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“Seven” e “Main”, due gioielli della nautica affiancati nel porto di Vibo Marina

Si tratta di due superyacht, il primo appartenuto a Ennio Doris, il secondo di proprietà di Giorgio Armani. Lo scalo della frazione si conferma, anche grazie a queste presenze, un importante punto di riferimento per la nautica italiana e internazionale

“Seven” e “Main”, due gioielli della nautica affiancati nel porto di Vibo Marina
"Main" e "Seven" nel porto di Vibo Marina FOTO

Non capita tutti i giorni, né in tutti i porti, poter ammirare contemporaneamente due capolavori della cantieristica italiana. Presso il pontile “Marina Carmelo” di Vibo Marina sono attraccati, uno accanto all’altro, due delle più prestigiose imbarcazioni da diporto. I due superyacht, uno a vela e l’altro a motore, avevano già toccato il porto vibonese nei mesi scorsi. La prima è il “Seven”, costruita nei cantieri Perini di Viareggio e appartenuta ad Ennio Doris, fondatore di Banca Mediolanum, una barca che offre anche uno spettacolo notturno grazie al suo particolare sistema di illuminazione. La seconda è la barca “fashion” di Giorgio Armani, uno degli yacht più lussuosi ed eleganti al mondo, costruito interamente in Italia nei cantieri Codecasa di Viareggio nel 2008: 65 metri di lunghezza e 11,20 di larghezza, con scafo in acciaio e sovrastrutture in alluminio. Gli interni (una suite armatore e sei cabine ospiti) sono stati curati personalmente dallo stilista milanese e vengono utilizzati anche come set fotografico per servizi di moda. [Continua in basso]

Ecco le ricadute economiche per il territorio

Questo tipo di notizie vengono spesso prese di mira sui social con gratuito sarcasmo che spesso nasconde molta disinformazione. L’argomento più usato è costituito da una presunta mancanza di ricadute per il territorio, ma bastano pochi numeri per smontare questo tipo di affermazione. Il “Main”, ad esempio, ha una capacità di 160.000 litri di gasolio e di 30.000 litri di acqua. E’ facile immaginare le cifre che occorrono per fare quello che in gergo marinaro si chiama “bunkeraggio”, cioè rifornimento, e sono soldi che in qualche modo vengono lasciati sul territorio. A ciò si aggiunga l’approvvigionamento alimentare di cui le imbarcazioni hanno bisogno e anche in questo caso la relativa spesa diventa appannaggio dei fornitori locali. Si aggiunga che lo stazionamento in porto non è gratuito, ma vengono pagate tasse di ancoraggio oltre all’indotto che la presenza dell’imbarcazione è in grado di attivare. Da non dimenticare forse l’aspetto principale e cioè la ricaduta positiva in termini d’immagine a favore del porto ospitante. I cosiddetti superyacht, anche se appartengono a gente che non suscita molta simpatia, sono un formidabile biglietto da visita per le località in cui essi sono presenti. Basta pensare che pochi porti del Mediterraneo vengono toccati da questo tipo di imbarcazioni e precisamente quelli che rappresentano mete riconosciute dal turismo internazionale d’elite: Montecarlo, Majorca, Sardegna, Taormina, Isole greche, Eolie, Pantelleria e poche altre. Essere in qualche modo inseriti in questo ristretto numero basterebbe, da solo, a costituire un elemento distintivo di prestigio. E il porto di Vibo Marina si conferma, anche grazie a queste presenze, un importante punto di riferimento per la nautica italiana ed internazionale.

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