Mileto, tante iniziative per la Giornata mondiale dei nonni
Per l’occasione il parroco della cattedrale ha istituito un premio dedicato ai rappresentanti della terza età, consegnato durante la messa festiva
È stata una Giornata mondiale dei nonni a 360 gradi, quella vissuta nella parrocchia della basilica cattedrale di Mileto. Al fine di dare pieno significato alla festa istituita due anni fa da Papa Francesco – con l’intento di sottolineare l’importanza degli anziani anche in una società come quella odierna, in cui i paesi più sviluppati “spendono molto per questa età della vita, ma non aiutano a interpretarla: offrono piani di assistenza, ma non progetti di esistenza” – nella realtà parrocchiale della chiesa madre della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea sono state promosse alcune interessanti iniziative. Tra queste, l’istituzione di un premio riservato ai nonni. Molto significativi, in particolare, i momenti vissuti nel corso della messa festiva a loro dedicata. La celebrazione eucaristica, tra l’altro, ha rappresentato il ritorno di don Domenico Dicarlo tra la “sua” gente, dopo la lunga assenza dovuta a una malattia con cui da mesi si ritrova costretto a convivere. Il sacerdote ha presieduto la sacra funzione visibilmente emozionato, affiancato da don Bruno Cannatelli. La consegna del premio a due anziani “buon samaritani” è avvenuta proprio in tale contesto.
Quest’anno, nello specifico, il riconoscimento è stato assegnato ai “nonnini” Adriana Iovine e Francesco Solano, molto attivi all’interno della comunità parrocchiale. Nel solco del messaggio che Papa Bergoglio ha voluto lanciare con l’istituzione della Giornata mondiale, don Dicarlo durante la santa messa ha anche impartito l’unzione degli infermi ad alcuni dei fedeli presenti e ricordato i nonni della parrocchia, deceduti nel corso dell’anno. Tra gli appuntamenti più significativi della giornata, la visita ad alcuni anziani costretti a stare in casa per via delle malferme condizioni di salute. Un’opera di misericordia del nostro tempo attuata nella piena convinzione che – così come scrive nella lettera indirizzata ai fedeli il Pontefice – “avere qualcuno da attendere può cambiare l’orientamento delle giornate di chi non si aspetta più nulla di buono dall’avvenire e che da un primo incontro può nascere una nuova amicizia”.