60 Anni dalla morte di Mattei, a lui si deve l’insediamento del “Nuovo Pignone”
Una realtà industriale all’avanguardia che ha migliorato il tessuto economico, sociale e culturale del territorio vibonese e della Calabria intera
Il 27 ottobre 1962 l’aereo su cui si trovava Enrico Mattei si schianta al suolo dopo un’esplosione a bordo. Le indagini sulla morte durarono anni, con molti tentativi di depistaggio. Il 6 ottobre di quello stesso anno, ventuno giorni prima della sua scomparsa, veniva inaugurato lo stabilimento “Nuovo Pignone” di Porto Salvo, una realtà industriale all’avanguardia che, nei suoi sessanta anni di attività, ha significato produzione di ricchezza consentendo la creazione di centinaia di posti di lavoro e migliorando il tessuto economico, sociale e culturale del territorio vibonese e della Calabria intera. [Continua in basso]
Per ricordare degnamente la figura storica dell’imprenditore, partigiano, politico e dirigente pubblico che amava dire «Non voglio essere ricco in una nazione di poveri» riportiamo una parte della relazione svolta, in occasione della cerimonia dell’anniversario svoltasi il 6 ottobre scorso presso lo stabilimento Baker Ughes, dallo storico Michele Furci, ex segretario provinciale della CGIL.
«La sua esistenza richiama alla memoria collettiva il periodo storico della ricostruzione e del rilancio del tessuto industriale all’indomani dei guasti provocati dalla seconda guerra mondiale quando, nel 1953, avviene la svolta programmatica sul piano economico nazionale. In quell’anno, infatti, Enrico Mattei venne chiamato a fondare l’E.N.I ( Ente Nazionale Idrocarburi). Il tutto, naturalmente, all’epoca sotto l’egida dell’azionista pubblico di riferimento che, fino al 1995, resterà il Ministero del Tesoro. Il progetto industriale iniziale dell’Eni, negli anni che seguirono, si arricchì di altri importanti settori di attività e cioè il meccanico, il siderurgico, le costruzioni di macchine per l’industria petrolchimica. Fu a quel punto che l’Eni, per realizzare quel progetto, nel 1954 rilevò l’antica azienda del “Pignone” di Firenze, fondata nel 1842, che assunse la denominazione di “Nuovo Pignone”. Il tutto ruotò intorno alla produzione delle turbine, rilanciando alla grande l’azienda che, nel 1962, ormai gruppo nazionale, fece nascere al Sud lo stabilimento di Vibo Marina. Con quella idea di progetto industriale, che tuttora rimane attuale, nacque la produzione strategica dell’Eni di Mattei. Quella politica, seppure da sola non poteva risolvere l’antica Questione Meridionale, era un punto di partenza per innescare processi di sviluppo industriale per il Meridione.
La zona prescelta, che oltre al Nuovo Pignone si arricchì di altre presenze come l’Agip Petroli e la Snamprogetti, non fu per nulla individuata a caso, ma obbediva alla necessità di avere ampi spazi pianeggianti e vie di comunicazioni molto vicine per abbattere i costi. La zona del territorio costiero vibonese corrispondeva perfettamente alle esigenze evidenziate grazie alla presenza del porto e dello scalo ferroviario. Grazie al Nuovo Pignone iniziò a crescere anche l’indotto e videro così la luce alcune piccole e medie aziende …..( omissis)».
Lo stabilimento vibonese nato sessanta anni fa grazie all’intuizione di Enrico Mattei, attualmente centro di eccellenza della Baker Huges, promuove oggi un’occupazione ad alto livello di specializzazione che dà lavoro a circa cento dipendenti e costituisce un importante punto di riferimento per il territorio.
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