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Comune di Vibo, Console (FI) controreplica al Pd: «Confrontiamoci nel merito»

Il capogruppo non ci sta e fa sapere a Soriano, Pugliese e Colelli che «affrontano con malcelato fervore personale il confronto politico sul delicato tema dei conti pubblici»

Comune di Vibo, Console (FI) controreplica al Pd: «Confrontiamoci nel merito»
Il Comune di Vibo e, nel riquadro, Domenico Console
Domenico Console (FI)

«Sono lusingato che, al termine di una conferenza stampa tenuta da tre capigruppo di maggioranza per spiegare le motivazioni sottese all’avvio della procedura “Salva Comuni”, il Pd concentri le sue bocche di fuoco quasi esclusivamente sul sottoscritto, attestando una particolare stima politica nei miei riguardi che non mi sorprende, avendone da altri loro dirigenti personalmente riscontro. Le tre teste d’ariete dem, storditi dai contenuti articolati di una conferenza stampa, insistono sullo scontro personale, finendo per sbattere la testa, ancora una volta, nello stesso errore di sempre: affrontare con malcelato fervore personale il confronto politico sul delicato tema dei conti pubblici che, invece richiederebbe assoluta lucidità in chi pretende di occupare spazi nell’arena di un dignitoso dibattito democratico. Siamo politicamente diversamente attrezzati». È questo l’inizio della pepata controreplica che Domenico Console, capogruppo di Forza Italia al Comune di Vibo Valentia, riserva ai consiglieri comunali di minoranza del Pd Stefano Soriano e Laura Pugliese, e al segretario del circolo cittadino dem Francesco Colelli. [Continua in basso]

«L’erroneo utilizzo di fondi vincolati imputabile ai loro antenati politici»

Per l’esponente azzurro, questi ultimi «insistono nella loro ricostruzione a imputare numeri e debiti a questa amministrazione pensando, con l’utilizzo del politichese, di riuscire a celarne l’origine, purtroppo per loro, accertata giudizialmente dalla Corte dei Conti nell’erroneo utilizzo di fondi vincolati negli anni 2006/2007, e dunque imputabili ai loro antenati politici, come noto al consigliere Pugliese che oggi per mera appartenenza, si affanna a rinnegare quanto sostenuto e più volte dichiarato dalla precedente amministrazione Costa, nella quale rivestiva ruoli di primo piano in contrapposizione al Pd, altro che yes man. Questi numeri e quelle passività – aggiunge il capogruppo – al termine della prima procedura di dissesto, dopo quindici anni, tornano nella loro drammaticità, a gravare sulle spalle delle attuali generazioni, interrogandole sugli strumenti che consentano di evitarne il trasferimento su quelle future».

«Quale finanziamento è riconducibile a meriti del Pd?»  

La posizione, «diversa dalla nostra, dei tre esponenti Dem al delicatissimo tema», per Domenico Console «si sintetizza nell’assunzione pubblica di due posizioni cristallizzate a mezzo stampa durante questa consiliatura: “La procedura di riequilibrio non è sostenibile”, il 2 luglio scorso l’adesione alla procedura per il “patto salva comuni”, “non è proficua (testualmente) per la città”. Ed allora, per sillogismo, implicitamente, i tre esponenti Pd, artatamente, non insistono nell’unico strumento residuale della eventuale seconda dichiarazione di dissesto disastrosa per la città? Non è per loro già sufficiente essere causa del precedente dissesto le cui ferite oggi la città lecca?  Non è evidente l’enorme responsabilità che ha avuto e continua a conservare per le future generazioni. Infatti, dal 2006 ad oggi, mentre le diverse forze politiche che sono rappresentate nell’emiciclo, quando l’una quando l’altra, hanno compiuto azioni politiche concrete per portare a casa finanziamenti e soldi. Quale finanziamento – si chiede l’interessato – è riconducibile a meriti del Pd?».  

«Quesiti semplici richiedono risposte semplici»

Quindi, quesiti «semplici le cui risposte non necessitano di esercizi di politichese cui si ribadiscono in modo più comprensibile i temi posti in conferenza stampa: perché il Pd non ritiene “proficuo per la città” aderire alla procedura Salva Comuni per la ripartizione dei fondi messi a disposizione dalla Presidenza del Consiglio e destinati esclusivamente al risanamento contabile dell’ente e sicuramente utili per l’alleggerimento del deficit, per le future generazioni? Perché il Pd “non ritiene proficuo per la città” il minor deficit della classe comunali, di 20 milioni di euro, quale conseguenza politica della scelta dell’amministrazione Limardo di adottare lo strumento del piano di riequilibrio, in assenza del quale oggi il deficit sarebbe pari a 70, anziché 50, milioni di euro? Perché il Pd “non ritiene proficuo” il mantenimento dei servizi essenziali in città mediante l’adesione al patto, mettendoli diversamente a rischio con la seconda denegata dichiarazione di dissesto? Perché  – si chiede ancora – il Pd ritiene proficuo destinare altre somme dei tributi dei cittadini all’Osl, ed ai collaboratori necessario per l’eventuale gestione di un secondo dissesto, piuttosto che al risanamento del deficit strutturale? Perché il Pd ritiene non vantaggioso per la città, approvare la procedura del patto che può evitare l’indebolimento del tessuto imprenditoriale che a causa di un secondo dissesto bloccherebbe i pagamenti ai fornitori e porterebbe all’abbattimento del loro credito, a differenza di una seconda dichiarazione di dissesto?». Infine, ai tre esponenti del Pd, le «domande più semplici e chiarificatrici di tutte: possono indicare alla città esattamente un’uscita di entrate proprie dell’ente imputabile al centrodestra, di questa e delle precedenti amministrazioni cui hanno fatto parte con ruoli di rilievo anche attuali consiglieri d’opposizione, che a loro dire è causa dell’esposizione debitoria attuale dell’ente nella misura nota di 50 milioni di euro? Di quale manovra o misura (trattenuta Irpef inclusa), di cui all’elenco non vincolante del Dl esprimono le loro perplessità, se ad oggi nessuna manovra o misura economico-finanziaria, in relazione al “Salva Comuni” è stata esaminata, discussa e/o approvata in e dal consiglio comunale? Quesiti semplici richiedono risposte semplici, non esercizi arzigogolati da affabulatori di masse cui non sono pratico ma avverso».

«Conservare la giusta credibilità»

Domenico Console si dice, pertanto, convinto che «solo confrontandosi con chiarezza nel merito delle questioni poste e delle posizioni politiche assunte si possa dimostrare la richiesta responsabilità politica nel momento delle scelte difficili e conservare la giusta credibilità. Quella che, sia per l’appartenenza ed il costante servizio da sempre al popolo ed ai principi dei moderati senza l’affannosa ricerca di comode postazioni, sia per il riscontro riservatomi dai cittadini che con impegno onestà e nelle mie possibilità servo, custodisco gelosamente come patrimonio e valore personale. Al contrario di chi (e qui il riferimento è al capogruppo Stefano Luciano ,ndr) partendo dai Comunisti italiani (Slega la Calabria), passando da Costa (“Vibo Unica”), attraversando Alternativa popolare, utilizzando “Concretezza” per presidiare il Pd, oggi siede in Azione, aspettando di saltare, se accolto, anche nei Cinque Stelle finendo con lo smarrire nel viaggio – chiude il capogruppo di maggioranza – non solo i più vicini suoi compagni, ma finanche la propria identità nel più classico giro dei sepolcri».

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