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Minacce ai magistrati di Vibo, condannato pure in appello Francesco Olivieri

Il 30 maggio 2019 si è scagliato pesantemente contro il pm Iannazzo e l’allora gup Garofalo. In primo e secondo grado è stato condannato all’ergastolo per il raid omicida di Nicotera e Limbadi

Minacce ai magistrati di Vibo, condannato pure in appello Francesco Olivieri

La Corte d’Appello di Salerno ha riformato la sentenza con la quale lo scorso anno ha condannato Francesco, detto Ciko, Olivieri, di 36 anni, di Nicotera, per i reati di oltraggio a magistrato in udienza e minaccia aggravata. Dalla pena di un anno e dieci mesi del primo grado di giudizio – celebrato con rito abbreviato condizionato ad una perizia psichiatrica (riconosciuto il vizio parziale di mente) – i giudici di secondo grado sono passati alla condanna ad un anno e otto mesi, ritenendo assorbito il reato di minaccia grave nella contestata aggravante del reato di oltraggio a magistrato in udienza. L’imputato è difeso dall’avvocato Francesco Schimio.

I fatti al centro del processo, finito a Salerno per competenza funzionale, vedevano parti lese il pm della Procura di Vibo Valentia, Concettina Iannazzo, e l’allora presidente del Tribunale di Vibo Giovanni Garofalo (all’epoca nelle vesti di gup) contro i quali si è scagliato verbalmente Francesco Oliveri dalla gabbia dell’aula di udienza, in Tribunale a Vibo Valentia, il 30 maggio 2019. Il grave episodio – con minacce di morte rivolte ad entrambi i magistrati – dopo che il pubblico ministero aveva terminato la requisitoria chiedendo la condanna all’ergastolo per Francesco Olivieri, imputato per i fatti di sangue (omicidi di Michele Valerioti e Giuseppa Mollese e il ferimento di altre tre persone) che l’1 maggio 2018 hanno sconvolto Limbadi e Nicotera. [Continua in basso]

il pm Concettina Iannazzo

La richiesta di pena all’ergastolo formulata dal pubblico ministero Concettina Iannazzo, che aveva ricostruito punto per punto tutti gli episodi criminali contestati all’imputato – richiesta di pena poi accolta in pieno dal giudice e il 15 novembre scorso confermata anche dalla Corte d’Appello – non era andata giù all’imputato che dalla gabbia aveva pesantemente inveito contro il pm Concettina Iannazzo e poi contro il giudice Giovanni Garofalo minacciandoli persino di morte, arrivando a sfondare a calci la rete di separazione fra le due gabbie presenti nell’aula del Tribunale di Vibo Valentia. All’intervento degli agenti della polizia penitenziaria, Ciko Olivieri aveva cercato di prendere ad uno di loro la pistola, strattonando anche i carabinieri e le guardie giurate intervenute. Una vera e propria furia, poi tradotta in carcere dove  stando ad altri procedimenti penali in corso – Francesco Olivieri (difeso dall’avvocato Francesco Schimio) si sarebbe reso protagonista di altri episodi del genere con lesioni ad altri detenuti ed aggressioni nei confronti della polizia penitenziaria.

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