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Rinascita Scott: ecco il risarcimento dei danni e le provvisionali riconosciute agli enti pubblici

Il gup Claudio Paris spiega in sentenza i motivi per i quali gli imputati condannati per il reato di associazione mafiosa dovranno risarcire lo Stato, la Regione Calabria, la Provincia di Vibo, l’associazione antiracket e tutti i Comuni costituiti parte civile

Rinascita Scott: ecco il risarcimento dei danni e le provvisionali riconosciute agli enti pubblici
La lettura della sentenza in abbreviato

Dovranno risarcire i danni a tutte le costituite parti civili gli imputati di Rinascita Scott condannati in abbreviato dal gup distrettuale di Catanzaro, Claudio Paris. Dalle motivazioni della sentenza meglio si comprende il ragionamento del giudice per arrivare a tale conclusione. Al risarcimento dei danni sono stati condannati tutti gli imputati – in solido fra loro – colpevoli del reato di associazione mafiosa o di reati aggravati dalle modalità e finalità mafiose. In particolare, è stato riconosciuto il risarcimento del danno alle costituite parti civili Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell’interno e Commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, da liquidarsi in separata sede, ponendo a carico degli stessi imputati il pagamento di una provvisionale quantificata in euro 900.000,00, nonché alla rifusione delle spese di costituzione e difesa che liquida in complessivi euro 5.000,00, oltre accessori come per legge. [Continua in basso]

Risarcimento del danno anche in favore della costituita parte civile Regione Calabria, da liquidarsi in separata sede, ponendo a carico degli stessi imputati il pagamento di una provvisionale quantificata in euro 750.000,00, nonché alla rifusione delle spese di costituzione e difesa che liquida in complessivi euro 5.000,00, oltre accessori come per legge. La Provincia di Vibo Valentia otiene invece una provvisionale di 200mila euro e spese legali per cinquemila euro e stesse cifre anche per il Comune di Vibo Valentia. Provvisionali di 150mila euro a testa, più 3.870,00 euro per spese legali, sono state riconosciute per i Comuni di Filandari e Filogaso. Stessa provvisionale – 150mila euro – ma con cinquemila euro per spese legali è stata riconosciuta per i Comuni di Ionadi, Limbadi, Maierato, Mileto, Tropea, Nicotera, Pizzo, Ricadi, San Costantino Calabro, San Gregorio d’Ippona, Sant’Onofrio, Stefanaconi, Zungri. I restanti danni andranno liquidati in sede civile. All’associazione antiracket e antiusura della Provincia di Vibo riconosciuta una provvisionale di 30mila euro , più 3.870,00 euro per spese legali.

Nel motivare tale decisione, il gup Claudio Paris in sentenza spiega che “chi è vittima di un reato aggravato dalla finalità di agevolare l’associazione mafiosa ha diritto a rivalersi su tutti gli appartenenti alla medesima associazione, appunto perché nel suo (loro) interesse è stato commesso quel determinato reato”.
Fatta tale premessa, il giudice fa osservare che per gli enti territoriali (i Comuni) “le relative domande non possono che accogliersi con condanne generiche, atteso che pur nell’assoluta certezza della sussistenza del danno, si è nell’impossibilità di determinare con precisione, in questa sede, l’integralità del danno subito dagli enti costituitisi in giudizio; è tuttavia senz’altro possibile accogliere le richieste provvisionali”. [Continua in basso]

“Una certa diversificazione è in ogni caso possibile e necessaria; difatti, se di regola al crescere della dimensione territoriale dell’ente – si legge nelle motivazioni della sentenza – si assiste ad un proporzionale rarefarsi del danno (sia quello da minor sviluppo che quello all’immagine) patito dalla collettività da esso rappresentata (e dunque il singolo Comune in cui è radicata una determinata cosca dovrebbe vedersi riconosciuto un danno maggiore rispetto alla Regione e così via) induce a diverse conclusioni, quanto meno in relazione a tale ultima voce di danno, proprio la particolarità di questo procedimento, salutato da molti commentatori come la più importante ed imponente operazione contro la ‘Ndrangheta della storia, con una straordinaria eco mediatica propagatasi ben oltre i confini nazionali (e finanche quelli europei) a partire dall’esecuzione della prima ordinanza cautelare, a carico di ben 334 indagati, sino all’avvio dell’udienza preliminare nei confronti di 476 imputati per il quale il competente ufficio giudiziario e tutte le parti coinvolte hanno dovuto recarsi anche e soprattutto per ragioni di sicurezza presso l’aula bunker di Roma Rebibbia, in attesa dell’ultimazione di quella di Lamezia Terme, anch’essa celebrata dai mezzi d’informazione come la più grande aula bunker del mondo”.

“Ebbene, senza voler minimamente sottovalutare gli enormi danni patiti dalle piccole comunità locali insistenti sui territori ove sono stati commessi i singoli delitti scopo o dove si sono costituite e radicate le varie consorterie tratte a giudizio, ad avviso del giudicante più consistente pregiudizio alla propria immagine lo ha subito l’intera comunità nazionale; ed ancor più di quest’ultima, quella calabrese, che secondo un meccanismo psicologico tanto semplicistico e perverso quanto ingiustificato e difficile da scardinare, finisce col subire nell’opinione pubblica nazionale ed internazionale una sorta di immedesimazione con il fenomeno criminale ‘Ndrangheta.

Volendo semplificare, a rimetterci di più in termini di sviluppo, e soprattutto di finanziamenti, quanto meno privati, e soprattutto di turismo, appunto per via del danno all’immagine patito, è proprio la Regione Calabria: ed invero il lettore di una testata nazionale ovvero del Le Figaro, o del Times o del Pais cui pure capiterà d’imbattersi in vicende avvenute nel comune di Pizzo, piuttosto che San Gregorio d’Ippona, o di Zungri, e così via eventualmente anche specificamente menzionati (gli esempi non sono casuali, trattandosi di testate che si sono effettivamente occupate della vicenda, per come documentato dalle odierne parti civili), ebbene quel lettore senz’altro rievocherà a lungo l’indagine Rinascita Scott, e tutto ciò che la stessa ha per l’ennesima volta e ancor più organicamente disvelato, come indissolubilmente legato alla Regione Calabria.  Per tale ragione si stima equa una provvisionale per la Regione Calabria di euro 750.000,00.

Dopo la Calabria il maggior danno lo ha senz’altro patito lo Stato, anche per via della eco mediatica internazionale di cui si è detto, e dunque la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ed al ristoro di questi complessivi danni si stima equa una provvisionale pari ad euro 900.000,00”. Proseguendo in questa scala decrescente di ristori, il giudice ha quindi ritenuto che al Comune di Vibo Valentia ed alla Provincia di Vibo Valentia, in cui erano radicate ed operanti più cosche, spettino a titolo di provvisionale 200.000,00 euro.  Per tutti gli altri Comuni è stata invece riconosciuta una provvisionale pari ad euro 150.000,00.

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