Sorveglianza speciale, rigettato l’aggravamento per 37enne delle Preserre vibonesi
Il 26 ottobre del 2012 si trovava a bordo della stessa auto in cui perse la vita per errore Filippo Ceravolo
Non accolta dal Tribunale di Catanzaro la proposta di aggravamento della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza nei confronti di Domenico Tassone, 37 anni, originario di Soriano, residente a Gerocarne ma di fatto domiciliato a Vazzano. Dopo essere stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale per un anno nel luglio dello scorso anno, la Questura di Vibo Valentia aveva avanzato nei suoi confronti l’aggravamento della misura di prevenzione, evidenziando che anche successivamente alla notifica del decreto di sottoposizione alla sorveglianza speciale per la durata di un anno e con obbligo di soggiorno, Domenico Tassone non aveva mutato la propria condotta di vita. Per il Tribunale “Misure di Prevenzione”, però, i fatti riferibili a Domenico Tassone in epoca successiva al decreto di sorveglianza speciale “non appaiono di gravità rilevante ai fini dell’aggravamento della misura”.
Si rivelano infatti la mancata presentazione alla polizia giudiziaria preposta ai controlli, una denuncia a piede libero per aver tagliato alberi su proprietà agricola acquisita dall’Anas e poi l’essersi recato in piazza per i festeggiamenti per le elezioni comunali. Da qui il mancato accoglimento dell’aggravamento della misura della sorveglianza speciale per ulteriori tre anni, in accoglimento delle argomentazioni del difensore, l’avvocato Enzo Galeota. Domenico Tassone è il giovane con cui si trovava il 26 ottobre del 2012 il 19enne Filippo Ceravolo rimasto ucciso per errore in un agguato che doveva colpire proprio Domenico Tassone. Nel febbraio dello scorso anno Domenico Tassone è stato condannato in via definitiva ad un anno e quattro mesi al termine dell’operazione denominata “Biancaneve” relativa a a reati concernenti gli stupefacenti.
LEGGI ANCHE: La Cassazione ridetermina la pena per il boss delle Preserre Gaetano Emanuele
‘Ndrangheta: il clan dei Piscopisani e l’evasione di Bruno Emanuele
‘Ndrangheta: il pentito Moscato ed il finanziatore occulto del clan Emanuele