Ex Italcementi: le idee della Pro Loco di Vibo Marina per la riconversione
Ribadita l'idea di realizzare una centrale ad idrogeno già avanzata in passato dalla stessa associazione nell'ottica di una transizione ecologica
Nel 2012 la società Italcementi chiudeva lo stabilimento di Vibo Marina, ma alla fine del 2022 la fabbrica dismessa è ancora lì, ancora integra, con la sua presenza ingombrante e inquietante. In questi dieci anni le proteste si sono alternate alle proposte, ma con il risultato di arrivare al nulla. Ultimamente, l’interesse e il dibattito intorno al nodo, finora inestricabile, relativo al recupero dell’area dell’ex cementifico, sul quale sono stati versati fiumi d’inchiostro e mari di parole, si è riacceso su questa testata facendo registrare importanti interventi, ma con la presenza invisibile e imprevedibile di un convitato di pietra, dal nome tedesco (gruppo Heidelberg), a cui spetta, in ogni caso, dire l’ultima parola in merito alla destinazione dell’area, essendone proprietario. [Continua in basso]
Ad alimentare il dibattito si registrano anche alcune considerazioni da parte della Pro Loco di Vibo Marina che, nel giudicare positivamente l’idea di riconvertire l’ex cementeria in una centrale ad idrogeno, idea già avanzata nel 2020 da alcuni dirigenti del Pd e ripresa ultimamente dal consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, ricorda come la proposta di valutare la creazione di una centrale ad idrogeno nel territorio, compatibilmente a studi di fattibilità, fosse stata già avanzata in passato dalla stessa associazione nell’ottica di una continuazione, ma anche di una transizione in chiave ecologica, dello scalo marittimo come “porto di approvvigionamento energetico”, che lo ha visto ieri interessato dal traffico del carbone, oggi da quello degli idrocarburi e in un futuro, forse, da quello legato all’idrogeno, che potrebbe essere immesso in un gasdotto o trasportato via mare. Un progetto di transizione energetica utilizzando la produzione di energia pulita. E, a proposito di fonti rinnovabili, c’è anche chi pensa all’energia mareomotrice (cioè a quella generata dal moto ondoso, un’ enorme riserva energetica quasi inutilizzata), con l’idea di installare nella futura diga foranea, se verrà realizzata, un impianto per produrre energia dal mare.
«Nel nostro territorio – sottolinea la Pro Loco – è già presente l’Eni, che ha nei suoi programmi anche progetti per energia da idrogeno e dal mare e anche il Nuovo Pignone-Baker Hughes e la Snam di Vibo sono impegnati in progetti innovativi nel campo della transizione energetica».
Riconvertire l’area ex Italcementi sarà la sfida più importante dei prossimi anni, che tuttavia non può prescindere da una visione più ampia e strategica per il recupero del territorio costiero vibonese, disseminato di cimiteri industriali che occupano spazi vasti ed importanti.
«Come la vasta area dell’ex Cgr – rimarca ancora la Pro Loco – che non sappiamo tra l’altro se bonificata o meno e che non si può lasciare in mano ai privati una volta venuta meno la finalità lavorativa-occupazionale; come la ex Basalti e Bitumi, che sarebbe bene destinare a verde pubblico attrezzato, data l’inesistenza a Vibo Marina di un adeguato spazio verde; come l’Agip Gas, che sarebbe opportuno acquisire per servizi pubblici socio-sanitari e dell’emergenza».
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