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Morra contro Mangialavori: «Chiarisca sostegno clan ipotizzato da Dda di Gratteri e l’assunzione della figlia del boss»

Il presidente della Commissione parlamentare antimafia con un Post su Facebook chiama in causa il senatore vibonese, nonchè coordinatore regionale di Forza Italia: dalle dichiarazioni del collaboratore Arena all’operazione Imponimento, dal clan Anello alla Cassazione che lascia in carcere un ex consigliere comunale di Vibo sino al silenzio sulla Provincia ed i Comuni di Vibo, Tropea e Capistrano

Morra contro Mangialavori: «Chiarisca sostegno clan ipotizzato da Dda di Gratteri e l’assunzione della figlia del boss»
Nicola Morra ed a destra Giuseppe Mangialavori
Il Post di Morra su Facebook

“Affondo” del presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, che questa volta prende di “mira” il senatore vibonese Giuseppe Mangialavori, coordinatore regionale di Forza Italia. Attraverso un Post pubblicato sulla propria bacheca Facebook, il presidente della Commissione parlamentare antimafia non le manda a dire ricorda alcuni fatti rimasti senza risposte e pone una serie di interrogativi.

Ecco il suo intervento integrale: “Torniamo su Vibo Valentia, questa volta per occuparci del senatore Giuseppe Mangialavori, già coordinatore provinciale di Forza Italia con vicecoordinatore il sindaco di Tropea Giovanni Macrì – di cui ci siamo già occupati –. Bene, dal marzo 2021 Mangialavori è il coordinatore regionale di Forza Italia in Calabria.
Già consigliere regionale e presidente del Consiglio comunale di Vibo, dal marzo 2018 è senatore di Forza Italia e da novembre dello stesso anno componente della Commissione parlamentare antimafia. Il 21 luglio del 2020 l’operazione della DDA di Catanzaro “Imponimento” contro il clan dei fratelli Rocco e Tommaso Anello di Filadelfia ha portato a 75 arresti e 158 indagati. Nel capo di imputazione di tre arrestati – l’ex consigliere comunale di Vibo Francescantonio Tedesco, l’ex assessore del Comune di Polia Giovanni Anello, e tale Daniele Prestanicola di Maierato – è dato leggere che i tre sono accusati anche di aver “contribuito a formare la strategia del sodalizio criminale (clan Anello) in ambito politico, come quando promuovevano il sostegno della cosca alle elezioni politiche nazionali del 2018 per il dott. Mangialavori Giuseppe, poi eletto al Senato della Repubblica”.
Il 19 gennaio scorso il Gup distrettuale, al termine del rito abbreviato, ha condannato Daniele Prestanicola a 16 anni e 2 mesi. Gli venivano contestati 17 capi di imputazione. Nelle carte dell’operazione “Imponimento” si legge che “Anello Giovanni e Prestanicola Daniele, soggetti appartenenti alla cosca, hanno incontrato Mangialavori Giuseppe”.
Giovanni Anello e Francescantonio Tedesco si trovano ora sotto processo con rito ordinario. Il 29 aprile 2021 la Cassazione con sentenza n. 16413 ha respinto la richiesta di scarcerazione dell’ex consigliere comunale di Vibo, Francescantonio Tedesco (accusato di associazione mafiosa ed estorsione aggravata) e nelle motivazioni i giudici spiegano che “l’analisi congiunta delle vicende del Resort Galia e della campagna elettorale di Mangialavori sono ritenute esplicative della condotta partecipativa, sottolineandosi la capacità dell’indagato Tedesco di operare sul versante economico e politico nell’interesse della consorteria”.
La Cassazione ha poi scritto che “Il Tedesco viene indicato quale mediatore politico tra la cosca ed il candidato Mangialavori sulla base di indizi che assumono la valenza di gravità nell’esame del Tribunale del Riesame, immune da rilievi sulla tenuta logica del ragionamento e giustificano la conclusione secondo cui la sponsorizzazione di un candidato alle politiche costituiva una nuova prospettiva sul fronte elettorale, in linea con la contiguità tra la consorteria ed il mondo politico tratteggiata dai collaboratori di giustizia”. [Continua in basso]

