Vibo, Tucci (M5S) presenta la candidatura: «Nel centrodestra non sono d’accordo su nulla»
Conferenza stampa del deputato uscente nella sede del Movimento 5 Stelle in vista del voto del 25 settembre. Presenti anche Giuseppe Fabio Auddino, candidato al Senato, e il vicepresidente nazionale Michele Gubitosa che chiarisce: «Con il Pd non vogliamo avere nulla a che fare»
«Siamo qui per aprire ufficialmente la campagna elettorale. Una campagna che vede il Movimento 5 Stelle in forte ascesa rispetto a quello che era il trend di questi ultimi mesi. Stiamo riconquistando una parte importante del nostro storico elettorato e di questo non possiamo che esserne fieri. Evidentemente la proposta del nostro presidente Giuseppe Conte viene accolta con una certa serietà e concretezza da parte dei cittadini». Così questa mattina davanti ai giornalisti Riccardo Tucci, deputato vibonese uscente, che correrà alla Camera nel collegio di Vibo-Gioia Tauro all’uninominale e nel listino proporzionale in vista del voto per le Politiche del prossimo 25 aprile, in apertura di conferenza stampa, convocata presso la sede del movimento di Vibo Valentia, per illustrare le ragioni della sua ricandidatura. E pur riconoscendo che in questo momento «il trend dice centrodestra e la legge elettorale favorisce le coalizioni (il M5S correrà da solo)», il deputato – rispondendo sul finire di incontro alle domande dei cronisti su legge elettorale e mancato accordo con il Pd – ha chiarito che «la legge elettorale è la stessa del 2018 e anche allora favoriva le coalizioni, ma alla fine il risultato è stato a dir poco sorprendete e il Movimento 5 Stelle ha portato i risultati che ha portato. Se oggi fossi al posto dei rappresentanti del centrodestra non canterei vittoria troppo presto anche perché, seguendo il dibattito nazionale, vedo delle contraddizioni che a un elettore attento non possono sfuggire. Ad esempio, – ha fato presente il deputato – un elettore vota Salvini perché è contrario alle sanzioni alla Russia, ma Forza Italia è d’accordo, mentre la Meloni non si pronuncia. Voto Fratelli d’Italia perché vuole abolire il Reddito di cittadinanza, da due anni la Meloni “definisce metadone di Stato”, però dall’altro lato si trova Salvini e Berlusconi che non lo vogliono cancellare. E allora – si è chiesto Tucci – perché l’elettore della Meloni dovrebbe votarla se gli stessi suoi alleati dicono il contrario di quello che dice lei? Stessa cosa sullo scostamento di bilancio. Noi diciamo da marzo di fare un intervento sul caro bollette e sul caro energia, oggi lo dicono tutti, ma Conte passava per il “disturbatore” quando invece lo diceva lui. Oggi, ripeto, lo dicono tutti: Salvini dice che vuole fare lo scostamento di Bilancio, però la Meloni no, perché vuole tassare l’extragettito. E poi la Flat tax, Salvini la vuole, la Meloni dice che va bene solo in parte. Insomma, io dico di analizzare bene quello che dicono questi leader di partito e poi decidere per chi votare. Le loro sono promesse stile Cetto La Qualunque. Oggi non sono d’accordo su nulla. A chi è indeciso – ha chiuso Tucci – dico di valutare bene cosa dicono questi leader del centrodestra». [Continua in basso]
Prima di lui la risposta ai cronisti è giunta da parte di Michele Gubitosa, vicepresidente nazionale del Movimento, il quale ha detto a chiare lettere che il Movimento «ha voluto prendere le distanze da quella gestione del rinviare di continuo i problemi. Tutti applaudivano Draghi, ma a breve la gente non avrebbe potuto pagare le bollette e, dunque, ci siamo astenuti dalla fiducia. Poi è accaduto di tutto: il centrodestra ha cominciato a dire di tutto di più, mentre Letta anziché darci ragione ha detto che non si sarebbe alleato con il Movimento perché era astenuto. E il giorno dopo ha aperto a Fratoianni, che ha votato oltre cinquanta volte contro la fiducia, e in più ha aperto a Brunetta, Gelmini e Carfagna. A questo punto, noi non abbiamo capito quello che stava accadendo. Ma noi guardiamo ai temi dei cittadini, il resto non ci interessa. Siamo andati e andiamo orgogliosamente da soli in questa campagna elettorale perché – ha concluso il vicepresidente nazionale – con il Pd non vogliamo avere nulla a che fare». Presente all’incontro di stamane anche il candidato al Senato (collegio uninominale e proporzionale) del Movimento Giuseppe Fabio Auddino.
