Nel Vibonese meno nascite e giovani, ma più anziani: ecco i dati di una popolazione che cambia
Numeri e indici testimoniano una impressionante diminuzione della popolazione nell’intero territorio provinciale. Dato che peraltro sarebbe anche più grave se migliaia di stranieri non fossero arrivati negli ultimi trent'anni
Dopo Vibo Valentia è il turno della provincia. E si tratta di numeri e cifre che disegnano un altro e triste scenario demografico. Il dato emerge da un secondo report elaborato dallo studioso di statistica demografica nicoterese Giovanni Durante, il quale, dopo aver appunto monitorato l’andamento della popolazione della città capoluogo, ha prodotto una attenta e particolareggiata ricerca sulle modifiche intervenute nella composizione della popolazione di tutto il Vibonese. [Continua in basso]
L’impressionante diminuzione della popolazione del Vibonese
«Dal 1951 ad oggi – riferisce Giovanni Durante – la popolazione del vibonese è passata, dai 206.537 ai 150.702 abitanti con una contrazione del 27,03% – riferisce Giovanni Durante – Un dato che peraltro sarebbe anche peggiore se nel frattempo 6.702 stranieri non fossero arrivati in queste terre negli ultimi trent’anni. Se poi scomponiamo questo dato per ambito territoriale, troviamo che il comprensorio più colpito è quello dell’Alto Mesima (-55,84%), seguito dalle Serre (-49,91%), dell’Angitola (-37,81%), della Costa (-26,23%) e dal Poro (-12,81%) mentre Vibo città è in crescita del 38,11%. Ad un livello territoriale più basso, notiamo poi che su cinquanta comuni appena tre (Ionadi, Vibo Valentia e Ricadi) registrano una crescita mentre tutti gli altri sono in calo: diciassette registrano una perdita superiore al 50%: Polia (77,44%), Vallelonga (71,75%), San Nicola da Crissa (71,44%), Acquaro (70,16%), Dasà (68,82%), Pizzoni (67,91%), Simbario (65,76%), Arena (65,13%), Mongiana (59,54%), Fabrizia (58,38%), Dinami (56,62%), Nardodipace (56,33%), Monterosso (55,83%), Joppolo (55,25%), Gerocarne (54,16%), Vazzano (52,54%) e Capistrano (50,03%). Altri otto – spiega sempre lo studioso – (Filadelfia, Maierato, Spilinga, Soriano, Sorianello, Zaccanopoli, Sant’Onofrio e Parghelia) una perdita tra il 40% e il 50% e altri cinque (Limbadi, Drapia, Brognaturo, Nicotera e Mileto) una perdita tra il 30% e il 40%. A seguire, le perdite interessano altri sette comuni (tra il 20% e il 30%), altri cinque comuni (tra il 10% e il 20%) e altri cinque comuni (tra lo zero e il 10%)”.
Modifiche della popolazione degli enti locali
Viene, poi, evidenziato come «il 74% dei comuni vibonesi ospita solo il 38% della popolazione mentre nel 12% dei municipi si concentra il 43% degli abitanti. Ben trentasette comuni hanno una popolazione inferiore alle tremila anime e questo la dice lunga sul processo di polverizzazione di intere comunità».
Il rapporto tra giovane e vecchi
Ma andiamo ancora più in profondità. «L’indice di vecchiaia – fa presente ancora lo studioso – è un parametro che rappresenta il rapporto tra la popolazione con meno di 14 anni e quella superiore ai 65 anni che dovrebbe essere in equilibrio (100 punti) per indicare una situazione demografica ottimale. Purtroppo, negli ultimi trent’anni, notiamo che i comuni che avevano un indice inferiore a 100 sono praticamente scomparsi (da 38 a 1), sono in diminuzione quelli con un indice tra 100 e 150 punti (da 12 a 8), mentre quelli con un indice da 150 a 200 punti sono passati da 0 a 20. Altri 17 comuni (Acquaro, Capistrano, Dinami, Pizzoni, Francavilla, Arena, Spilinga, Zaccanopoli, Tropea, San Nicola da Crissa, Mongiana, Cessaniti, Filadelfia, Nicotera, Vazzano, Parghelia e Brognaturo) registrano un indice compreso addirittura tra i 200 e i 300 punti e infine, altri 4 (Polia, Joppolo, Monterosso e Drapia) superano persino questa soglia».
