A Tropea, Vibo Marina e Bivona pubblici manifesti contro lo sfruttamento del lavoro
In corso, nei centri della costa del territorio vibonese, una intensa attività di denuncia dello sfruttamento lavorativo
Dopo gli attacchi lanciati da molti imprenditori, che lamentano la difficoltà di trovare lavoratori per le loro attività, tuonando contro il reddito di cittadinanza, iniziano a sentirsi anche i rintocchi dell’altra campana, quella di tanti lavoratori costretti a prestare la loro opera in nero e con turni insostenibili. Per accendere i riflettori su questa importante tematica è in corso, nei centri della costa vibonese, una intensa attività di denuncia dello sfruttamento lavorativo, campagna che è stata avviata per mezzo di numerosi manifesti che sono stati affissi nei principali punti delle località turistiche e che, usando un linguaggio antifrastico, si pongono l’obiettivo di denunciare, con l’arma dell’ironia, le situazioni di sfruttamento che spesso vengono messe in atto da imprenditori senza scrupoli, per fortuna in minoranza a fronte di una maggioranza che rispetta le regole.
Secondo un’indagine condotta da “Repubblica”, in Italia otto contratti su dieci sono a termine, ma un terzo del totale dei nuovi contratti è a brevissimo termine, addirittura sotto i trenta giorni: è la nuova e triste frontiera della precarietà. Recentemente anche il presidente di Confindustria Cosenza, Fortunato Amarelli, si è dissociato dagli attacchi di alcuni imprenditori, chiarendo che «se non si trovano operai, la colpa non è del reddito di cittadinanza» ed ha sottolineato come spesso, in Calabria, non venga rispettato quanto previsto dalle leggi in materia di tutela dei diritti dei lavoratori. E per raccogliere le varie segnalazioni, in forma anonima, è nato il gruppo Facebook “Osservatorio sullo sfruttamento in Calabria” che si propone di raccogliere le denunce di soprusi e fornire aiuto, anche legale, a chi chiede il rispetto dei propri diritti.