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Vibo Capitale del libro, il M5S: «Nessun cambiamento». E chiede bilanci e pagamenti fatti

I consiglieri del Movimento 5 Stelle Domenico Santoro e Silvio Pisani si sono rivolti ai vertici dell’amministrazione Limardo. E accusano: «Non sembra che gli obiettivi originari del progetto siano stati riconosciuti e soprattutto centrati»

Vibo Capitale del libro, il M5S: «Nessun cambiamento». E chiede  bilanci e pagamenti fatti
Il Comune di Vibo

Vibo Valentia non è più Capitale Italiana del libro, il passaggio di testimone con la città di Ivrea è avvenuto qualche tempo fa al Salone Internazionale del libro di Torino, ma qualcuno adesso chiede di sapere come è andata. Si vuole, insomma, conoscere gli aspetti culturali ed economici di una esperienza durata un intero anno di attività amministrativa. Tradotto: si vuole sapere direttamente dagli amministratori comunali se la città capoluogo di provincia abbia tratto o meno dei vantaggi da questo titolo nazionale. Sono stati i consiglieri comunali del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle Domenico Santoro e Silvio Pisani a prendere carta e penna ed a rivolgere una interrogazione – a risposta immediata –, da discutere in occasione della prossima convocazione del Question Time, indirizzata al presidente del consiglio comunale di Palazzo Luigi Razza Rino Putrino, al sindaco della città Maria Limardo e all’assessore alla Cultura Antonella Tripodi, anche se quest’ultima è subentrata all’ex assessore Daniela Rotino, praticamente ad esperienza ormai terminata. [Continua in basso]

«Vibo non ha migliorato la sua stratificazione culturale»

Ma cosa chiedono di preciso nella loro interrogazione i rappresentanti pentastellati ai vertici dell’amministrazione cittadina? Presto detto: Domenico Santoro e Silvio Pisani chiedono di avere contezza del «bilancio culturale, non organizzativo (ovvero non il numero dei convegni), e il bilancio economico ed i pagamenti effettuati». Nella interrogazione rivolta al presidente del Consiglio, al primo cittadino e al titolare della Cultura, i consiglieri del Movimento 5 Stelle – a motivazione della richiesta – fanno infatti presente che «non sembra che Vibo Valentia abbia migliorato la sua stratificazione culturale e che il libro sia entrato prepotentemente nella vita dei cittadini della città e delle frazioni». Ma non basta: a parere sempre dei rappresentanti della minoranza consiliare al Comune capoluogo, non sembra neanche che si notino «cambiamenti culturali della società vibonese» e «che i giovani abbiano trovato vantaggio, che le case editrici vibonesi siano rifiorite, che la lettura sia incrementata e le biblioteche vibonesi abbiano avuto un vantaggio sensibile (vedi Vibo Marina). Anzi, – puntualizzano ancora Domenico Santoro e Silvio Pisani – fra quelle esistenti alcune sono vicino alla chiusura ed altre vivono momenti difficili».

E non sembra, inoltre, che «l’evoluzione tecnologica e i servizi online siano stati potenziati e messi a disposizione dei cittadini. In definitiva – questa l’ulteriore considerazione dei consiglieri di opposizione rivolta agi vertici dell’amministrazione – non sembra che gli obiettivi originari del progetto siano stati riconosciuti e soprattutto centrati». Da qui, infine,  – come anticipato – la richiesta avanzata dagli interessati al presidente del civico consesso, al sindaco e all’assessore alla Cultura di  conoscere il «bilancio culturale, non organizzativo (ovvero non il numero dei convegni), e il bilancio economico ed i pagamenti effettuati».

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