Rivolta dei casali contro i nobili di Tropea, a Caria la presentazione del convegno
Una conferenza stampa per presentare le tre giornate dedicate all’episodio avvenuto tre secoli fa (6 agosto 1722), che hanno l’obiettivo di «aprire un dibattito storico-culturale e sociale senza precedenti»
Il 6 agosto 1722 è avvenuta la rivolta dei casali contro i nobili di Tropea, un episodio che è rimasto nella memoria collettiva dei ceti popolari e che anticiperà la nascita dei comuni nel 1811. A distanza di tre secoli, per rievocare l’evento, verranno dedicate tre “giornate di studio”, organizzate dalla “Deputazione di storia patria della Calabria”, dal Comune di Parghelia, dal Comune di Drapia, dal centro studi storici e sociali di Parghelia e dalla biblioteca comunale “P. Galluppi” di Drapia. Per presentare le giornate di studio (dal nome “I giorni dell’ira. La rivolta dei casali di Tropea del 1722”) è stata organizzata una conferenza stampa, che si terrà lunedì 18 luglio, alle ore 18:00, nel complesso monumentale (residenza Galluppi) della frazione di Caria di Drapia. [Continua in basso]
Il convegno si svolgerà invece a Parghelia il 4, il 5 e il 6 agosto nella sala consiliare del Comune. Tanti e diversificati saranno i contributi di studiosi, ricercatori ed esperti, con l’obiettivo di «aprire un dibattito storico-culturale e sociale senza precedenti». Si tenterà di fare un’indagine approfondita del territorio storico, basata sul recupero di nuove fonti e su una rilettura delle antiche, in particolare tra il XVII e XVIII secolo, in un’epoca di profonde trasformazioni economiche, di specializzazione produttiva e di spinte congiunturali che investono i luoghi costieri di un Mediterraneo crocevia di traffici e di conflitti di potenze: «Quello che all’epoca rappresentava il distretto regio demaniale di Tropea, potrebbe essere ripensato in prospettiva con altre chiavi di lettura alla luce degli attuali scenari culturali ed economici attraverso la formulazione di proposte e progetti».
La rivolta dei casali di Tropea scoppiata il 6 agosto del 1722, scaturita dall’insofferenza dei ceti popolari ha anticipato quelle che saranno poi i mutamenti politici e amministrativi che hanno portato, nel decennio francese, alla nascita dei comuni in seguito alla riforma amministrativa e politica attuata da Gioacchino Napoleone Murat (nominato re di Napoli dal 1808). Il convegno è stato possibile grazie all’impegno di Saverio Di Bella (già docente di Storia moderna all’Università di Messina ed ex senatore della Repubblica), Francesco Campennì, docente di Storia Moderna all’Unical e presidente Centro di Studi storici e sociali di Parghelia, i quali, insieme allo scrittore Carlo Simonelli, hanno coordinato gli aspetti organizzativi e scientifici del convegno. «Le giornate di studio si aprono al contributo di numerosi studiosi e specialisti in varie discipline con lo scopo di ricostruire gli ambienti urbani e rurali, le dinamiche sociali ed economiche del territorio, i conflitti, il ruolo della Chiesa e della devozione popolare, dell’arte, dei mestieri e delle corporazioni, in uno sforzo critico volto a leggere i fattori che hanno tenuto assieme, nonostante le ripetute scosse e fratture, un vasto territorio della Calabria tirrenica come il distretto demaniale di Tropea, per un lungo tratto di storia. Questa riflessione su un caso di studio specifico, di un territorio urbano e rurale nella Calabria di età moderna, vuole offrire uno strumento comparativo alla riflessione storica sul Mezzogiorno italiano e un terreno di consapevolezza, di confronto di memoria alla politica territoriale e delle risorse culturali nel nostro presente».
L’obiettivo primario del convegno è dunque quello di «avviare, a partire dall’occasione della ricorrenza di un evento storico traumatico, un’indagine approfondita quanto vasta del territorio storico, basata sul recupero di nuove fonti e su una rilettura delle antiche, spaziando alla dimensione del lavoro contadino tra XVII e XVIII secolo, in un’epoca, cioè, di profonde trasformazioni economiche, di specializzazione produttiva e di spinte congiunturali che investono i luoghi costieri di un Mediterraneo crocevia di traffici e di conflitti di potenze».
Altro obiettivo, che scaturisce dal primo, è «quello di fare i conti – secondo le suggestioni della lunga durata – tra sogni e bisogni, ovvero di osservare i cambiamenti che nel corso degli ultimi quattro secoli hanno trasformato, a volte profondamente, sia il rapporto della città di Tropea con il territorio dei suoi antichi casali – oggi nell’insieme costituenti i Comuni di Zambrone, Parghelia, Zaccanopoli, Drapia, Spilinga, Ricadi, Tropea – sia i rapporti degli abitanti della città e degli antichi casali con i contesti urbani e rurali nei quali sono insediati, valutando gli effetti sulla vita economica, sociale e paesaggistica».
Il valore dell’iniziativa è illustrato da Saverio Di Bella: “La rivolta è una delle più importanti verificatesi in quel periodo in tutto il Mezzogiorno e non solo in Calabria. I contadini e ribelli contestano non solo le angherie cui sono sottoposti da parte dei nobili: contestano il potere assoluto della nobiltà, unica legittimata ad eleggere il sindaco di Tropea e dei casali che a sua volta stabiliva i carichi fiscali sulla popolazione. Risultato: su circa 12 mila ducati di tasse da pagare alla Corona la nobiltà ne pagava solo 300, il resto ricadeva sui contadini e sui ceti popolari e artigianali. I casali avevano capito che il problema fondamentale era dunque quello di affrancarsi da Tropea sul piano amministrativo e di autogestirsi autonomamente”.