sabato,Novembre 30 2024

Inaugurata a Pizzo la panchina europea dedicata ad Antonio Megalizzi

L'omaggio al giornalista morto a 29 anni durante la strage di Strasburgo è stato promosso dall'associazione Adesso Pizzo. Il sindaco Pititto: «Condividiamo valori di solidarietà e pace»

Inaugurata a Pizzo la panchina europea dedicata ad Antonio Megalizzi
La panchina europea di Pizzo
Falcone,Folino, Tozzi e Pititto

L’associazione di promozione sociale “Adesso Pizzo”, con il patrocinio del Comune di Pizzo, ha promosso ieri pomeriggio l’inaugurazione della panchina europea dedicata alla memoria di Antonio Megalizzi, giornalista morto a soli 29 anni durante un attentato a Strasburgo. La panchina si trova a Pizzo, nella piazza antistante il Castello Murat, vicina ad altre tre panchine realizzate per sensibilizzare le persone su alcune tematiche (una contro la violenza sulle donne, una per la conoscenza dell’endometriosi, l’altra – la più recente – contro le discriminazioni di genere). All’inaugurazione sono intervenuti il sindaco Sergio Pititto, Mariasophia Falcone (membro della Gioventù Federalista Europea) e Simone Folino, del Movimento Federalista Europeo di Vibo Valentia. [Continua in basso]

Antonio Megalizzi

L’iniziativa fa parte di un progetto con cui sono già state realizzate 40 panchine europee. La coordinatrice dell’evento è stata Maria Francesca Tozzi, dell’associazione Adesso Pizzo, che, dopo avere ringraziato i presenti, ha letto la lettera di saluti giunta dalla fondazione Megalizzi. Ecco parte del contenuto della lettera: «Una panchina è un luogo di incontro dove persone di generazioni diverse possono confrontarsi, ma anche prendersi del tempo per discutere di problematiche sociali. La panchina europea può contribuire a rendere la cittadinanza critica e consapevole. Antonio era un giornalista e, come tale, approfondiva e studiava molto. Tra le sue passioni anche e soprattutto i principi dell’Unione Europea, che ha sempre provato a raccontare in modo semplice ed efficace. Era un comunicatore, amava il confronto e aveva uno stile inconfondibile. Viaggiava spesso per scoprire nuovi luoghi e nuove storie. Si confrontava all’università, in radio, al bar e una panchina come questa avrebbe fatto al caso suo per fermarsi anche per strada e scambiare qualche parola».

Dopo avere preso la parola e ringraziato i presenti, il sindaco Sergio Pititto, ha riferito che quella di ieri per lui è stata una giornata triste: «Oggi perdo un amico, Raffaele Iorfida». Dopo un momento di commozione dovuto alla morte del consigliere comunale di Vibo Valentia, il sindaco ha poi proseguito: «Vedo tanti ragazzi questa sera qui e non potevano fare regalo più grande alla città di Pizzo. La società cresce con i giovani e con questa panchina lo si fa con principi come solidarietà e pace».
Mariasophia Falcone ha quindi precisato: «Parlare di Europa nella mia comunità mi emoziona molto. La panchina è un simbolo e un simbolo è sempre una scelta. Antonio Megalizzi credeva nell’Europa, sia nei suoi aspetti semplici che in quelli complessi. Questa panchina volge al lato mare ed è proprio nel mare Mediterraneo che sono morte tante persone per arrivare in Europa, la loro terra promessa. Con questa panchina la comunità pizzitana sceglie di stare dalla parte della Costituzione e dei valori della Comunità europea».

Simone Folino ha dal canto suo evidenziato: «Condividere con la comunità locale i valori di solidarietà e pace è alla base del manifesto di Ventotene. In qualità di membri del movimento provinciale partecipiamo a progetti di educazione civica nelle scuole e ci occupiamo di eventi culturali con diverse associazioni. Portare a Pizzo questo simbolo, che ci ricorda i valori della Comunità Europea, per noi è importante. La panchina di Pizzo è vicina a uno dei simboli della città: il castello Murat e di questo sono felice. L’identità culturale deve unire e non dividere, e gli attentatori di Strasburgo non perseguivano questa idea. La panchina ci deve ricordare che la strada è lunga ma va percorsa anche con simboli di questo tipo». Infine, Sergio Pititto ha concluso: «Dobbiamo sentirci Europa in una piccola comunità».

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