Scorta a Pino Masciari, Sapia chiede ai parlamentari di interrogare il Viminale sulla revoca
L'ex deputato parla di «scelta incomprensibile» e si augura che per il testimone di giustizia di Serra San Bruno si giunga presto a una soluzione
«La revoca della scorta a Pino Masciari e ai suoi familiari è una scelta incomprensibile, che rischia di far passare un brutto messaggio, cioè che lo Stato non protegge fino in fondo quei cittadini coraggiosi che denunciano trame e rapporti delle organizzazioni criminali». Lo afferma, in una nota, l’ex deputato Francesco Sapia, che precisa: «Molti italiani conoscono la storia e l’impegno antimafia di Masciari, che da testimone di giustizia ha dato un contributo fondamentale alla magistratura e alle forze dell’ordine, ma ha dovuto lottare a lungo per ottenere il riconoscimento dei propri diritti. L’Italia, in particolare la Calabria, avrebbe bisogno – continua – di migliaia di persone che abbiano la fermezza e il senso della legalità di Masciari, che peraltro è andato ovunque a raccontare la sua esperienza, a parlare di antimafia, specie ai giovani, e a testimoniare il valore civile e l’importanza della denuncia». «Si tratta, come noto, di un imprenditore calabrese (di Serra San Bruno, ndr) che, addirittura fino ad una specie di esilio, ha pagato a caro prezzo – ricorda l’ex parlamentare – la propria decisione di accusare protagonisti di vicende di ’ndrangheta. Per questo Masciari è diventato un simbolo di legalità, famoso anche all’estero. Mi auguro – conclude Sapia – che i nuovi parlamentari interroghino il ministro dell’Interno sulla revoca della scorta a Masciari. Resto preoccupato per lui e per i suoi familiari, dato che la ’ndrangheta non dimentica i propri nemici ed è solita vendicarsi quando sui fatti rilevanti calano il silenzio generale e l’attenzione pubblica».
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