipolla”.
Arrivato il preventivo di spesa da una ditta locale per 20 pacchi di cipolla da dieci chili ciascuno, ecco il prezzo complessivo di 1.250 euro, più 50 euro di Iva al 4% e si arriva ad un totale di 1.300 euro. Soldi pubblici, naturalmente, e quindi di tutti i cittadini di Tropea i quali – calcolatrice alla mano – in questi giorni stanno facendo decisamente notare che “la matematica non è un’opinione”. E dunque, se la matematica non è un’opinione, il Comune di Tropea, a conti fatti, sta pagando ogni pacco con dieci chili di cipolla a ben 65 euro ciascuno, con la “rossa” pagata così a 6,5 euro al chilo. Cifre che – pur volendo togliere l’eventuale costo per le confezioni – stanno facendo storcere il naso a Tropea e dintorni, anche perché non si conoscono ancora i destinatari (o almeno la determina comunale non lo dice) del dolce omaggio voluto dall’amministrazione comunale alle porte del Natale e che a più di qualcuno sta già provocando gli occhi lucidi in anticipo ad ogni buon cipolla che si rispetti.
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