lunedì,Dicembre 30 2024

Centenario della nascita di Pasolini, il sindaco di Gerocarne intitola un ponte al poeta, regista e sceneggiatore

Il Comune di Gerocarne, la Cineteca della Calabria e l'associazione Nish, insieme per un progetto dedicato a Pasolini

Centenario della nascita di Pasolini, il sindaco di Gerocarne intitola un ponte al poeta, regista e sceneggiatore

Nella giornata di ieri, presso il Sistema Bibliotecario di Vibo, il sindaco di Gerocarne, Vitaliano Papillo, il presidente della Cineteca della Calabria, Eugenio Attanasio e il presidente di Nish, Ivano Tuselli, hanno tenuto una conferenza stampa in occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, per illustrare una serie di manifestazioni che hanno preso il via oggi con la cerimonia di “Intitolazione Ponte di Ariola di Gerocarne a Pier Paolo Pasolini” e la mostra fotografica, curata da Eugenio Attanasio e Antonio Renda dal titolo: “Pasolini – la Calabria, il cinema, Itinerari emotivi”. Il rapporto di Pasolini con la Calabria era iniziato nel 1959, a Roma. Per “Successo”, il mensile milanese diretto da Arturo Tofanelli, accettò di realizzare un reportage da pubblicare a puntate sui litorali italiani in piena stagione balneare. Così, al volante della sua Fiat Millecento, accompagnato dal fotografo Paolo di Paolo, iniziò il suo periplo per la Calabria. [Continua in basso]

Pier Paolo Pasolini

Il viaggio. Sulla strada per Crotone incontra, illuminati dal sole, due uomini che gli fanno segno di fermarsi. Arriva a Cutro che definisce “il paese dei banditi”, beccandosi la querela del sindaco. Proprio nei giorni in cui il suo romanzo “Una vita violenta” riceveva il Premio letterario “Crotone” per la narrativa. Poi per fortuna tutto rientrò, la querela fu archiviata e, soprattutto, ci furono le spiegazioni. Pasolini scrisse lettere aperte e accettò incontri chiarificatori con intellettuali e studenti cutresi. Per lui – spiegò – «il termine “banditi” voleva dire “emarginati”, uomini banditi dalle classi dominanti che li sfrutta. Tornò infatti a girare spesso in Calabria, proprio a Crotone e nelle vicinanze, alcune parti di “Comizi d’amore” (1963) e “Il Vangelo secondo Matteo” (1964). In questi anni frequenta molti intellettuali come Francesco Leonetti,Leonida Repaci, Mario Gallo con il quale collabora scrivendo testi per i suoi documentari. Era di famiglia calabrese Ninetto Davoli, che accompagnò a lungo la sua vita e partecipò a gran parte della sua filmografia, erano calabresi la Madonna giovane de Il Vangelo (Margherita Caruso) e San Tommaso (il partigiano Rosario Migale). In quegli anni Pasolini conobbe vari esponenti della cultura regionale, tra cui lo scrittore serrese Sharo Gambino e il regista e sceneggiatore vibonese Andrea Frezza. Questi lo accompagnarono alla scoperta delle realtà contadine dell’entroterra della Calabria centrale, arrivando alla frazione Ariola, che fu oggetto della visita del poeta e del suo personale sostegno, per la costruzione del ponte. Che, nell’occasione del centenario, è stato appunto intitolato al poeta friulano.

Il ponte intitolato a Pasolini

La mostra verrà veicolata nelle scuole calabresi per far conoscere la storia e il rapporto con la Calabria di uno dei più grandi intellettuali italiani del XX secolo. Il sindaco di Gerocarne, Vitaliano Papillo: «Qui giunse lo scrittore Pier Paolo Pasolini, cantore della civiltà contadina, in uno dei suoi viaggi in Calabria, terra a cui si legò intimamente. Di ritorno da una conferenza nell’auditorium della scuola Don Bosco di Vibo Valentia, Pasolini si recò presso la località di Ariola di Gerocarne, dove era in atto una contestazione. La gente si sentiva isolata e rivendicava strade, collegamenti, elettrificazione. Pasolini ebbe modo di ascoltarne i sogni, le speranze, le utopie e soprattutto il disagio. Lo scrittore si assunse l’impegno di porgere un aiuto ai contadini e fu così che, una volta ripartito, fece recapitare al comitato una somma di cinquantamila lire come contributo alla costruzione di un ponte che potesse unire Ariola di Gerocarne con Arena. Questa mostra a ricordo del passaggio e del gesto di uno dei più intellettuali del nostro tempo che condividendo il destino degli umili, seppe trasformare il dolore in poesia».

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