Giuseppe Mangialavori

Gli altri dati sottolineati dalla Cassazione richiamando la decisione del Tribunale del Riesame sono “la convinzione che Rocco Anello fosse in grado di apportare un forte contributo in termini di voti; l’interesse del Mangialavori per il sostegno elettorale che, tramite il Tedesco, poteva ricevere da Anello Rocco; l’intenzione di Rocco Anello di presenziare ad un evento elettorale solo se vi fosse stato anche Tedesco; la conferma del supporto del capocosca per l’affermazione del candidato sostenuto da Tedesco”.
La cosca Anello è già stata ritenuta esistente con sentenze definitive da oltre 20 anni. La DDA del Procuratore Gratteri nell’operazione “Imponimento” ha riscontrato attraverso gli investigatori della Finanza che la figlia di Tommaso Anello “dal 2018 è dipendente della Salus Mangialavori Srl (laboratorio di analisi cliniche) con sede in via Don Bosco a Vibo Valentia”.
Nel giugno 2021 il pm della DDA Antonio De Bernardo ha depositato nel maxiprocesso Rinascita-Scott nuovi verbali del collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena, il quale in uno di questi ha affermato testualmente che “gli Anello per veicolare messaggi su Vibo si servono spesso di Michele Barba, il soggetto che è legato con il politico Mangialavori di cui ho già parlato in altri verbali”.
Il 4 agosto 2021 il collaboratore Arena in pubblica udienza nel corso del processo “Rinascita-Scott”, chiamato a deporre, ha affermato che “Nelle ultime elezioni politiche i Lo Bianco-Barba hanno manifestato interesse per il senatore Giuseppe Mangialavori, mentre noi abbiamo sempre sostenuto la sinistra, dal 1999 ai giorni nostri. Fino ad un certo punto c’è stata a Vibo maggioranza e opposizione, c’erano dei riferimenti per ogni gruppo mafioso. Ora invece le cose sono cambiate, a Vibo c’è una finta opposizione e chi sta a destra si accorda con chi sta a sinistra. Tutto è amministrato da parenti o persone contigue alla criminalità organizzata”.
Alla luce di tutto ciò, atteso che il senatore Giuseppe Mangialavori con diversi attestati pubblici ha sempre lodato le inchieste del Procuratore Gratteri – ed atteso che la stessa Procura Distrettuale (oltre che già alcune prime sentenze) ritiene Bartolomeo Arena fra i collaboratori più credibili -, come mai il coordinatore regionale di Forza Italia non ha sinora spiegato i motivi per i quali è stata assunta nel 2018, anno delle elezioni politiche, nel suo laboratorio di analisi la figlia del boss Tommaso Anello? Quale componente della Commissione parlamentare antimafia, il senatore Mangialavori come intende contrastare il clan Anello di Filadelfia – già riconosciuto esistente con sentenze definitive – dal quale non risulta nessuna presa di distanza pubblica da parte della figlia di Tommaso Anello, dipendente della Salus Mangialavori srl?
Perché il senatore Mangialavori non ha mai chiarito pubblicamente quanto scritto dalla DDA del Procuratore Gratteri nei confronti di tre arrestati dell’inchiesta “Imponimento” accusati di aver dirottato i voti del clan Anello nei suoi confronti?
Perché il senatore Mangialavori nulla ha detto sul Comune di Vibo Valentia dove dalle inchieste “Rinascita-Scott” e “Rimpiazzo” emergono i nomi di dieci consiglieri comunali, quattro dei quali di Forza Italia? Perché tace sulla Provincia di Vibo, il cui presidente ora sotto processo è stato da lui voluto e sponsorizzato nel 2018? Perché tace su quanto emerso sui Comuni di Tropea e Capistrano?
Ricordo – conclude Morra – che è dal 2021 che si attendono risposte a tal proposito, e che naturalmente il silenzio è calato”.

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