Aggressione nel carcere di Vibo, in sette rinviati a giudizio
Contestati i reati di percosse e lesioni personali aggravate. Sotto processo finiscono anche due imputati di Rinascita Scott
Percosse e lesioni personali aggravate. Questi i reati per i quali il gup, Francesca Loffredo, ha disposto il giudizio nei confronti di sette imputati che dovranno comparire dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia per l’udienza del 20 dicembre prossimo. Si tratta di: Giuseppe Lo Bianco, 50 anni, detto “Peppe da Cina”, di Vibo Valentia; Saverio Laganà, 52 anni, di Seminara; Filippo Orecchio, 27 anni, di Vibo Valentia; Domenico Patania, 40 anni, di Vibo Valentia; Antonino D’Elia, 49 anni, originario di Vibo ma residente a Torino; Luciano Ascone, 51 anni, di Cinquefrondi; Giuseppe Gambettola, 37 anni, di Gioia Tauro.
Secondo l’accusa, il 4 luglio 2018 nel carcere di Vibo, in concorso tra loro e per futili motivi, avrebbero portato a termine un’azione violenta nei confronti di due detenuti di origine straniera aggrediti con calci e pugni. In particolare, ad una delle persone offese è stata provocata la caduta di un dente, oltre a lesioni gravi al volto. [Continua in basso]
Fra le fonti di prova, la relazione redatta dall’amministrazione penitenziaria (direzione del carcere di Vibo) e dalla polizia penitenziaria. Nel collegio di difesa gli avvocati Walter Franzè, Stefania Gullo, Francesco Sabatino, Ignazio Di Renzo, Basilio Foti, Enzo Idà, Cosimo Albanese, Antonio Tomaselli.
L’imputato Filippo Orecchio è rimasto coinvolto anche nel maxiprocesso Rinascita Scott e il 6 novembre dello scorso anno, al termine del rito abbreviato, è stato condannato a 13 anni e 4 mesi di reclusione. Nello stesso maxiprocesso Giuseppe Lo Bianco (difeso dall’avvocato Walter Franzè) è stato invece assolto.
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