Vibo: vuole ristrutturare casa con il bonus del 110%, ma al Comune non trovano i documenti… e non solo
È quanto succede a Vittoria Toscano che ha fatto anche due volte domanda di accesso agli atti senza avere alcuna risposta. E così rischia di perdere l’opportunità di eseguire i lavori di ammodernamento dell’immobile
Vuole ristrutturare casa tramite il bonus del 110%, ma al Comune di Vibo Valentia non trovano i documenti riferiti al condono regolarmente eseguito dall’ex proprietario. Da qui per Vittoria Toscano, per anni in servizio presso l’Azienda sanitaria provinciale, inizia un vero e proprio incubo dal quale ancora oggi non è uscita. Mentre – tra carte che non si trovano, domande di accesso agli atti senza risposta e accertamenti vari – l’interessata corre il concreto rischio di perdere l’opportunità di intervenire sulla casa. Perché? Semplice: i tempi si accorciano terribilmente per poter eseguire regolarmente i lavori di ammodernamento dell’immobile. I fatti di quanto accaduto nelle parole della stessa interessata. Seguiteci. [Continua in basso]
A ottobre del 2021 l’inizio del calvario
«Nell’ottobre dello scorso anno 2021 – racconta la signora alla nostra testata – volevo fare una ristrutturazione in una casa di mio padre poiché potevo accedere, così mi ha detto il geometra, al bonus del 110%. Nel predisporre gli atti mi sono, però, accorta che mio padre, pur avendo pagato il condono per questa abitazione, non aveva ricevuto alcun riscontro da parte del Comune. L’incartamento c’era, lo avevo e al Municipio con l’aiuto dell’impiegato abbiamo trovato il riscontro del numero di protocollo della domanda fatta all’epoca da mio padre e accettata dal Comune. Essendo un condono molto vecchio, il protocollo era stato fatto a mano su un libro mastro dove c’erano tutti i protocolli dell’epoca. La pratica dunque esisteva ed era alla fase finale, visto che mio padre aveva pagato tutto ciò che gli era stato richiesto allora da parte dell’ente, ma io non avevo riscontro documentale rispetto al condono saldato».
Sempre parlando con il dipendente, quest’ultimo ha fatto presente alla signora che «questi condoni così vecchi era, tuttavia, difficile trovarli, nonostante lo stesso impiegato li avesse cercati, in quanto erano stati sistemati senza essere stati catalogati, ma risultavano ammassati in una stanza. Mi sono poi rivolta anche all’esperto esterno del Comune, che cura appunto i condoni, e all’assessore di competenza, ma nessuno mi ha saputo dare risposta in riferimento alla pratica. Insomma, non è stato possibile averla».
Nessuna risposta alle domande di accesso agli atti
A questo punto – racconta sempre Vittoria Toscano – «ho interpellato di nuovo il geometra per sapere se c’era comunque una possibilità di poter andare avanti con la pratica del bonus, e lui prontamente mi ha detto che bastava fare richiesta al Comune di accesso agli atti, in quanto con l’incartamento in mio possesso, il Comune avrebbe potuto rispondere che il condono era in atto ma che al momento i fascicoli non erano reperibili, in questo modo io avrei potuto usufruire comunque del bonus del 110%. Ho fatto subito la domanda, tramite un legale, ma – osserva l’interessata – vista la poca propensione del Comune a rispondere, ho chiesto nuovamente a maggio di quest’anno l’accesso agli atti in quanto alla prima Pec il Comune non aveva risposto. C’è da dire che la casa, essendo una unifamiliare, può accedere al bonus solo se i lavori sono al 30% entro settembre dell’anno in corso. Pur avendo fatto presente tutto ciò, il Comune non mi ha mai risposto e io rischio di non poter eseguire la ristrutturazione tramite il bonus del 110%».
«Un Comune poco trasparente»
Facile intuire lo stato d’animo della signora, che lamenta la «poca trasparenza del Comune. Un’amministrazione attenta ai bisogni del cittadino, ma anche a quelli delle imprese, che potrebbero eseguire dei lavori ed essere pagati sicuramente, – evidenzia amarezza Vittoria Toscano – non dovrebbe tralasciare la mia domanda. A questo punto vorrei capire se l’amministrazione comunale sta dalla parte dei cittadini, dalla parte delle piccole imprese, che hanno tanto sofferto in questi anni di lockdown, oppure da un’altra parte. Quali interessi ha un Comune a non rilasciare un attestato, dicendo che la pratica pur in itinere al momento non è possibile reperirla? Anche se i documenti oggi non si trovano più, perché – questo l’interrogativo finale di Vittoria Toscano – il Comune non risponde che il condono era in atto ma che al momento i fascicoli non erano reperibili, dandomi la possibilità di accedere al bonus del 110%?».