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Depurazione, per la gestione degli impianti il Corap non basta: il Comune di Vibo si affida ai privati

La ditta incaricata dall'amministrazione del capoluogo dovrà fornire un servizio di supporto al Consorzio regionale: ecco dove si interverrà e i costi

Depurazione, per la gestione degli impianti il Corap non basta: il Comune di Vibo si affida ai privati
L'impianto di depurazione di località "Silica"

Il Corap non basta più. Il Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive non è, evidentemente, ritenuto sufficiente a garantire una corretta manutenzione ordinaria del sistema comunale di depurazione. L’amministrazione cittadina di Vibo Valentia ha, pertanto, deciso di rivolgersi ai privati. Pensato, detto, fatto. Ecco allora che è stato affidato alla Impresa Romano Srl, con sede nel comune di Ionadi, il servizio di supporto proprio al Corap per la gestione ordinaria delle 13 Stazioni di sollevamento fognario presenti nel territorio comunale e del grande depuratore ubicato in località “Silica”, per la durata di due mesi, per un costo complessivo calcolato in oltre 30mila euro. [Continua in basso]

L’atto di indirizzo fornito alla dirigente direttamente dalla giunta

Adriana Teti

L’autorizzazione al suddetto servizio è stata data dalla dirigente del settore Lavori pubblici del Comune Adriana Teti tramite la predisposizione di una apposita determina (la numero 881 del 17 maggio scorso) che, peraltro, ha accolto l’atto di indirizzo messo nero su bianco dalla giunta di Palazzo Luigi Razza in una delibera (la numero 96 del 3 maggio scorso) recante alla voce oggetto: “Gestione stazioni di sollevamento- Accordo per l’espletamento di attività di supporto. Atto di indirizzo”. Nel suddetto accordo è stato, pertanto, stabilito che il Comune capoluogo «supporterà la gestione delle Stazioni di sollevamento di proprietà dello stesso Comune, attualmente gestite dal Corap», nonché la gestione dell’impianto di depurazione della “Silica” di proprietà sempre dello stesso Comune. Per detta attività di supporto il Comune mette a disposizione, tramite una ditta individuata dall’amministrazione, due unità lavorative dedicate alla gestione delle Stazioni di sollevamento e dell’impianto della “Silica”, sotto il controllo del Corap. L’importo complessivo contrattuale del servizio poiché è stato inferiore ad 139.000 euro, l’amministrazione ha proceduto in via autonoma all’affidamento dell’appalto del servizio, mediante affidamento diretto senza procedimento di gara.

«Impresa che presenta il dovuto livello di specializzazione»

La dirigente di Palazzo Luigi Razza spiega, dunque, nella sua determina che è stato «ritenuto possibile affidare l’appalto del servizio sopra specificato all’operatore economico Impresa Romano Srl, con sede in Ionadi, in quanto si tratta di un operatore economico che per competenza ed esperienza dimostrata presenta il dovuto livello di specializzazione necessaria all’effettuazione del servizio». La medesima ditta – puntualizza ancora Adriana Teti – si è dimostrata «disponibile ad eseguire l’appalto alle condizioni ritenute congrue dal Responsabile unico del procedimento. Constatato, quindi, il possesso da parte dell’operatore economico dei requisiti generali, nonché dei requisiti speciali necessari», la dirigente ha adottato la determina che, di fatto, affida il servizio di supporto al Corap alla Impresa Romano Srl. [Continua in basso]

Il Corap voleva scindere il contratto con Palazzo Razza

Il Comune di Vibo Valentia

Va ricordato che il Corap, a suo tempo, ha fatto sapere ai vertici dell’amministrazione comunale di non poter più controllare – visto il poco personale e la condizione deficitaria dell’ente in liquidazione – le strutture affidatele da Palazzo Luigi Razza nel lontano 1999. Tanto che Enrico Mazza, commissario fino al 17 marzo scorso (poi sostituito dal presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto con il nuovo commissario liquidatore Sergio Riitano), voleva rescindere unilateralmente il contratto «considerando impossibile un servizio di impresa in perdita». Ma di fronte a queste rimostranze, il sindaco Maria Limardo all’epoca non ha mancato di fare presente che «una rescissione non si può fare dall’oggi al domani. Ho scritto a lui – ha aggiunto il primo cittadino – ed ho investito tutta la Regione perché è difficile avere una interlocuzione con un consorzio che cambia guida spesso».

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