Un ripetitore in un’area a rischio idrogeologico, i cittadini si ribellano
Popolazione in subbuglio a Stefanaconi per il progetto della Wind che ha avviato i lavori (poi bloccati dal Comune) per installare un’antenna sotto la Tangenziale est e a ridosso del centro abitato. Costituito un comitato che si riunirà ora in assemblea e sporgerà denuncia in Procura
Cittadini in allarme a Stefanaconi per il progetto di installazione di un nuovo ripetitore telefonico in un’area a ridosso del centro abitato e già classificata R4 nel Piano di assetto idrogeologico (Pai). Allo scopo di scongiurare la realizzazione dell’antenna, si è costituito nei giorni scorsi un Comitato volontario di cittadini che ha già raccolto centinaia di firme contro la costruzione dell’impianto portata avanti dalla Wind.
A presiederlo è il professor Raffaele Arcella, già vicesindaco di Vibo Valentia, affiancato dall’avvocato Maria Giuseppina Maluccio, vicepresidente. L’area sulla quale erano stati avviati i lavori, poi sospesi con un un‘apposita ordinanza del sindaco in attesa del parere dell’Autorità di bacino, proprio in ragione del rischio idrogeologico connesso è ritenuta inidonea per «un intervento edilizio così pesante andrebbe ad aumentare il già altissimo livello di pericolosità per i continui movimenti franosi che puntualmente si verificano, da sempre, in questa area posta sotto la Tangenziale est. Non a caso – spiegano i promotori del comitato -, movimenti franosi verificatisi a cinquanta metri da questa zona hanno causato, in ben due circostanze, il cedimento completo del muro in cemento armato della costruenda Tangenziale est, eterna incompiuta sulla quale da tempo la Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta».
Allo scopo di definire un piano di intervento a salvaguardia della propria salute, nel pomeriggio di domani, alle 18, i cittadini si incontreranno a Palazzo Carullo, in piazza della Vittoria. «D’altronde – spiega il comitato -, non è nuovo il tentativo di installare antenne sul territorio di Stefanaconi, sovrastato da antenne di ogni tipo e di radiotrasmettitori Tv situati all’apice della collina che dal Castello si estende fino al cimitero di Vibo Valentia. Con l’ennesima apparecchiatura, i rischi andrebbero ad aumentare».
Per evitarlo, Raffaele Arcella ha fortemente messo in risalto «l’assurdità e la precarietà di questo progetto che, la Wind attraverso ben consolidati studi legali, fino ad oggi è riuscita a portare avanti dipanando tutto il complesso apparato burocratico e superando ogni controversia perfino al Tar».
«Non credo – ha detto Arcella – che l’Autorità di Bacino dopo aver classificato l’area su cui è stata progettata l’antenna, “un’area a rischio massimo (R4) del Piano di assetto idrogeologico (PAI)” e sulla quale è vietato qualsivoglia intervento edilizio, oggi potrebbe tornare indietro ed autorizzare la sistemazione di un’antenna alta 25 metri e addirittura la realizzazione di una strada di accesso alla medesima. Non solo perché – ha proseguito – questo sarebbe oltremodo difficile capirlo ed inquadrarlo sotto l’aspetto urbanistico e geomorfologico, ma anche poiché andrebbe a sanare, con risvolti sul piano penale, un palese e quanto mai precedente abuso edilizio perpetrato dalla Wind. Ciò si verificherebbe, peraltro, a distanza di 50 metri dalle scuole elementare e media e dall’asilo nido e a ridosso di numerose abitazioni le quali, alle spalle, si troverebbero un mostro alto 25 metri in un’area dichiarata, dalla stessa Autorità di bacino, ad altissimo rischio di frane. Per questo – ha concluso Arcella – in settimana chiederemo un incontro con il Prefetto e lunedì presenteremo presso la Repubblica di Vibo Valentia una denuncia dettagliata evidenziando questo gravissimo e più che mai chiaro abuso edilizio perpetrato dalla Wind».