sabato,Novembre 30 2024

Narcotraffico internazionale dal Vibonese: “Stammer 2”, nove condanne in Cassazione

Alleanza fra i clan di San Gregorio d’Ippona, Limbadi e Mileto dove era arrivato il capo dei narcos albanesi. Condannato il dentista Fiarè

Narcotraffico internazionale dal Vibonese: “Stammer 2”, nove condanne in Cassazione

La sesta sezione penale della Cassazione ha respinto i ricorsi di nove imputati, tutti condannati al termine dell’operazione “Stammer 2” contro il narcotraffico internazionale. In particolare sono stati ritenuti inammissibili i ricorsi di Fortunato Baldo, Cristian Burzì, Francesco Fiarè, Ippolito Fortuna, Massimo Pannaci e Giovanni Pastorello condannandoli anche al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Rigettati anche i ricorsi di Indrit Buja, Gianfranco Contestabile e Giuseppe Petullà. Queste le condanne che vanno definitive: 2 anni e 4 mesi per Fortunato Baldo, di 27 anni, di Mileto; un anno e 4 mesi per Cristian Burzì, di 38 anni, residente in provincia di Bergamo; 2 anni, 8 mesi e 10mila euro di multa per il dentista Francesco Fiarè, di 42 anni, di San Gregorio d’Ippona, figlio di Filippo Fiarè; 2 anni e 4 mesi per Ippolito Fortuna, di 62 anni, di Vibo Marina; 6 anni, 6 mesi e 32mila euro di multa Massimo Pannaci, di 54 anni, di Vibo Valentia;  4 anni, 5 mesi e 10 giorni anni per Giovanni Pastorello, di 62 anni, di Maierà (Cs), residente a Milano. [Continua in basso]

Francesco Fiarè

La Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità dei ricorsi presentati da Fortunato Baldo, Ippolito Andrea Fortuna e Massimo Pannaci, i quali nel giudizio di appello hanno concordato la pena, con rinuncia agli altri motivi, e hanno dedotto motivi incentrati sulla mancata valutazione dei presupposti per un proscioglimento ex art. 129 cod. proc. pen., genericamente formulati e comunque non consentiti in sede di legittimità in conseguenza della rinuncia sottesa al concordato. Inoltre, nell’interesse di Fortunato Baldo è intervenuta rinuncia al ricorso.
Gli altri ricorsi sono stati ritenuti dalla Cassazione infondati.

Ippolito Fortuna

Secondo l’accusa (Dda e Guardia di Finanza), la consorteria attiva nel circondario vibonese, storicamente inserita nel traffico internazionale di stupefacenti, al fine di sopperire alle richieste sempre maggiori e diversificate del mercato della droga, e considerato il protrarsi dei tempi di attesa per l’approvvigionamento della cocaina dal Sudamerica, avrebbe intessuto trattative con gli albanesi, per il tramite di sodali brindisini, funzionali all’approvvigionamento di enormi partite di marijuana. 
Indrit Buja, quale referente del sodalizio albanese, sarebbe giunto in Italia a garanzia dell’operazione ed ospitato dai calabresi sia a Mileto che a Milano, ove si spostava in concomitanza dell’arrivo del carico. Giovanni Pastorello sarebbe stato fra i finanziatori del narcotraffico, mentre Cristian Burzì sarebbe stato uno degli acquirenti. I vibonesi avrebbero inoltre ospitato a Mileto l’emissario albanese giunto a garanzia dell’importazione. In tale occasione, lo stupefacente commissionato sarebbe stato volutamente dirottato dalla Puglia verso il porto di Ancona, concludendo il suo viaggio a Milano dove il sodalizio vantava la presenza di accoliti utilizzati per la vendita nel circondario milanese. 

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