Ospedale di Serra, il sindaco di Spadola: «Una realtà che si sta consumando lentamente»
Il primo cittadino: «La buona sanità in trincea nella cattiva gestione aziendale»
«Come sindaco, ma soprattutto come cittadino delle Serre, non posso non ringraziare e non rimarcare il fatto che nell’ospedale di Serra San Bruno vi sono figure di grande professionalità e umanità ma soprattutto con un grandissimo senso del dovere. Riporto la mia testimonianza su una vicenda accaduta circa 20 giorni fa, giorni in cui ho visto personalmente la professionalità e l’impegno a partire dal Pronto soccorso passando per la Radiologia e per finire al reparto di Medicina generale». Esordisce cosi l’amministratore di Spadola, Cosimo Damiano Piromalli, tracciando, in un documento, lo stato in cui verserebbe – a suo dire – il nosocomio di Serra San Bruno: «medici, infermieri, oss e persino operatori delle pulizie e della mensa, lavorano quotidianamente con dedizione in ambienti puliti e soprattutto all’avanguardia; l’unico problema è che il nostro ospedale, come anche quello di Tropea, ha il destino segnato ed è questa la cruda e amara realtà». [Continua in basso]
Secondo Piromalli «L’azienda sanitaria non supporta queste figure professionali quanto dovrebbe affinché possano espletare il loro ruolo al massimo e questo è sinonimo di mancanza di volontà o di capacità organizzative. La cosa grave – tuona il sindaco – è tutto ciò avviene al solo scopo di lasciar morire lentamente e in agonia queste importanti strutture costate milioni di euro dei nostri soldi pubblici. Noi sindaci, costantemente chiamati a difendere i territori riportandone le esigenze e/o problematiche, non abbiamo mai avvertito la giusta considerazione da parte di chi quotidianamente avrebbe il dovere di tutelare la sanità in territori già abbastanza afflitti, che si sono ritrovati a dover combattere più duramente in piena pandemia e crisi economica a causa della totale assenza di infrastrutture decenti e tali da poter garantire, ad esempio e come minimo, l’intervento tempestivo di un’ambulanza, che può fare la differenza per salvare la vita di un uomo».
L’amministratore del piccolo centro montano, ricorda inoltre che «Qualche tempo fa, avevamo redatto e quindi pattuito, insieme all’azienda, un piano aziendale, richiedendo alcuni servizi affinché gli ospedali di zone montane o disagiate come le nostre, possano funzionare nel migliore dei modi». I punti della richiesta: un Pronto soccorso presidiato h 24 da un organico medico dedicato all’emergenza-urgenza e fortemente integrato con la Medicina territoriale; la presenza di un elisoccorso e di elisuperfici dedicate e l’operatività di più ambulanze, debitamente equipaggiate per far fronte alle emergenze, anche in relazione alla situazione orografica e infrastrutturale dei territori; una chirurgia che effettui interventi in Day Surgery oppure in Week Surgery con la possibilità di appoggio in Medicina per i casi che non possono essere dimessi in giornata e inoltre, considerato i bisogni della popolazione e la presa d’atto che il reparto di Chirurgia di Vibo Valentia è costretto ad inviare gli utenti in altre province, si chiedeva la riattivazione del reparto all’ospedale di Serra San Bruno; l’esecuzione di indagini radiologiche in loco grazie alla presenza di personale qualificato e strumentazioni adeguate; garantire un servizio di dialisi per i pazienti affetti da insufficienza renale acuta e cronica; assicurare l’attività di indagini laboratoristiche che garantiscano la sicurezza e la qualità delle cure, sia in regime ordinario che in emergenza-urgenza.
«Resta inteso che l’ospedale San Bruno – sottolinea Piromalli – debba essere dotato di un reparto di Riabilitazione e Fisioterapia, con contestuale potenziamento della Lungodegenza nonché di anestesisti che garantiscano il servizio h24. Il mio non è un grido di allarme ma un grido di aiuto” , è la constatazione di una triste realtà che si sta consumando lentamente sotto i nostri occhi a discapito dei territori e dei cittadini. Ciò che fa più male conclude il sindaco – è accorgersi che proprio gli stessi cittadini sembrano essersi rassegnati al destino dei nostri ospedali e, altrettanto preoccupante è il fatto che da più parti arrivino notizie che insabbiano il vero stato di quello che un ospedale non è più da tempo. Ci sarebbe tanto altro da scrivere, ma sicuramente avremo modo di discuterlo in altre sedi e soprattutto con chi negli ospedali è sempre in prima linea. Sono disponibile a qualsiasi tipo di iniziativa che possa salvaguardare la sanità pubblica e il bene del territorio, iniziando dall’ennesimo incontro con i principali vertici aziendali, attori politici e associazioni varie, che inviterò personalmente nei prossimi giorni»
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