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Domenico Russo, un vibonese d’oro agli Invictus Games di Orlando – VIDEO

Il militare di Zambrone, già vincitore della medaglia d’oro nella precedente edizione dei giochi riservati ad atleti militari feriti in servizio, sarà presente al nuovo appuntamento in programma a maggio in Florida.

Domenico Russo, un vibonese d’oro agli Invictus Games di Orlando – VIDEO

Chi è Domenico Russo? È un giovane di Zambrone, nato il 24 maggio del 1978 che da bambino è cresciuto con una profonda passione nata mentre, di nascosto dai suoi, indossava la divisa da carabiniere del papà e sognava di poterne avere un giorno, una tutta sua. E’ un Italiano, Domenico, di quelli con la “I” maiuscola. Militare, sportivo e con un amore e un rispetto smisurato per la sua Patria.

Domenico è un sognatore ma, anche un grande combattente. E tanto più combatte, tanto più raggiunge i suoi sogni nonostante le difficoltà che la vita gli ha posto davanti. Poco prima degli esami di maturità, Domenico, sempre all’insaputa dei suoi, presentò domanda per arruolarsi nell’esercito. Quando dopo un mese arrivò la raccomandata per recarsi in caserma, i suoi genitori dovettero fare salti mortali per convincere il figlio a rimandare il servizio militare e finire gli studi. Fu così che dopo gli esami di maturità, a dicembre, Domenico fece di nuovo richiesta per partire.

Il 10 dicembre del 1997 era già arruolato nel 225° Reggimento “Arezzo”. Dopo qualche mese partì in addestramento per il poligono militare di Capo Teulada. Questo addestramento gli sarebbe servito per raggiungere il 2° Livello di operatività e per la prossima partenza in missione in Kosovo. Il sogno di Domenico di partire in missione si stava dunque realizzando.

E’ proprio qui che, la storia di Domenico ha una brusca interruzione. Nell’ultimo giorno di addestramento, in cui si eseguivano assalti a fuoco, la bomba a mano che usava per l’esercitazione, scoppiò accidentalmente ferendolo in tutto il corpo e in particolar modo nell’occhio sinistro, provocandone la perdita. Fu immediatamente ricoverato d’urgenza all’ospedale di Cagliari dove venne sottoposto a vari interventi chirurgici e dopo quasi un mese di degenza, ritornò a casa in convalescenza.

Dopo questo doloroso fatto, la carriera militare di Domenico fu troncata. Un anno dopo arrivò il congedo assoluto per causa di servizio e il ritorno a casa non fu dei migliori. Domenico dovette combattere contro tutto e con quella voglia di essere un militare e servitore della Patria fino all’ultimo dei suoi giorni. Così, come aveva sempre sognato che fosse.

Dopo un lungo periodo di tristezza, Domenico decise di non darsi per vinto e iniziò a riportare in forma il suo corpo con tanta attività fisica. Intanto su internet lesse della possibilità di poter tornare in servizio e fu così che scrisse all’allora ministro della Difesa e al presidente della Repubblica, ricevendo anche risposta, chiedendo di poter tornare nell’esercito.

Il primo passo verso la normalità fu l’entrata nello status del Ruolo d’Onore in cui venivano iscritti i militari che per ferite o lesioni gravi venivano congedati per causa di servizio. La voglia di indossare quella divisa e di far parte di nuovo dell’esercito italiano era tale, che andò personalmente a Roma presso lo Stato Maggiore dell’esercito e qui, parlò con un superiore. Dopo alcuni mesi da quell’incontro, Domenico fu contattato telefonicamente. La voce dall’altro capo del telefono gli disse: “Signor Russo, noi non ci siamo dimenticati di lei!” e gli inviarono via mail i moduli da riempire per poter ritornare in servizio.

Il 2 Gennaio 2013, Domenico va a Catanzaro a firmare la notifica per rientrare in servizio e subito dopo a Lamezia al 2° Reggimento “Sirio” dell’aviazione dell’esercito. Dopo ben 13 anni Domenico può indossare la divisa che quella bomba gli aveva tolto. Da qui, la storia di Domenico ritorna sulla sua coraggiosa strada, quella che tanto aveva sognato e che adesso lo ha fatto diventare parte di un team atletico, di militari feriti in servizio: il team italiano degli “Invictus Games”.

Ed è di un anno fa, la sua partecipazione a Londra a queste importanti olimpiadi nella disciplina atletica dei 100 metri, dove con orgoglio per l’Italia intera, conquista la medaglia d’oro. Grande e sentito è stato l’affetto del suo paese, tanto da volergli rendere onore con una festa organizzata alla presenza dell’allora prefetto Giovanni Bruno, del commissario prefettizio di Zambrone Sergio Raimondo e delle più alte cariche militari presenti nella provincia di Vibo Valentia e della Calabria.

È di pochi giorni fa, ancora, la convocazione del team atletico presso il ministero della Difesa alla presenza del ministro Pinotti, del generale Claudio Graziano, capo di Stato maggiore dell’Esercito e di Luca Pancalli, presidente del Comitato Paralimpico. Da parte loro è stato espresso un grande augurio di vittoria per il team e l’enorme soddisfazione e ammirazione, per uomini così valorosi da aver fatto della disabilità, un mezzo per diventare invincibili attraverso lo sport.

Tra meno di una settimana, Domenico Russo e i suoi 16 compagni, parteciperanno ad Orlando in Florida, ad un’altra edizione degli Invictus Games, giochi voluti ed organizzati dal Principe d’Inghilterra, Harry, con il Ministero della Difesa Inglese. Orlando accoglierà 600 atleti provenienti da 15 Paesi e impegnati in 10 discipline che gareggeranno tra l’8 e il 12 Maggio.

Nell’ultima intervista a Domenico Russo egli stesso disse: “… ciò mi ripaga di tutto quello che ho sofferto ed è la conferma che, non bisogna mai smettere di credere , sognare e combattere per le proprie idee! Molti mi chiedono perché dopo così tanto tempo sono ancora li. Io rispondo semplicemente per passione e amore per la Patria. Per ricordare che siamo soldati e onorare chi ha combattuto per la Patria sacrificando la sua vita!”.

La festa a Zambrone

La storia di Domenico, insegna a tutti molto; che le difficoltà nella vita, possono segnarci in maniera indelebile ma, sta alla forza di ognuno di noi, a quanto valore diamo alla vita e a ciò che di essa amiamo, riappropriarci di ciò che siamo: invincibili, oltre ogni barriera. La sua storia insegna che, se c’è ancora un giovane come lui, che crede nella Patria, l’Italia può ben sperare nelle nuove generazioni.

La comunità di Zambrone è già pronta ad accogliere il suo campione al ritorno. Perché per loro, Domenico ha vinto la battaglia più dura, quella con se stesso; quella per cui una medaglia d’oro non basta a definire il valore di un giovane tanto coraggioso e fedele alla sua Patria; Domenico è un campione di vita, prima che di sport.

 

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