Contrada Bitonto: «Le buche sulle strade come la ‘nduja e la cipolla di Tropea, un tratto identitario»
La denuncia dei residenti di Vibo Valentia: «abbandonati dalle amministrazioni locali». La situazione aggravata da un crescente senso di insicurezza
«Ve ne sono così tante, di così profonde, e di così particolari, nella forma e nelle misure, che questo quartiere potrebbe diventare un’attrazione turistica». Malgrado la nuova toponomastica sia entrata in vigore già da qualche anno, celebrando la memoria di letterati e poeti, questo ampio complesso residenziale nella vulgata è ancora il quartiere di contrada Bitonto. E la croce che i suoi abitanti che si portano dietro sin dalla sua edificazione, risalente a circa cinque lustri fa, sono le sue famigerate buche. «Se arrivi in Calabria e vuoi assaggiare la vera ‘nduja, vai a Spilinga – dice un residente che fa capolino spazzando il patio della sua villetta a schiera -. Vuoi la vera cipolla rossa e allora vai a Tropea. Vuoi vivere un’esperienza unica con le buche, e allora vieni a Vibo Valentia, in contrada Bitonto».
Ci mettono una buona dose di autoironia, coloro che qui vivono. Quasi tutti hanno investito i risparmi di una vita attraverso il cooperativismo e ora, terminato il mutuo, hanno un tetto sicuro sulla propria testa, in immobili di pregevole fattura. Non è un quartiere dormitorio o, almeno, non dovrebbe esserlo. Ne assume le sembianze, però: a causa delle strade dissestate, dei rattoppi di bitume alle voragini sull’asfalto che vengono via giusto il tempo di un acquazzone, delle sterpaglie che rigogliose crescono ai margini delle carreggiate. Volenterosi, gli abitanti del rione hanno piantato alberi e palme, si sono presi cura delle aiuole, hanno arginato con cartelli del tipo «Fate fare i bisogni dei vostri cani davanti alla porta di casa vostra» il fenomeno delle deiezioni selvagge, si prodigano a tenere in condizioni decorose le loro case anche all’esterno: il mai finito calabrese, qui, non c’è. «Ma ci sentiamo abbandonati dalle amministrazioni locali – denunciano – abbiamo vissuto le amministrazioni D’Agostino, padre e figlio, le due amministrazioni Costa, quella Sammarco, ora Limardo e nulla è mai cambiato».
Come se non bastasse, specie negli ultimi mesi, è cresciuto il senso di insicurezza. Quattro auto incendiate in poco tempo, in una zona – assicurano – dove la convivenza è stata e rimane sempre civile e pacifica. Intervengono i vigili del fuoco, la Polizia, si fanno perizie, si acquisiscono i filmati di videosorveglianza privati, ma a queste latitudini si chiede però altro. «Ci vorrebbe un impianto di videosorveglianza pubblico ed un presidio più serrato da parte delle forze dell’ordine, soprattutto di notte». È la zona nuova della città, al confine con San Gregorio e Ionadi, che si collega a contrada Moderata Durant, a poche centinaia di metri dalla Statale 18 e dal costruendo teatro. La zona nuova, sì, metafora dei problemi atavici di cui soffre una Vibo Valentia sospesa tra il passato ed il futuro.