giovedì,Novembre 28 2024

Peste suina, il presidente dei veterinari di Vibo Massara: «Evitare che arrivi da noi» – Video

Parla il rappresentante dei medici che illustra le attività di prevenzione del contagio tra maiali e cinghiali che verranno messe in atto in Calabria

Peste suina, il presidente dei veterinari di Vibo Massara: «Evitare che arrivi da noi» – Video

di Agostino Pantano

Peste suina, che fare. La risposta la dà Francesco Massara, presidente dell’Ordine dei medici veterinari della provincia di Vibo Valentia, che dice: «Siamo pronti in tutta la regione». Massara, insomma, suona la carica dopo il varo del “Piano regionale per gli interventi urgenti per la gestione, il controllo e la eradicazione della peste suina africana nei suini di allevamento e nei cinghiali“. L’atto di approvazione del documento, reso norma grazie al decreto 109, direttamente varato dal commissario per la Sanità Roberto Occhiuto, recepisce le disposizioni del Piano nazionale e risale al 30 agosto scorso. «Siamo già formati e abbiamo tutta l’attrezzatura che ci serve – aggiunge Massara – ma molto dipende anche dagli allevatori». L’epidemia, trasmissibile da animale ad animale – con effetti sull’uomo solo in caso di utilizzo a fini alimentari di carne infettata – non è ancora arrivata nelle regioni del Sud. [Continua in basso]

«Casi – aggiunge il veterinario dell’Asp vibonese – ne sono stati registrati in Liguria e nelle province di Alessandria e Rieti, ma vista la gravità della malattia e la velocissima capacità di trasmissione, è giusto stare in guardia ed evitare che arrivi da noi». Maiali e cinghiali quanto mai osservati speciali, quindi, ecco perché è stata allargata la possibilità di cacciare anche nelle aree protette, ovviamente a favore di chi è dotato del tesserino di “selecontrollore” dopo il corso di formazione da diversi anni organizzati dalla Regione. La novità – conclude Massara – è che quando, a seguito delle nostre ispezioni oppure nel caso in cui l’allevatore ci segnali la morte di un capo, noi preleviamo dei campioni che, se dovessero rivelarsi infetti, autorizzerebbero l’abbattimento non solo di tutti gli animali di quell’allevamento, ma anche di quelli presenti nell’area individuata e assegnata al nostro controllo».       

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