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Caro energia, il monito dell’esperto: «Intervenire subito o sarà un massacro»

Gennaro Olivieri opera in Calabria come consulente d’impresa per ottimizzare i consumi e ridurre i costi: «Senza sostegni economici sarà un disastro»

Caro energia, il monito dell’esperto: «Intervenire subito o sarà un massacro»

di Francesco Rende

«Purtroppo non ci sono soluzioni a breve termine. O interviene il Governo con provvedimenti specifici, ad hoc, oppure entro la fine dell’anno tantissime aziende, negozi, attività commerciali chiuderanno i battenti definitivamente. Non ci sono altre vie d’uscita».

L’analisi, impietosa, arriva da chi tutti i giorni lavora con le imprese, fianco a fianco, cercando di armonizzare i costi delle utenze e ottimizzare i consumi: Gennaro Olivieri, ingegnere energetico e nucleare e energy manager, non ha dubbi: «Bisogna ragionare con i numeri che si hanno a disposizione e non si può far finta di nulla: se non si interviene subito, sarà un massacro».

La durezza di questa presa di posizione sta tutta nei numeri. I prezzi del gas e dell’energia elettrica, rispetto a solo dodici mesi fa, hanno avuto aumenti che sono impensabili a vederli nei numeri. «Il mercato dell’energia è complesso – spiega Olivieri – lavora su indici e borse, ai quali si aggiunge uno spread da parte delle aziende che rappresenta il loro margine di guadagno: per capire, a gennaio 2021 il prezzo dell’energia elettrica era di 0,06 kwH. A luglio del 2022 il prezzo è di 0,44, ma oggi 29 agosto è già salito a 0,74 centesimi! Capite che da 6 centesimi a 74 la differenza di prezzo è enorme».

Il discorso peggiora ancora di più quando si parla di gas: «Lì i rialzi sono stati ancora più importanti. Il gas a gennaio 2021 veniva venduto a 19 €/kwH, a luglio è arrivato a 173 €, ad agosto 226 e i futures nelle previsioni portano ad un rialzo importante anche per i prossimi mesi: tutto questo ha delle ricadute immediate nelle tasche dei cittadini e delle imprese. Perciò, quando vediamo le bollette pazze che stanno esponendo i ristoratori, i supermercati, dobbiamo pensare proprio a questo: è la realtà dei fatti e dobbiamo conviverci».

Ma cosa possiamo fare, quindi, per ridurre i costi?
«Purtroppo niente. La situazione è questa e non si può invertire: le uniche cose che si possono fare sono verificare e analizzare le fatture, vedere se ci sono costi fissi anomali o spread troppo alti, ma per il resto la soluzione è una sola: ridurre i consumi».

Ma scusi, ma un supermercato, un’azienda, come fa a ridurre i consumi?
«È brutto da dire, ma bisogna fare delle valutazioni. Se vende tre gelati e quel congelatore consuma venti euro al giorno, quel frigorifero va staccato, messo da parte, e gelati non se ne vendono più. Spiace dirlo, ma al momento non ci sono soluzioni alternative: chi ha due celle deve stringere il cibo in una sola cella e spegnere l’altra, perché questo gli può permettere di abbattere i costi. Certo, poi possiamo installare sistemi di monitoraggio puntuale dei sistemi elettrici, occorre verificare che i macchinari presenti consumino il giusto, ma sono palliativi. Le mazzate ci sono e ci saranno, senza purtroppo poterle evitare: ho visto nei giorni scorsi moltissime bollette dei miei clienti e mi si è spezzato il cuore per loro. Uno di loro mi ha detto che chiuderà e che prenderà la disoccupazione, in attesa di poter poi eventualmente riaprire».

E il fotovoltaico, le rinnovabili? Non possono aiutare?
«Certo che possono aiutare, ma non sono una soluzione immediata. Bisogna puntare sempre più su fotovoltaico, lampadine a led, efficienza energetica, ma ogni soluzione va calcolata bene, strutturata e valutata. Il fotovoltaico è una soluzione di energia non continua ma intermittente: certo, si possono abbinare le batterie di accumulo, ma i sistemi sono molto costosi. C’è il rischio che, senza corrette valutazioni, il sistema non sia ben tarato e non regga alla produzione, o che d’inverno non ci sia la sufficiente produzione, quindi oltre al costo delle bollette c’è il rischio di dover aggiungere le rate dell’impianto che va poi giustamente pagato. È una soluzione, certo, ma non è immediata e soprattutto non elimina un problema: le fatture che stanno arrivando adesso vanno pagate, e come fanno imprese e negozi? Queste cifre sono insostenibili».

Lei parlava di interventi governativi: a cosa si riferisce?
«Servono sostegni immediati, aiuti a chi paga, sgravi, ma servono subito. Eppure la politica si concentra sulla campagna elettorale, sul Ponte, sui meme: bisogna fermare chi specula. Il mercato dell’energia funziona con le riserve, con gli stock, come sempre: le aziende hanno acquistato sul mercato energia ad un determinato prezzo, ad esempio a 15 centesimi, ma rivendono al prezzo di adesso. Il Governo doveva tassare proprio questi maxi profitti, ma ha incamerato zero».

Si parla di nucleare e rigassificatori: è questa la strada?
«Ma guardi che è l’unica soluzione: dobbiamo certamente investire in maniera massiccia, pesantissima, sulle energie rinnovabili, ma anche avere la consapevolezza che purtroppo non si potrà tornare indietro. Ci siamo illusi che l’energia potesse essere a basso costo ma adesso è finita: bisogna analizzare i consumi, fare scelte anche impopolari ma farle. Non si potrà evitare di investire sul nucleare, così come non si potranno evitare i rigassificatori. Gioia Tauro? Non so se ci sia un’infrastruttura pronta per accoglierlo in tempi brevi, di certo in Italia non ci si potrà opporre, sono opere strategiche».

E nell’immediato cosa si potrà fare?
«Eliminare gli sprechi, tutti. Adesso gli energy manager serviranno non solo alle aziende, ma a tutti, anche nelle abitazioni: se in una piccola azienda, in un supermercato, una macelleria, le utenze diventano un costo di 30mila euro annuo, hanno bisogno di essere monitorate, perché si può risparmiare anche 4-5 mila euro. Gestire gli sprechi nelle case sarà fondamentale: servono elettrodomestici nuovi e a basso consumo, perché se una caldaia costa mille euro e te ne fa pagare 1500 in più ogni anno perché funziona male, è un investimento che si ripaga subito. Riscaldamento, acqua, gas, luce, andrà monitorato tutto senza tralasciare nulla. Purtroppo ci aspettano mesi difficili, e senza sostegni sarà dura andare avanti».

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