giovedì,Dicembre 26 2024

L’ANALISI | Status quo

Liste civetta, roccaforti, sconfitti eccellenti. Per il Vibonese non è ancora tempo di cambiare

L’ANALISI | Status quo

Se i miracoli in politica esistono, di certo a Vibo Valentia non li conoscono ancora. Tutto scorre nel solito segno della continuità, eccezion fatta per alcuni isolati casi. Tipo Danilo Silvaggio che, a Maierato, batte a sorpresa il due volte sindaco Sergio Rizzo che, dopo 10 anni di “Pubblicità progresso” viene bocciato dall’elettorato o l’ottima prestazione del giovane Alfredo Barillari a Serra San Bruno, che umilia Nazzareno Salerno relegando la sua lista, guidata dal volto nuovo Jlenia Tucci, al terzo posto.

LISTE CIVETTA – A Dasà e a Ricadi la parvenza della buona politica si chiama “civetta”. Raffaele Scaturchio, neo sindaco di Dasà, ha fatto tutto alla luce del sole e senza vergogne. Gli pseudo avversari di “Dasà Futura” hanno preso 64 preferenze, con alcuni candidati che non si sono nemmeno votati. Non è scandalo, ma di certo per Scaturchio l’idea di non raggiungere il quorum in solitaria ha avuto la meglio sulla questione morale. Stessa cosa dicasi per la neo sindaca di Ricadi Giulia Russo, che con il 94 per cento delle preferenze non lascia adito a giustificazioni diverse da ciò che la realtà racconta: la lista concorrente è finta.

LE ROCCAFORTI – Serra San Bruno e Filadelfia si riconfermano due fortini inespugnabili. Con la reunion tra Bruno Censore e Raffaele Lo Iacono nel paese della “Certosa” non c’è stata concorrenza. Luigi Tassone, giovane militante del Pd, vince la competizione nella totale tranquillità. Ad un certo punto della campagna elettorale i due competitor Tucci e Barillari hanno iniziato a farsi la guerra tra di loro, lasciando le porte spalancate alla vittoria già assicurata di Tassone. “Il cavallo buono” della scuderia di Censore ristabilisce così l’egemonia del Pd nel territorio più grande della provincia. A Filadelfia Maurizio De Nisi fa il bis. A nulla sono servite le pesanti critiche ricevute in questi anni dai suoi avversari politici e a nulla è servita la familiarità con Francesco De Nisi, già presidente della Provincia e corresponsabile dei tanti disastri amministrativi di questi anni. Non c’è partita, a Filadelfia la gestione della cosa pubblica è tutta roba loro.

IL PERDENTE – Se c’è un vero sconfitto in questa tornata l’unico nome da fare è quello di Nazzareno Salerno. Dopo aver perso consenso nella sua area di competenza alle scorse regionali, arriva anche alle comunali la bocciatura che forse adesso sarà definitiva. Infatti, la lista pensata e voluta dall’ex assessore al Lavoro è rovinosamente caduta in basso. E la giustificazione del candidato debole, ovvero Jlenia Tucci, non può bastare per mascherare il fallimento politico. Nell’ultimo periodo, infatti, evidentemente sicuro di non poter ambire alla vittoria, la squadra guidata da Salerno ha cominciato ad accusare sia Alfredo Barillari, reo di aver in lista esponenti della legislatura precedente, sia i ragazzi del Comitato Civico Pro-Serre, rei di essersi intromessi nella kermesse politica con un comizio pubblico nel quale denunciavano apertamente i drammi ambientali del territorio. Così, questo modo scorretto di agitare le acque non ha fatto breccia sugli elettori serresi, che anzi lo hanno sonoramente bocciato.

IL VINCITORE MORALE – Se c’è una minima speranza di crescita è merito di Alfredo Barillari e di “Liberamente”. Un gruppetto di giovani, infatti, sono riusciti nell’impresa di scalfire la netta alternanza che nel paese della “Certosa” andava avanti da vent’anni. Riuscire ad inserire tra Censore e Salerno, per una neonata compagine apartitica, ha in se qualcosa di eroico e sentimentale. Certo, troppo poco per un territorio che comunque rimane saldamente in mano della vecchia politica e dei vecchi sistemi, ma se tutto inizia da un piccolo passo, l’affermazione di Barillari è certamente l’unica luce in una terra buia.

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