Gratteri contro la riforma Cartabia: «Non voglio essere indagato, gli editori chiedano di cambiarla»
L’affondo del procuratore di Catanzaro nel corso della conferenza stampa indetta questa mattina nei locali della nuova procura del capoluogo di regione per riferire sulla maxi operazione contro la ’ndrangheta a Cosenza
di Luana Costa
«La stampa è potente, ha potere. Chiedete ai vostri editori di dire ai referenti politici di cambiare la legge. Fin quando non cambia la legge io non intendo essere né indagato né sottoposto a procedimento disciplinare». Così il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso della conferenza stampa indetta questa mattina nei locali della nuova procura del capoluogo di regione per fornire i dettagli dell’operazione denominata Sistema Cosenza. Il procuratore Gratteri si riferisce a quella parte della riforma firmata dal ministro della Giustizia Marta Cartabia che pone un limite, tra l’altro, alle conferenze stampa di pm e forze dell’ordine, che dovranno essere autorizzate dal procuratore capo in casi di particolare rilievo, e in cui le informazioni dovranno essere fornite «in modo da assicurare, in ogni caso, il diritto a non essere indicati come colpevoli fino a sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili». Una norma contro la quale il procuratore capo di Catanzaro si è schierato fin dal principio e sulla quale è tornato a esprimersi anche oggi. [Continua in basso]
Ad inizio conferenza stampa ha anche spiegato le motivazioni dell’iniziale annullamento: «Ho inizialmente disdetto perché già alle 5 di questa mattina qualche sito on line ha divulgato i nomi e le posizioni delle persone indagate. Quando è stata approvata questa legge (Cartabia ndr) c’è stato il silenzio assordante dei consigli dell’ordine dei giornalisti sia nazionale che quello dei sindacati. Nessuno si è accorto di questa riforma salvo poi da stamattina ricevere centinaia di telefonate anche di testate giornalistiche nazionali che vogliono notizie o addirittura l’ordinanza. Cosa impossibile, attrezzatevi e protestate però la norma è questa e noi la dobbiamo osservare. Ho cambiato idea e ho deciso di fare la conferenza stampa perché mi dispiaceva per la polizia giudiziaria che ha lavorato. Questo è veramente un lavoro di anni faticosissimo».