Antimafia: il sindaco di Capistrano replica a Morra ma alcune date non tornano
Marco Martino invia una nota affermando di non aver mai conosciuto Emanuele Mancuso e di essere stato frainteso nei messaggi inviati all’ex compagna Nensy Chimirri pubblicati dal presidente della Commissione parlamentare antimafia che ha chiesto l’intervento della Prefettura di Vibo
Arriva a “stretto giro” la replica del sindaco di Capistrano, Marco Martino, al presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra dopo che quest’ultimo che ha chiesto al prefetto di Vibo Valentia Roberta Lulli di azionare tutti i poteri in capo alla Prefettura per far luce su una serie di fatti e rapporti che emergono sugli amministratori del piccolo cento delle Preserre (LEGGI QUI: Morra al prefetto di Vibo: «Indaghi sugli amministratori di Capistrano e sui loro legami compromettenti»). [Continua in basso]
Ecco l’intervento integrale per come inviato dal sindaco Marco Martino:
“Credo sia palese, chi mi conosce lo sa, di non aver mai avuto rapporti con mafiosi di alcun genere. False le dichiarazioni, screenshot tagliati per intendere argomentazioni che nulla hanno a che vedere con la realtà dei fatti. Era già capitato l’anno scorso dove un profilo falso su Facebook pubblicava conversazioni tagliate contro alcuni componenti della mia Amministrazione con date antecedenti addirittura al 2017 data del mio insediamento. Il tutto fu denunciato regolarmente alla polizia postale. Accuse pretestuose, i sospetti, false le circostanze che nulla hanno a che vedere con la mia persona. Allora mi vien da dire chi si cela dietro quelle frasi tagliate in maniera artificiosa ? Qual è L obiettivo contro la nostra Amministrazione? Sopprimerla offuscando la democrazia forse?
Come è possibile avere frasi appartenenti ad un personale profilo addirittura pubblicandole? Reputo di essere stato sempre uno ligio al dovere istituzionale evitando ogni forma di rapporti con la criminalità organizzata . Sono consapevole di averla sempre combattuta, avendo anche pagato a caro prezzo sulla propria pelle. Sono stato spesso vittima di atti intimidatori. Nel lontano 2011 mi briciarono la macchina sotto casa, nel 2014 tentarono nuovamente ma riuscii a salvarla per miracolo. Che abbia sempre professato ed attuato il perbenismo, non lo dico io, ma i fatti, avendo amministrato da ben undici anni senza mai essere stato raggiunto da un solo avviso di Garanzia. Solo citato nel processo petrolmafie per un voto che avrei inviato al Solano, stiamo parlando del presidente della provincia di Vibo Valentia. Secondo il presidente della Commissione parlamentare antimafia, tutte le accuse sarebbero mosse per aver violato la segretezza del voto tralasciando la mia appartenenza, il mio ruolo politico costantemente di orientamento di centro destra. Il rapporto proferito tra me ed il Solano è solo da ritenersi una scelta politica scaturita dalla decisione dell’interpartitica provinciale, motivazione unica per cui è addebitabile il mio sostegno all’attuale presidente della provincia. Non ho mai conosciuto tale D’amico, ne mai ho colloquiato telefonicamente oppure di persona. La magistratura, le indagini potranno darne in qualsiasi momento atto. La cosa che mi provoca grande tristezza viene riservata quando però un uomo delle istituzioni come il Sen. Nicola Morra cerca di speculare sulla dignità altrui, gettando fango su chi quotidianamente amministra la cosa pubblica con la massima trasparenza. Tutto ciò rappresenta a mio modo di vedere una azione di pericolo verso la democrazia ed il ruolo assunto.
La nostra amministrazione infatti non ha mai mosso alcun favoritismo nei confronti di chi non rispetta la legge, ne tantomeno il sottoscritto ha mai proferito parole di augurio al Mancuso non conoscendolo e tantomeno non avendolo in alcuna circostanza incontrato. Il messaggio inviato all’ ex compagna nel periodo in cui non risultava nemmeno indagata è seguito ad una regolare richiesta di rilascio di certificazione, obbligo che ogni amministratore possiede nei confronti di qualunque cittadino e come già espresso in altre occasioni, gli auguri a Mamma e Papà, si intende chiaramente, non venivano rivolte al compagno bensì ai genitori di nensy, Carlo (all’epoca dei fatti non indagato) e Maria per L’ imminente arrivo del figlio Semy domiciliato da anni in Australia, motivo inoltre per cui veniva rilasciato il certificato richiesto. Il tutto sarebbe deducibile se Morra avesse pubblicato anche la parte superiore del messaggio. Detto ciò, non essendoci alcun riferimento se non L’ obbligatorietà nel rilasciare un regolare certificato anagrafico, chiedo di Trovare un solo dato che attesti ciò che evidenzia una conversazione, un incontro e me ne assumerò le mie responsabilità.
