Il Corsivo | Poco convincenti le critiche della Lega di Vibo al presidente dell’Antimafia Morra
Michele Pagano, coordinatore provinciale del partito di Salvini, sorvolando sul merito delle questioni poste dal presidente della Commissione parlamentare antimafia si è soffermato su tempi e modalità delle denunce chiedendo un confronto alle altre forze politiche quando era stato tra i primi a dicembre a invocare lui l’intervento della Prefettura sugli enti locali
Il recente intervento del coordinatore provinciale della Lega, Michele Pagano – il quale ha inteso far conoscere il proprio pensiero in relazione alle denunce del presidente della Commissione parlamentare antimafia, senatore Nicola Morra – merita di essere approfondito. Riteniamo opportuno riassumere la vicenda nei suoi aspetti sostanziali, partendo dalle richieste rivolte dal senatore al prefetto Roberta Lulli in ordine al mancato invio della Commissione di accesso agli atti alla Provincia di Vibo dopo il rinvio a giudizio del suo presidente nell’ambito del processo “Petrol Mafie”, invitandola ad attivarsi in tal senso anche nei confronti dei Comuni di Tropea e Capistrano, segnalandole poi, a distanza di qualche giorno, l’eclatante circostanza della presenza al matrimonio della figlia del pluripregiudicato – scrive Morra – Antonino Accorinti, dell’assessore del Comune di Briatico Nicola Mobrici, sottolineando che l’ente comunale era stato in precedenza sciolto per ben tre volte per infiltrazioni mafiose riferibili sempre ai condizionamenti esercitati dal clan facente capo ad Accorinti.
Fatta questa premessa utile per comprendere l’ambito in cui si inserisce l’intervento del coordinatore della Lega, va preliminarmente riconosciuto allo stesso il merito di essere stato a suo tempo (dicembre 2021) il primo a porre in risalto l’incomprensibile inattività degli organi preposti al controllo del territorio provinciale di fronte a situazioni inquietanti. Con la stessa chiarezza va aggiunto che non tutto quello che ha sostenuto Pagano nell’intervento di cui si è detto in premessa può essere condiviso, in particolare l’accusa mossa al sen. Morra di tardività del suo intervento – derubricato a mera propaganda personale alla vigilia di una competizione elettorale (rinnovo del Parlamento?) – e l’accusa di mancanza di rispetto nei confronti di “giovani amministratori”, le cui speranze e certezze sarebbero state bruciate attraverso i social. In ordine al primo punto, va osservato che il “ritardo” intravisto da Pagano in realtà non può essere definito tale se rapportato alla diversa ottica di lettura degli eventi che necessariamente distingue il presidente della Commissione parlamentare antimafia dal coordinatore provinciale della Lega. Quest’ultimo può anche parlare “in libertà” ed anticipare i tempi, avendo una risonanza mediatica locale, mentre ben diversa è la posizione di Morra, i cui rilievi – essendo destinati ad avere, per la carica che egli ricopre, rilievo nazionale ed effetti dirompenti – prima di essere esternati devono essere necessariamente preceduti da una serie di riscontri documentati e valutati con estrema prudenza ed equilibrio, tutte circostanze, queste, che portano ai tempi ritenuti tardivi da Pagano, ma che in effetti tali non sono. Inoltre, per quanto concerne la presunta “ricerca di notorietà” paventata da Pagano, va detto che il suo assunto da un lato è smentito dai fatti – Morra si trova già al vertice della piramide e nulla può aggiungere in tal senso il suo interesse per il territorio vibonese – dall’altro esso rappresenta un assurdo, nel senso che se il senatore non interviene è responsabile per non aver “stimolato” chi non svolge il proprio compito, se interviene è ugualmente responsabile per averlo fatto con presunto ritardo.
Per quanto attiene al secondo punto poi Pagano è andato completamente fuori tema, facendo sorgere il sospetto che non abbia letto quanto scritto da Morra, il quale in realtà non ha parlato della generalità dei “giovani amministratori”, bensì di ben specificati soggetti, titolari di cariche apicali di altrettanto ben specificati enti. Stupisce la “meraviglia” di Pagano in relazione alla circostanza che Morra abbia utilizzato i social per comunicare, ma quale altro mezzo è più diretto e veloce? Se avesse dovuto seguire tutti i farraginosi passaggi burocratici per far giungere al prefetto di Vibo i suoi rilievi, ancor oggi nulla sarebbe successo e il coordinatore della Lega avrebbe potuto parlare a ragione di ritardi, noi non gli avremmo potuto obiettare nulla sul punto ed i cittadini avrebbero continuato ad interrogarsi con perplessità sui silenzi della Prefettura di Vibo. La verità è che come non si può pretendere di aver la moglie ubriaca e la botte piena, allo stesso modo Pagano non può parlare di interventi tardivi e poi lamentarsi se per velocizzare gli stessi, nel momento in cui si ha il riscontro di fatti e circostanze, si utilizzano meno formali ma più veloci mezzi di comunicazione.
Per il resto non possiamo che ribadire quanto già scritto in ordine all’auspicio che Morra continui a seguire quanto accade nel vibonese, affinchè il tutto non torni ad essere ricoperto da uno spesso strato di polvere.
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