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Pnrr, in ballo 100 milioni: il Comune di Vibo dovrà collaborare con la Finanza contro le frodi. Ecco come

Il recente Protocollo d’intesa sottoscritto tra le parti per vigilare sul corretto utilizzo dei fondi pubblici. L’amministrazione del capoluogo chiamata a lavorare in sinergia con il comando provinciale delle Fiamme gialle

Pnrr, in ballo 100 milioni: il Comune di Vibo dovrà collaborare con la Finanza contro le frodi. Ecco come
La firma del Protocollo in Comune

È davvero articolato il Protocollo d’intesa sottoscritto pochi giorni addietro nella sala consiliare del Comune di Vibo Valentia tra l’amministrazione in carica e il comando provinciale della Guardia di Finanza. L’accordo – lo ricordiamo – è stato firmato dal sindaco Maria Limardo e dal comandante provinciale colonnello Massimo Ghibaudo e mira a puntare i riflettori sul corretto utilizzo della grande quantità di finanziamenti pubblici in arrivo nelle casse di Palazzo Luigi Razza grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). E, dunque, le parti intendono migliorare l’efficacia delle misure volte a prevenire, ricercare e contrastare le eventuali violazioni tese a mettere a rischio il corretto utilizzo dei fondi pubblici.  «Si tratta – ha dichiarato il primo cittadino a margine della sottoscrizione del Protocollo – di ingenti risorse finanziarie. Sono già arrivati in città 20 milioni di euro sulla rigenerazione urbana4 milioni di euro sui servizi sociali e 2 milioni per il contrasto al lavoro nero. Per un totale, da qui a qualche mese, di 100 milioni di euro. Tutti derivanti dal Pnrr». [Continua in basso]

«Rafforzare le azioni a tutela della legalità»

Insomma, una cifra complessiva davvero impressionante. Da qui la necessità di vigilare costantemente. Per farlo ci saranno gli uomini delle Fiamme gialle che dovranno avere la piena collaborazione dell’attuale amministrazione del capoluogo. Il Protocollo, in particolare, punta sulla prevenzione, l’individuazione e la rettifica delle frodi, dei casi di corruzione, dei conflitti di interesse e della duplicazione dei finanziamenti. La firma dell’intesa nasce, dunque, dal fatto che «sussiste il reciproco interesse a sviluppare una collaborazione tra il Comune e il comando provinciale- si legge testualmente tra le pagine del Protocollo -, al fine di rafforzare le azioni a tutela della legalità dell’azione amministrativa relativa all’utilizzo di risorse pubbliche e, in particolare, di quelle destinate al Pnrr, attraverso la prevenzione e il contrasto di qualsiasi violazione, nel quadro delle rispettive competenze, disciplinando modalità di coordinamento e cooperazione idonee a sostenere, nel rispetto di rispettivi compiti istituzionali la legalità economica e finanziaria nell’ambiti del territorio di competenza».

Il Protocollo per una piena cooperazione tra le parti

«Il presente Protocollo – si legge al punto 2 dell’articolo 1 del documento – costituisce la generale cornice di riferimento per le forme di cooperazione interistituzionale, allo scopo di rafforzare le azioni a tutela della legalità delle attività amministrative finalizzate alla destinazione e all’impiego delle suddette risorse». Ai fini della piena attuazione dell’accordo sono stati individuati dei referenti. Per il Comune il sindaco Maria Limardo (piano programmatico) e il segretario generale Domenico Libero Scuglia (piano esecutivo). Per il comando provinciale della GdF il comandante Massimo Ghibaudo (piano programmatico) e i comandanti dei reparti dipendenti dal comando provinciale (piano esecutivo). [Continua in basso]

Il Comune dovrà comunicare alla Finanza «informazioni ritenute rilevanti»

Fermo restando il potere di iniziativa della Guardia di Finanza, per il perseguimento degli obiettivi del Protocollo, «il Comune capoluogo  – è scritto all’articolo 3 del  testo – dovrà comunicare al comando provinciale informazioni e notizie circostanziate ritenute rilevanti per la repressione di irregolarità, frodi e abusi di natura economico-finanziaria, di cui sia venuto a conoscenza quale soggetto destinatario finale-beneficiario-attuatore». Dovrà, altresì, «segnalare gli interventi, i realizzatori o esecutori che presentano particolari elementi di rischio per le autonome attività di analisi e controllo da parte del Corpo, fornendo ogni informazione ed elementi utili e/o necessari anche sulla base della propria attività di valutazione del rischio di frode. Sulla scorta delle informazioni acquisite – è scritto, tra l’altro, nel documento firmato dalle parti – il comando provinciale della Finanza assicura il raccordo informativo e cura l’interessamento, per le eventuali attività, dei dipendenti reparti operativi territorialmente competenti nello sviluppo delle indagini, degli accertamenti e dei controlli». Nel rispetto delle norme sul segreto istruttorio e sul segreto di ufficio, comunica quindi al Comune, «ai fini dell’adozione degli eventuali provvedimenti di competenza, le risultanze emerse a seguito dei controlli svolti».

«Le parti chiamate a periodiche riunioni»

Per il perseguimento delle finalità oggetto del presente Protocollo d’intesa, è promosso – si legge ancora all’articolo 4 del documento – «il confronto, attraverso riunioni periodiche, volto a individuare i settori maggiormente esposti a profili di rischio sulla base degli elementi di anomalia più di frequente rilevati nel corso delle funzioni di monitoraggio e controllo proprie delle competenti strutture. Resta, tuttavia, ferma l’autonomia della Guardia di Finanza nello svolgere ulteriori controlli di iniziativa, nell’ambito delle proprie competenze e attribuzioni».

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