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Vibo, Consiglio comunale da remoto: il fallimento del suo ripristino mette in difficoltà l’esecutivo

Persa l’iniziale forza dei numeri, la maggioranza ha tentato di adottare una nuova “strategia” per evitare il confronto e abbandonare le sedute in anticipo per mancanza del numero legale. Il tutto mentre Roberto Occhiuto e Michele Comito hanno disertato la discussione in città convocata sul tema della sanità

Vibo, Consiglio comunale da remoto: il fallimento del suo ripristino mette in difficoltà l’esecutivo

Molto si sta discutendo in ordine al tentativo di ripristinare le sedute delle Commissioni consiliari e del Consiglio comunale da remoto. L’argomento merita di essere approfondito in quanto fa emergere due dati significativi: il primo attinente al modus operandi dell’amministrazione ed il secondo alla sinergia tra alcune forze di opposizione in seno al Consiglio. In relazione al primo aspetto riteniamo utile, al fine di rendere facilmente individuabile il perimetro entro il quale oggi si muove la maggioranza, cristallizzare alcuni passaggi. Al momento del suo insediamento il sindaco Limardo godeva di una maggioranza bulgara, ma ciò nonostante ha sempre “sofferto” in Consiglio comunale i rilievi critici delle opposizioni in ordine alle problematiche non affrontate o, peggio, aggravate dagli interventi posti in essere. L’esecutivo ed il suo timoniere si sono da subito dimostrati incapaci di reggere il confronto sulle tematiche reali ed al fisiologico confronto dialettico hanno preferito gli slogan e lo scontro, puntando sull’uso distorto della forza dei numeri di cui godevano.
Ciò ha fatto sì che ogni qualvolta durante i lavori del civico consesso emergevano delle criticità imputabili all’insipienza dell’esecutivo, i consiglieri di maggioranza abbandonassero l’aula, facendo venir meno il numero legale, così mettendo il presidente del consiglio nelle condizioni di poter dichiarare chiusa la seduta. Tutto ciò è stato possibile fin quando i numeri lo hanno permesso; la situazione però si è complicata – costringendo l’esecutivo ad un cambio di strategia – nel momento in cui un nutrito gruppo di consiglieri di maggioranza, non più disposti ad assecondare le “strategie di fuga” dell’esecutivo, ha preso posto sugli scranni riservati alle forze di opposizione. Da questo momento in poi il testimone è passato dai residui consiglieri di maggioranza nelle mani del nuovo regista – quel Rino Putrino che, in qualità di presidente del Consiglio, invece di difenderne le prerogative ha preferito assecondare, attraverso la mancata programmazione delle sedute o peggio diluendole in tempi biblici – le strategie dell’esecutivo.

Oggi anche questo secondo “stratagemma” ha cominciato a traballare e per porvi riparo si è optato per una doppia  soluzione: da un lato, per dare comunque la fumosa idea del funzionamento del Consiglio, lo si convoca in seduta aperta, dall’altro si tira fuori dal cilindro la balzana proposta di ripristinare le sedute delle commissioni consiliari e del Consiglio da remoto. Contrariamente al passato, in questo caso però i risultati sperati non ci sono stati:  in relazione al Consiglio comunale aperto convocato per fare il punto sul “pianeta sanità” nel territorio vibonese, la cosa più interessante che è emersa è la significativa assenza sia del governatore Roberto Occhiuto che del presidente della commissione regionale della sanità Michele Comito. In politica nulla succede per caso ed ogni sfumatura assume un significato particolare: se i massimi esponenti regionali del comparto sanitario non si presentano e non si curano neppure, come è stato fatto notare, di porgere il solito saluto formale all’assemblea dei partecipanti, qualcosa significa.

Noi riteniamo che le “kermesse” dagli esiti scontati (tante chiacchiere e poca sostanza) organizzate dal sindaco Limardo ormai non attraggano i politici più avveduti, i quali preferiscono evitarle per non rischiare di diventare i protagonisti di inutili teatrini. Ancor peggio per quanto concerne il tentativo di ripristinare le sedute da remoto, il cui evidente intento era quello, per come già avvenuto in passato, di poter beneficiare, in caso di emergenza, del consueto “giochino” del venir meno del numero legale sfruttando la presunta scarsa qualità del collegamento con alcuni consiglieri di opposizione. In questo caso il fallimento del blitz va ascritto alla ferma contrarietà manifestata attraverso un duro documento dai consiglieri Lorenza Scrugli, Stefano Luciano e da tutto il Gruppo consiliare di “Coraggio Italia”. Ma se da un lato il “documento” di cui si è detto ha avuto un peso fondamentale nell’evitare un’ulteriore delegittimazione del ruolo e delle prerogative del Consiglio comunale, dall’altro è indicativo della tendenza dei consiglieri che hanno sottoscritto il documento a trovare un punto di equilibrio che consenta  a questi ultimi di viaggiare su un unico binario.

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