Giornate gratis al Museo, anche il “Capialbi” di Vibo tra i siti aderenti all’iniziativa
Dai reperti provenienti dagli scavi archeologici in diverse zone della città, passando per il monetiere Capialbi e le testimonianze di età romana: ecco il Museo di Vibo e i suoi tesori
Torna il 5 giugno l’appuntamento mensile con la cultura gratuita per tutti. Come ogni prima domenica del mese, si potrà entrare gratuitamente in tutti i musei, i parchi archeologici e i luoghi della cultura statali. Le visite si svolgeranno negli orari ordinari di apertura dei siti e dovranno avvenire nel pieno rispetto delle misure di sicurezza che raccomandano fortemente l’utilizzo della mascherina all’interno dei luoghi chiusi. Alcune sedi sono visitabili solo su prenotazione. [Continua in basso]
L’elenco completo dei siti e musei aderenti in Calabria
- Antiquarium di Torre Cimalonga, Scalea
- Chiesa di San Francesco d’Assisi, Gerace
- La Cattolica di Stilo
- Le Castella, Isola Capo Rizzuti
- MArRC – Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria
- Museo archeologico nazionale “Vito Capialbi”, Vibo Valentia
- Museo e Parco archeologico nazionale di Capo Colonna, Crotone
- Museo archeologico nazionale di Crotone
- Museo e Parco archeologico dell’Antica Kaulon, Monasterace
- Museo nazionale archeologico della Sibaritide, Cassano all’Ionio
- Museo e Parco archeologico nazionale di Scolacium, Borgia
- Museo e Parco archeologico nazionale di Locri
- Parco archeologico di Laos Santa Maria del Cedro
- Parco archeologico di Sibari, Cassano all’Ionio
Il Museo di Vibo Valentia
Il Museo è stato istituito nel 1969 e intitolato al conte Vito Capialbi. Animato da una grande passione per la storia e un profondo amore per la città, fu tra i primi – nell’Ottocento – a ricostruire la storia dalla fondazione della colonia locrese di Hipponion alla costituzione della colonia romana di Valentia. Ospitato inizialmente nell’antico Palazzo Gagliardi, dal 1995 il Museo ha sede nel Castello Normanno-Svevo della città che, nella sua struttura originaria e più antica, risale all’epoca di Federico II.
Il polo culturale è un viaggio nell’archeologia del territorio, dalla preistoria (primo piano) all’età greca (piano terra e primo piano) e a quella romana e medioevale (piano terra).
I reperti custoditi al Museo di Vibo
L’allestimento conta reperti provenienti dagli scavi condotti nelle aree sacre della città magnogreca. Basti pensare che l’area sacra di Scrimbia ha restituito manufatti databili tra la fine del VII e la fine del V secolo a.C.: ceramiche corinzie, rodie e attiche, anche di grandi dimensioni, bacili ed elmi in bronzo, statuette votive e oreficerie di notevole qualità, tra cui orecchini, anelli, fibule, spilloni. Nella stessa area vennero rinvenuti i frammenti architettonici di un grande tempio dorico, databili intorno al 550 a.C. Non solo, dal Cofino provengono alcuni pinakes, tavolette votive di produzione tipica di Locri Epizefiri e due modellini di tempio in terracotta, ricchi di dettagli.
Nel piano terra sono collocati reperti ritrovati nelle necropoli di Hipponion (fine VII – IV secolo a.C.), tra i quali spicca una laminetta aurea attestante il culto orfico. Presenta un’iscrizione in dialetto dorico-ionico che fornisce consigli per il passaggio del defunto nel mondo dei morti. Nella sezione dedicata all’età romana, primeggia la testa in marmo di Agrippa, politico e militare, artefice di molti trionfi di Ottaviano tra cui la vittoria navale nella battaglia di Azio contro le forze di Marco Antonio e Cleopatra. Al primo piano, il ricco monetiere della collezione Capialbi mentre per l’archeologia subacquea viene presentata la ricostruzione parziale della chiglia di un’imbarcazione e alcune anfore e ancore di diverse epoche rinvenute in buona parte nei fondali vibonesi.