Lavoratori stagionali e sfruttamento in Calabria, conclusa a Pizzo la campagna dell’Usb
Il sindacato conclude la stagione 2022 “Cercasi schiavo”. Diversi i temi trattati nel corso di un dibattito tenuto al castello Murat
Dibattito sull’andamento della stagione estiva con il sindacato Usb che ne ha discusso con amministratori e lavoratori al castello Murat di Pizzo. Lo sfruttamento dei lavoratori il tema centrale, con tantissime voci che hanno offerto «un’analisi peggiore di quella che si può immaginare in merito ai lavoratori stagionali nella nostra regione – afferma l’Usb – fatta di sfruttamento nei settori della ristorazione, del commercio e del turismo. Migliaia di persone soggiornano in questo territorio in strutture stellate e super stellate senza, però, la visione complessiva di quella che è la realtà lavorativa vissuta e percepita da chi opera all’interno del comparto. Tanti giovani cercano di sbarcare il lunario in una terra fatta di povertà, molti altri per mantenersi agli studi, altri ancora per sostenere il bilancio familiare lavorando per 12,14,16 ore al giorno. [Continua in basso]
Non è questo il modo di mantenere i giovani nella nostra regione – sottolinea l’Usb – e non si incentivano con lo sfruttamento, tanto meno si possono sentire le ricette vacue che ogni amministratore propone, peggio ancora le promesse da campagna elettore». L’Usb ha quindi ribadito che bisogna partire dal nemico storico dei lavoratori, ovvero il «virus dello sfruttamento della disuguaglianza, che non fa altro che produrre miseria tra i cittadini e lavoratori. Oggi anche grazie all’Usb questo modus operandi degli imprenditori sta emergendo con forza. Se prima era sostenibile in qualche modo, oggi è diventata una situazione contaminata, che rischia seriamente di trasformare i lavoratori in rimasugli nella regione. Per questo l’Usb anche attraverso i suoi militanti ha introdotto la sua presenza nei centri balneari, per le strade e nelle istituzioni, per dare coraggio, sostegno fattivo, per non far sentire soli i lavoratori stagionali facendo sapere che hanno dalla loro parte una sponda sindacale pronta a ridare e garantire dignità lavorativa. Dignità contro quei padroni che mutano facilmente pelle e si attrezzano con contratti pseudo reali per poi farsi restituire i soldi – contratti di due, tre ore per poi farne svolgere 15 – passando da lavoro povero a lavoro poverissimo, in quanto “se non viene pagato è più che povero”.
Lavoratori dimenticati dalla politica, mai interessata al tema degli stagionali, mai preoccupata del fatto che in questi settori si vive di sfruttamento. Uno sfruttamento giornaliero – rimarca ancora l’Usb – che produce solo lavoro nero, grigio, sottopagato, senza diritti. Che produce meno contribuzione previdenziale e meno indennità di disoccupazione, divenendo in sostanza una sopraffazione dei diritti. Sono buoni solo ad aprire bocca e dare fiato con slogan preconfezionati promuovendo lo stereotipo di lavoratori fannulloni che fruiscono del reddito di cittadinanza. Nessun lavoratore è fannullone se ha un contratto vero, e soprattutto il reddito di cittadinanza li ha resi liberi dal ricatto dei padroni. La battaglia non finisce oggi, anzi l’Usb rilancia con una battaglia nazionale per il reddito minimo, in cui nessuno può percepire meno di 10 euro all’ora anche perché in questo momento, con un’inflazione che supera il 10%, valgono sempre meno. Questo è un impegno a voler dare dignità a tanti giovani ed a tanti genitori che hanno fatto studiare i propri figli in questa terra, pensando che il loro futuro sarebbe stato meglio del presente o del passato. Rilanciamo – conclude l’Usb – il settore del turismo in modo serio e non sullo sfruttamento di tantissimi lavoratori».