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Comune di Vibo, Luciano: «Sindaco vuole prolungare lo stato di crisi finanziaria per arrivare a fine mandato»

Il consigliere comunale di Azione denuncia che la manovra proposta dal primo cittadino nell’ultimo Consiglio è solo un nuovo piano di riequilibrio con aumento delle tasse per i cittadini ed amministratori che, senza taglio delle loro indennità, possono continuare con spese incontrollate per altri due anni

Comune di Vibo, Luciano: «Sindaco vuole prolungare lo stato di crisi finanziaria per arrivare a fine mandato»
Luciano Stefano

«La manovra proposta dal sindaco nell’ultimo Consiglio comunale, altro non è che un nuovo piano di riequilibrio finanziario che ha come obiettivo di evitare la dichiarazione di dissesto con la conseguenza di prorogare lo stato di crisi finanziaria per altri due anni. Ovviamente, affinché si possa procedere in tal senso, una delle opzioni è l’ulteriore aumento di una tassa importante a carico dei cittadini e cioè dell’Irpef». E’ quanto dichiara il consigliere comunale di Azione, Stefano Luciano, che critica le scelte del sindaco di Vibo Maria Limardo.

«Sul punto ho ritenuto di pronunciarmi contrario e continuo ad esserlo per due motivazioni di fondo: la prima questione, per la quale ritengo non sia opportuno procedere per come proposto dal sindaco risiede nel fatto che questa amministrazione non merita fiducia sotto il profilo della capacità a gestire i conti, se non altro perché il primo piano di riequilibrio è stato bocciato dalla Corte dei Conti. Ed allora, questa manovra, servirebbe solo per prolungare uno stato di sofferenza e per consentire al sindaco ed ai suoi assessori di proseguire, fino alla fine del mandato, lungo la strada delle spese incontrollate che spesso finiscono per assumere la veste di incarichi o di finanziamenti vari anche ad associazioni “vicine”. Tutto ciò andrebbe a finire sulle spalle dei futuri amministratori e delle future generazioni che si troverebbero costrette a gestire un debito enorme causato dalla spregiudicatezza di qualcuno.

La seconda questione consiste nel non accettare – spiega Luciano – il solito ragionamento secondo il quale a pagare le inefficienze degli amministratori debbano essere sempre e solo i cittadini che già sono costretti a pagare le tasse secondo aliquote massime e che oggi vedrebbero un aggravio ulteriore. [Continua in basso]

L'aula consiliare di Palazzo "Luigi Razza"

I cittadini di Vibo Valentia, che non sono responsabili del dissesto del Comune, ma che pagano le conseguenze di amministratori incompetenti, vivono finanche in una città dove mancano i servizi pubblici essenziali e dove l’amministrazione comunale, non ha dimostrato efficacia ed efficienza. Non solo, essi, sono amministrati da figure che nulla di positivo hanno prodotto in termini concreti per lo sviluppo del territorio. Pertanto, non si ritiene giusto che a fronte di questo, si possano prevedere ulteriori tasse che penalizzano solo ed esclusivamente i cittadini e non i soggetti responsabili della mala amministrazione. Ed allora se proprio un sacrificio deve essere affrontato, i primi a dovere dare il buon esempio dovrebbero essere proprio il Sindaco e gli assessori impegnandosi a decurtare immediatamente la loro indennità di almeno il 50%, prima di pretendere ulteriori pagamenti da parte dei cittadini. Ma di questa buona volontà nel corso del Consiglio comunale non vi è stata traccia. Ed allora, chi non dà mai il buon esempio, ma pretende il rigore solo dagli altri non è credibile e non merita alcuna fiducia.

Concludo affermando che io non sono certamente a favore del dissesto ma voterò in modo favorevole solo di fronte a manovre finanziarie che non richiedono ulteriori sacrifici ai cittadini e che lasciano invece inalterati i privilegi di quei pochi che occupano le poltrone comunali».

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