giovedì,Dicembre 26 2024

Accorpamento Prefettura, le ragioni dei lavoratori

È «forte» la perplessità sul provvedimento ministeriale che vorrebbe l’accorpamento della Prefettura di Vibo Valentia a quella di Catanzaro.

Accorpamento Prefettura, le ragioni dei lavoratori
La Prefettura di Vibo Valentia

L’osservazione, che si unisce peraltro al coro di protesta registrato nelle scorse settimane, giunge questa volta direttamente dalla Rsu (rappresentanza sindacale unitaria) della stessa Prefettura vibonese. Si tratta del pensiero di sessanta lavoratori, che intendono stigmatizzare la decisione contenuta nel decreto di riordino del ministero dell’Interno, e che, per supportare le loro ragioni, elencando una serie di sensati argomenti.

Senza contare, dicono, «il notevole disagio sia in termini di servizi che di sicurezza per l’intera comunità provinciale» e «l’irrisorio taglio di spesa rispetto ai vari sperperi di risorse finanziarie pubbliche», i lavoratori dell’Ufficio territoriale del governo evidenziano soprattutto le questioni inerenti a sicurezza e ordine pubblico. Non a caso parlano di «gravi criticità legate all’escalation di violenza connessa al riaccendersi di una guerra tra clan mafiosi del Vibonese; ai frequenti episodi di intimidazione; ai 14 Comuni che nell’ultimo decennio hanno subito lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose; alle varie relazioni della Dia; al numero crescente delle informazioni antimafia interdittive; alle operazioni di sbarco dei migranti clandestini: 13 sbarchi per un totale complessivo di 5935 migranti, di cui 370 minori non accompagnati; alla persistente situazione di fragilità economica che porta ad un aumento dell’usura; alla grave crisi occupazionale che ha coinvolto il territorio nell’ultimo quinquennio, e – in ultimo – alle condizioni di dissesto idrogeologico della Provincia di Vibo Valentia, che rendono necessaria la presenza sul territorio di un presidio in grado di coordinare gli interventi di istituzioni e protezione civile».

Elementi «più che sufficienti – sostengono i lavoratori di Palazzo Rizzuti – affinché qualunque autorità governativa, che abbia a cuore la tutela di ogni metro quadrato del territorio nazionale, miri a rafforzare la presenza dello Stato e non proporre, viceversa, alcun tipo di taglio né di strutture né di personale».

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