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L’Insediamento rupestre di Zungri, le grotte di Brancaleone e il legame con il popolo armeno

La città del Poro e l’Insediamento rupestre hanno ricordato il Genocidio armeno. L’iniziativa s’inserisce in un percorso di ricerca e recupero della storia locale avviato in sinergia con la Pro loco di Brancaleone

L’Insediamento rupestre di Zungri, le grotte di Brancaleone e il legame con il popolo armeno

C’è un filo rosso che unisce le grotte di Zungri agli antichi armeni. Il sito archeologico della Valle degli Sbariati, per le sue caratteristiche, infatti ricorda moltissimo le aree del Mediterraneo orientale e similitudini si riscontrano con località della Turchia di cui l’Armenia era parte integrante. Sulla base di questo, da diversi anni il Comune, l’Insediamento rupestre e la Pro loco di Brancaleone continuano a collaborare per approfondire studi e ricerche nel nome di una storia che non vuole e non deve essere cancellata. Proprio nei giorni scorsi, un ulteriore tassello a questo percorso viene aggiunto in occasione della Giornata dedicata al ricordo del Genocidio armeno. Una pagina di storia terribile, complessa. [Continua in basso]

Il genocidio del popolo armeno

Le grotte di Zungri

Un massacro costellato di indicibili violenze, deportazioni, eliminazioni di massa di armeni perpetrate dall’Impero ottomano nei primi anni del Novecento. Al fine di ricordare le vittime, sensibilizzare e far conoscere il Genocidio, la Comunità Armena-Calabria aveva esortato istituzioni, Comuni, associazioni del territorio a commemorare per non dimenticare questo orribile evento. Diversi Comuni calabresi hanno risposto alla “chiamata”, tra cui Città di Cosenza, Città di Reggio Calabria, Zungri, Brancaleone, Staiti, Bruzzano Zeffirio, Ferruzzano, Bova, Condofuri, Sant’Agata del Bianco, Riace, Gerace, Locri, Cerchiara di Calabria.

Gli armeni in Calabria

Il popolo armeno cristianizzato dagli apostoli Taddeo e Bartolomeo, sin dal II° secolo d.C. , ha subito per le sue idee continui martiri, ma non ha mai ceduto ai ricatti della storia. Il primo martirio è stato ad opera degli iraniani che volevano imporre la loro religione, mazdeista o zoroastrana. I primi armeni caddero per le loro idee altri fuggirono. Non è escluso che primi nuclei raggiunsero disperatamente anche le nostre terre.

In più durante il IX secolo d. C. per ragioni militari un contingente armeno a seguito del grande stratega Niceforo Foca (il vecchio) approdò in Calabria. Si stanziò tra Bruzzano e Brancaleone (fondarono dei castelli scavati nella roccia). I contingenti armeni avevano il compito di contrastare l’occupazione degli arabi che già avevano preso la Sicilia e minacciavano Reggio. La toponomastica, l’onomastica e molti vocaboli sul territorio sono rimasti armeni. A Ferruzzano – in particolare – sono chiari i segni del loro passaggio: dai culti alle chiese-grotta, passando per alcune testimonianze artistiche (croci, pavoni stilizzati, pilastri a forma di albero della vita).

Il legame Zungri-Brancaleone

Chiare le similitudini con l’Insediamento rupestre. Pertanto in questo contesto il Comune di Zungri, su invito di Carmine Verduci, presidente della Proloco di Brancaleone, il 24 aprile, con atto di giunta, ha celebrato la giornata dedicata al genocidio del popolo armano: «La Proloco di Brancaleone con il suo presidente ed uno dei membri più autorevoli, Sebastiano Stranges, ispettore onorario della Soprintendenza e studioso della Valle degli Armeni (Brancaleone, Rocca Armenia) con grande tenacia, da moltissimi anni, hanno dedicato tantissimo tempo e risorse al riconoscimento di quella valle come Armena per le innumerevole tracce storiche archeologiche presenti» fa presente la direttrice del Museo di Zungri, Maria Caterina Pietropaolo evidenziando: «Da tanti anni ormai si è stabilito un filo diretto tra le Grotte di Zungri e la proloco di Brancaleone non solo per la grande stima, il rispetto e la forte amicizia che si è instaurata ma anche per il riconoscimento delle forti similitudini che uniscono Zungri ad alcune grotte di Brancaleone Vetus. Il passato arcaico potrebbe essere comune e su queste basi continueremo la nostra collaborazione per lo studio dei rispettivi siti».

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