Calabria, detenuto pestato e lasciato nudo: 6 agenti della penitenziaria ai domiciliari
Due gli agenti interdetti. Al vaglio del gip di Reggio Calabria la richiesta di misure cautelari nei confronti di altri 4 poliziotti e del medico della casa circondariale indagato per depistaggio. Nell'inchiesta coinvolto anche il comandante del reparto
Sei agenti della polizia penitenziaria sono finiti agli arresti domiciliari per due invece è scattata l’interdizione. Tutti prestano servizio nella casa circondariale Panzera di Reggio Calabria e tutti, a vario titolo, sono accusati di tortura e lesioni personali aggravate ai danni di un detenuto dell’istituto penitenziario dove prestano servizio. Al comandante del reparto, che figura tra gli indagati ed al quale è stata applicata la misura degli arresti domiciliari, vengono contestati anche i reati di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico, di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico per induzione, di omissione d’atti d’ufficio, di calunnia e tentata concussione.
L’operazione è stata condotta dalla polizia reggina e coordinata dalla procura retta Giovanni Bombardieri. Oltre ai destinatari delle misure cautelari, sono sottoposti ad indagine altri 4 poliziotti penitenziari, ai quali viene contestato il reato di tortura e lesioni personali in concorso, per i quali il gip si è riservato di valutare la richiesta di applicazione della misura cautelare interdittiva formulata dalla procura all’esito dell’interrogatorio, ed il medico dell’istituto penitenziario, indagato per il reato di depistaggio, per aver reso false dichiarazioni al pubblico ministero, per il quale il gip, sempre all’esito dell’interrogatorio, valuterà la richiesta di applicazione della misura della sospensione dalla professione medica.
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