Detto questo, la componente in giunta richiamata dal Morra in maniera diffamante, non ha fondamento e rapporto alcuno come le circostanze descritte, nemmeno per il resto dei componenti che rappresentano L’Amministrazione Comunale. Se è vero come è vero che il sig. Vito Pirruccio che ricopre attualmente la carica di Vice Sindaco è in servizio presso il reggimento Sirio di Lamezia Terme con la qualifica di caporal maggiore capo e tutti i restanti componenti della lista sono giovani professionisti che mai hanno avuto interesse ad allinearsi a situazioni o circostanze poco chiare. Viene citato poi il consigliere Bruno Cortese, tra i banchi dell’opposizione, essendo indagato per traffico di influenze illecite, a dire di Morra, avrebbe prodotto talmente tanto aiuto politiche perseguendo così un risultato importante che lo attesta alle ultime competizioni elettorali con soli 16 voti. Quanto descritto nel post è elemento di pericolosità per le persone per bene che ogni giorno si battono per un territorio migliore, per un futuro migliore. Son convinto che di questo ne risponderanno dinnanzi a Dio, quale unico tribunale supremo per giudicare i buoni ed i cattivi. Si Verifichi sulla mia Amministrazione, concordo a pieno, si chieda sul mio conto, si facciano tutte le opportune indagini. Si saprà che il sottoscritto è sempre stato una persona per bene lontano anni luce da contesti d’ombra. Se si dovesse avere un minimo dubbio, un minimo pensiero, ditelo pure e rimetterò il mandato in mano alla comunità dimettendomi da ogni carica ricoperta. Sarebbe forse la vittoria dell’antidemocratica, sarebbe forse la vittoria di chi ha deciso di turbare la serenità della democrazia regionale quale unico a grande baluardo di libertà. Con la stima infinita di sempre ringrazio le centinaia di amici, amministratori che stanno porgendo la propria vicinanza”.
Sin qui la replica di Martino a Morra che abbiamo pubblicato integralmente (refusi compresi) e che ci pare non tocchi alcuni punti sollevati dal presidente della Commissione parlamentare antimafia. Una cosa però non torna nella replica di Martino: le date.
Martino afferma infatti testualmente di aver inviato un messaggio a Nency Chimirri quando la stessa non risultava indagata e di aver inviato un messaggio di auguri alla stessa riferendosi però al papà della Chimirri e non a Emanuele Mancuso. Il senatore Morra ha invece pubblicato il Post reso pubblico dalla stessa Nency Chimirri datato 21 luglio 2017, cioè quando la Chimirri ed il padre Carlo – contrariamente a quanto scritto dal sindaco Martino – erano già indagati per una maxipiantagione di marijuana (diecimila piante) scoperta dalla polizia il 27 giugno 2017 e che aveva portato all’arresto di Carlo Chimirri e della stessa figlia Nensy (LEGGI QUI: Diecimila piante di marijuana scoperte nel Vibonese: due arresti).
Il messaggio di auguri che il sindaco Martino dichiara di aver inviato a Nensy Chimirri riferendosi al padre Carlo ed alla madre per la nascita di un figlio (e non ad Emanuele Mancuso ed alla stessa Chimirri per la nascita della figlia), è invece – stando al Post pubblicato dal senatore Morra – del 25 giugno 2018, cioè un anno dopo i messaggi per il rilascio di un certificato. Anche in tale caso Carlo Chimirri risultava in ogni caso già indagato, essendo stato arrestato l’anno prima (27 giugno 2017). Nensy Chimirri ed Emanuele Mancuso hanno invece avuto la loro bambina proprio il 25 giugno 2018, una settimana prima che Emanuele Mancuso decidesse di collaborare con la giustizia (notizia data da tutta la stampa il 2 luglio 2018). Ed il 25 giugno 2018 è la data in cui risulta – dal Post reso pubblico sul suo profilo da Nensy Chimirri e ripreso dal senatore Morra – che Marco Martino ha inviato gli auguri “a mamma e papà per la bellissima notizia”.
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