Indice di invecchiamento
Un altro dato che colpisce è quello riferito all’invecchiamento della popolazione. Lo studioso nicoterese sottolinea, infatti che «la popolazione over 65 del Vibonese è aumentata negli ultimi trent’anni del 38,06%, passando dalle 25.549 alle 35.273 unità. Tale aumento ha interessato tutti i comprensori: Poro (+75,54%), Vibo città (55,43%), Costa (+49,51%), Angitola (+22,71), Serre (+8,85%) e Alto Mesima (5,65%). I comuni che avevano una percentuale di popolazione anziana inferiore al 15% sono praticamente scomparsi (da 25 a 1), quelli con una percentuale tra il 15% e il 20% sono drasticamente diminuiti (da 19 a 5) mentre sono nettamente aumentati quelli con una percentuale compresa tra il 20% e il 25% (da 5 a 27), con una percentuale compresa tra il 25% e il 30% (da zero a 11 e cioè San Nicola da Crissa, Francavilla Angitola, Drapia, Vazzano, Capistrano, Spilinga, Zaccanopoli, Cessaniti, Filadelfia, Parghelia e Tropea) o superiore al 30% (da zero a 6 e cioè Joppolo, Acquaro, Polia, Dinami, Pizzoni e Monterosso)».
Incremento della popolazione anziana
A fronte, dunque, di soli dodici centri urbani in cui la percentuale degli over 65 risulta diminuita – precisa Giovanni Durante – «questa è aumentata: tra lo zero e il 10% (in 9 comuni), tra il 10% e il 20% (in 2 comuni), tra il 20% e il 30% (in 5 comuni), tra il 30% e il 40% (in 4 comuni), tra il 40% e il 50% (in 7 comuni: Rombiolo, Zambrone, San Gregorio, San Costantino, Serra San Bruno, Parghelia e San Calogero), tra il 50% e il 60% (in 6 comuni: Briatico, Francica, Zungri, Nicotera, Stefanaconi e Acquaro) e oltre il 60% (in 5 comuni: Vibo valentia, Pizzo, Tropea e Filogaso)».
La presenza giovanile nel territorio provinciale
«La popolazione under 14 del Vibonese si è quasi dimezzata passando da 36.376 unità a 19.384 unità (-46,72%). Tale decremento – fa presente in merito lo studioso – ha interessato tutte le aree del territorio provinciale: Poro (-37,77%), Vibo città (-44,83%), Angitola (47,46%) Costa (-48,41%), Serre (-50,01%) e Alto Mesima (-59,41%). I comuni che avevano una percentuale di popolazione giovane superiore al 20% sono scomparsi (passando da 32 a zero) così come si sono più che dimezzati quelli con una percentuale tra il 15% e il 20% (da 16 a 6) mentre sono aumentati quelli con una percentuale compresa tra il 10% e il 15% (da 2 a 37) e quelli con una percentuale superiore al 20% (da zero a 7 e cioè Polia, Drapia, Joppolo, Monterosso, Capistrano, Mongiana e Arena)».
L’aumento in percentuale della popolazione giovanile
A conclusione della sua analisi demografica del Vibonese, Giovanni Durante spiega che «a fronte di un solo comune (Ionadi), che ha visto un netto incremento degli under-14, questa è diminuita tra lo zero e il 10% (in 1 comune), tra il 10% e il 20% (in 2 comuni), tra il 20% e il 30% (in 1 comune), tra il 30% e il 40% (in 5 comuni), tra il 40% e il 50% (in 14 comuni: Limbadi, Maierato, Rombiolo, Dasà, Vibo valentia, Stefanaconi, Simbario, Acquaro, Francica, Briatico, Soriano, Spilinga, Sorianello e Mileto), tra il 50% e il 60% (in 14 comuni (Filogaso, Zungri, San Nicola da Crissa, Vazzano, San Calogero, Drapia, Sant’Onofrio, Nicotera, Cessaniti, Monterosso, Tropea, Francavilla Angitola, Nardodipace e San Costantino) e oltre il 60% (in 12 comuni: Brognaturo, Pizzoni, Fabrizia, Zaccanopoli, Filadelfia, Joppolo, Capistrano, Gerocarne, Mongiana, Dinami, Arena e Polia). Insomma, la popolazione del vibonese è aggredita da un mix di calo delle nascite, calo dei giovani e aumento degli anziani a cui si aggiunge la piaga dell’emigrazione. Se non si pone un argine a questo trend – questa l’amara conclusione dello studioso – si rischia la desertificazione di interi territori mentre i comuni sempre più spopolati dovrebbero forse iniziare a pensare a forme di fusione o unione».
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