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Allarme dei servizi segreti stranieri: «Vogliono uccidere Gratteri». Scorta rafforzata

«Lo vogliono far saltare in aria nel percorso tra casa e Procura», l’intercettazione captata in Sud America e trasmessa alle autorità italiane

Allarme dei servizi segreti stranieri: «Vogliono uccidere Gratteri». Scorta rafforzata
Nicola Gratteri, attuale capo della Dda di Catanzaro

La ‘ndrangheta vuole uccidere il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. La segnalazione – come riporta l’edizione odierna del Fatto Quotidiano – sarebbe arrivata diverse settimane fa ma è rimasta, fino a oggi, riservata solo agli ambienti investigativi. Un allarme che questa volta arriva da oltreoceano. I servizi di sicurezza di un Paese straniero avrebbero infatti intercettato una comunicazione sospetta che farebbe pensare ad un progetto di attentato nei confronti del magistrato calabrese a cui nei giorni scorsi il Csm ha preferito il procuratore di Napoli, Giovanni Melillo, alla guida della Procura nazionale antimafia. 

Il piano per uccidere Gratteri

I servizi di sicurezza d’oltreoceano – secondo cui le cosche calabresi starebbero organizzando un attentato mediante un ordigno collegato a un telecomando – hanno immediatamente dato comunicazione ai Servizi segreti italiani. L’indagine tiene d’occhio alcune famiglie della ‘ndrangheta che vedrebbero i propri affari a rischio a causa delle inchieste della Procura di Catanzaro rivolte non solo in Calabria ma, appunto, in Sudamerica e negli Stati Uniti.

L’attentato – sempre secondo quanto riportato dall’edizione online de Il Fatto Quotidiano – si sarebbe dovuto consumare lungo il percorso che collega l’abitazione del magistrato al suo ufficio. La scorta del procuratore capo di Catanzaro, non a caso, è stata rinforzata aggiungendo altre tre vetture blindate, munite di bomb jammer”, cioè un meccanismo che inibisce le frequenze utilizzate per le trasmissioni radio e cellulari. Questo sistema potrebbe dunque impedire all’esplosivo di essere azionato. La Procura di Salerno, competente sull’inchiesta, ha aperto un fascicolo sulla vicenda.

Moglie e figli sotto scorta

Nel frattempo, la moglie e figli di Gratteri che studiano fuori sede, sono stati messi sotto scorta, in una località lontana dalla Calabria. Torna dunque a salire l’attenzione verso il magistrato, dopo una prima segnalazione nel gennaio 2020, subito dopo il blitz di “Rinascita-Scott”, era infatti emerso che i clan di ‘ndrangheta avevano assoldato un killer per uccidere Gratteri con un fucile ad alto potenziale.

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