Dalla riapertura della Joppolo-Coccorino all’emendamento “Salva Provincia Vibo”. Poi il porto
Tornando alle ragioni alla base dalla ricandidatura di Tucci, quest’ultimo ha inteso subito chiarire che la decisione che lo ha portato a decidere per la scesa in campo per prima cosa «sono stati i risultati, di cui sono stato artefice per il territorio vibonese e non solo. Nel novembre 2018 – ha dunque riferito, tra l’altro, il deputato – mi sono attivato per la riapertura al traffico della strada Joppolo-Coccorino, interrotta a causa di una frana, per un importo complessivo di lavori di 5 milioni di euro. Operazione conclusa con esito positivo. Sono autore di un emendamento, poi, approvato, cosiddetto “Salva Comune” che destinerà 12 milioni al Comune di Vibo Valentia. Sono autore di un emendamento, poi approvato, cosiddetto “Salva Provincia Vibo” che consentirà all’Ente di rimettersi in piedi e dopo 8 anni la Provincia è stata messa nelle condizioni di approvare il bilancio. Così facendo potrà essere destinataria di trasferimenti statali, accendere mutui, programmare opere pubbliche». Detto questo, Tucci ha ricordato di essersi attivato anche «per salvare un finanziamento, che sarebbe andato perso, di 18 milioni per il potenziamento del porto di Vibo Marina. Sullo stesso porto ho presentato un emendamento per l’allestimento di un sistema sottomarino per la creazione di energia, per un valore di 80 milioni di euro. Ho contribuito alla riapertura della biglietteria della stazione di Vibo-Pizzo e ho chiesto l’istituzione, poi accordata, delle fermate dei treni veloci, da Italo al Frecciarossa. Da qui, la decisione da parte di Ferrovie dello Stato di investire sull’hub ferroviario con il restyling e l’ammodernamento della stazione. Ho promosso diversi tour tematici in giro per la Calabria, durati mesi, per spiegare le misure più importanti del Movimento 5 stelle, dal reddito di cittadinanza al Superbonus, passando per il decreto dignità. Ho compiuto un tour di “ascolto” sui problemi degli Lsu. Sono autore di sette emendamenti approvati per la stabilizzazione dei Lavoratori socialmente utili e di Pubblica utilità. Provvedimenti che hanno interessato circa 20.000 precari storici in tutto il Sud Italia».
L’impegno di Auddino per i precari del sud e per il porto di Gioia Tauro
Dopo il deputato vibonese ha preso la parola Giuseppe Fabio Auddino, il quale anche lui ha ripercorso l’impegno svolto in questo mandato parlamentare. «Grazie a ben sei emendamenti presentati nel Conte 1 e nel Conte 2 – ha riferito il senatore uscente – , con i quali ho previsto tra l’altro la storicizzazione delle somme, con incremento del fondo per gli Lsu di 50 milioni di euro annui di ulteriori 9 milioni di euro all’anno, e la deroga ai vincoli assunzionali, si è arrivati all’assunzione a tempo indeterminato da parte dei Comuni di questa categoria di lavoratori precari da 25 anni. Da ultimo, con una norma inserita dal Governo nel testo del Milleproroghe, è stato raggiunto un altro grande risultato politico personale e del Movimento 5 Stelle: l’equiparazione salariale tra gli ex Lsu ed Lpu calabresi con lo stanziamento di un contributo ministeriale pari a 9.296,22 euro annui, prima riservato ai soli lavoratori socialmente utili, anche ai lavoratori di pubblica utilità».
Poi il rilancio del porto di Gioia Tauro: «A settembre 2018 – ha detto sempre Auddino – insieme all’allora Ministro Toninelli ed all’allora commissario Agostinelli abbiamo intrapreso un percorso di rilancio dello scalo che viveva la sua crisi più grave, utilizzato neanche al 50% delle proprie potenzialità. In meno di un anno è stata sbloccata la situazione di stallo e sono stati scongiurati i licenziamenti: la società MSC è diventata unica titolare della concessione del terminal, i volumi di traffico sono aumentati considerevolmente, sono arrivate al porto dalla Cina tre gru di ultima generazione, è approdata la Msc Sixin, una delle più grandi navi portacontainer al mondo, il collegamento ferroviario con il porto è diventato di proprietà della Rete ferroviaria italiana. Con un emendamento a mia prima firma è stata prevista la spesa di 6 milioni di euro per l’ammodernamento e lo sviluppo del retroporto di Gioia Tauro. Siamo in dirittura d’arrivo, tra qualche mese verranno avviati i cantieri per i lavori di riqualificazione previsti nell’ambito della viabilità, dei trasporti, della logistica e del decoro urbano delle aree industriali retroportuali (realizzazione di una pista ciclabile, di una pista podistica e di percorsi pedonali, di un parco urbano alberato ed attrezzato con aree di sosta per lo sport e la predisposizione dell’impianto di pubblica illuminazione led e dell’impianto di videosorveglianza). Il cronoprogramma dei lavori prevede l’avvio dei cantieri nel primo trimestre dal 2023 e la fine dei lavori nel terzo trimestre del 2024, con la fase del collaudo alla fine del 2024».
Sempre proposta legislativa di Auddino, recepita nel “decreto agosto” del 2020, sono stati inseriti nella Gioia Tauro Port Agency, agenzia per la ricollocazione dei lavoratori presso il Porto di Gioia Tauro, «tutti i portuali compresi quelli non alle dipendenze del principale terminalista. Un’ulteriore mia proposta legislativa recepita nel Milleproroghe del dicembre 2020, ha garantito la permanenza negli elenchi delle agenzie di somministrazione portuale di Gioia Tauro e di Taranto di tutti i lavoratori finché le agenzie saranno in vita ed ha prorogato entrambe le agenzie per ulteriori 6 mesi rispetto ai 48 previsti dalla legge. Da ultimo, un emendamento del Movimento 5 Stelle alla manovra finanziaria 2022, ha stabilito la proroga delle agenzie da 54 a 78 mesi e lo stanziamento di 8,8 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023». Infine, Auddino risulta primo firmatario della prima proposta di maggioranza per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali, presentata in Senato il 26 luglio 2018.