“Costa pulita”, convalidati venti dei ventidue fermi
Resta in carcere la maggioranza degli indagati nell’inchiesta che ha colpito le consorterie operanti lungo la costa vibonese. In libertà Mancuso e Rizzo. Ancora latitante Accorinti.
Resta in carcere la maggioranza degli indagati dell’inchiesta “Costa pulita”. Sono stati infatti convalidati 20 dei 22 fermi operati nel corso dell’operazione disposta dalla Dda di Catanzaro e coordinata dai sostituti procuratori Camillo Falvo e Pierpaolo Bruni, nei confronti delle consorterie, operanti lungo la costa vibonese, Accorinti di Briatico, Il Grande di Parghelia, Larosa di Tropea, strettamente connesse con il clan Mancuso di Limbadi.
Il gip di Vibo Valentia, Alberto Filardo, ha infatti convalidato l’arresto per 19 indagati disponendo nei loro confronti la misura cautelare in carcere disponendo poi il trasferimento degli atti alla Procura di Catanzaro.
Così come ha fatto il gip di Alessandria che, tuttavia, dichiarando la non competenza territoriale, non è neppure entrato nel merito delle accuse a carico di Giuseppe “Pino” Bonavita, fermato nella città piemontese e il cui arresto non è stato dunque convalidato.
Allo stesso modo, a Vibo Valentia, è tornato in libertà Giovanni Rizzo. Resta invece ancora irreperibile Antonino “Nino” Accorinti, l’unico ad essere riuscito a sottrarsi all’operazione. Un altro fermo, quello di Adriano Greco è stato convalidato invece dal gip di Milano.
A rimanere in stato di fermo su disposizione del gip Filardo sono dunque: Cosmo Michele Mancuso; Antonio Accorinti, figlio di Nino, Giancarlo Loiacono, Francesco Marchese, Leonardo Francesco Melluso ed i figli gemelli Emanuele e Simone, Salvatore Prostamo e Carlo Russo; Nazzareno Colace; Carmine Il Grande e Ferdinando Il Grande; Gerardo La Rosa; Salvatore Muzzupappa e i fratelli Davide e Federico Surace; Giuseppe Evalto; Pasquale Prossomariti.
Ancora la vaglio del gip di Vibo Valentia la convalida dei beni per un valore di circa 70 milioni di euro sequestrati nell’ambito della medesima operazione.