Scuola di Portosalvo inagibile, Luciano al sindaco: «Discrasie fra la sua ordinanza e quella dei tecnici»
Il consigliere di Azione invita il primo cittadino a chiarire una volta per tutte se sono stati buttati al vento centomila euro per lavori che non hanno reso ad oggi l’edificio praticabile. Boccia poi la fusione della città con altri 14 Comuni
«E’ opportuno precisare alcuni punti su due questioni trattate in consiglio comunale». E’ quanto dichiara il consigliere comunale di Azione, Stefano Luciano. «Le questioni sono: la scuola di Portosalvo e l’ordine del giorno presentato dai Cinque stelle sulla fusione tra il Comune di Vibo ed altri 14 Comuni del Vibonese. La scuola di Portosalvo è stata chiusa – ricorda Luciano – nonostante un intervento operato dall’amministrazione pari a circa centomila euro in quanto inagibile con la conseguenza che oggi i piccoli alunni occupano una struttura diversa per la quale viene affrontata un’ulteriore spesa da parte dell’amministrazione. Sul tema, si è registrato uno scontro poco civile in commissione con atteggiamenti poco avveduti da parte di qualche consigliere, mentre in Consiglio l’assessore Russo ha fornito in modo garbato una serie di informazioni tecniche in risposta alla mia interrogazione. Resta però il nodo vero, che poi è quello che maggiormente interessa i cittadini: come sia possibile che su una struttura fondamentale si possano spendere cento mila euro per poi dichiarare la stessa struttura non agibile? Su questo cosa pensa il sindaco, visto che i soldi sono pubblici e dunque dei cittadini che pagano le tasse? E cosa pensa il sindaco Limardo sulla discrasia fra la sua ordinanza di chiusura e la relazione di alcuni tecnici? In definitiva se il problema non dovessero essere i lavori del tetto, non solo si sarebbero bruciati centomila euro ma i bambini sarebbero stati collocati in una scuola non sicura con la conseguenza che oggi si è costretti a pagare una nuova struttura provvisoria con ulteriore sperpero di risorse pubbliche. [Continua in basso]
Quanto alla proposta della fusione tra il Comune di Vibo ed altri 14 Comuni, così come proposta dai Cinque Stelle ho espresso la mia più totale contrarietà perché non è possibile senza un preventivo studio di fattibilità, senza rispetto di un quadro normativo di riferimento e soprattutto senza ascoltare le rappresentanze dei Comuni che verrebbero “assorbiti” da Vibo, procedere ad una fusione a freddo. Ogni Comune ha una sua storia, una sua identità ed una sua rappresentanza istituzionale che va rispettata scongiurando atti di arroganza e o di prepotenza. Sul punto, si è verificata una convergenza di intenti sia con Città Futura e sia con Forza Italia che hanno presentato in tal senso degli emendamenti; il che rappresenta una nota positiva in quanto sulle grandi tematiche che interessano il territorio non è possibile sempre procedere alzando le barricate o con contrapposizioni ideologiche».
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