domenica,Dicembre 1 2024

Wwf Calabria per il recupero e la salvaguardia della pineta di Nicotera Marina

L'associazione ambientalista risponde all'appello del Movimento 14 luglio: «Ha una grande valenza naturalistica, la riqualificazione avrebbe conseguenze positive su territorio e turismo»

Wwf Calabria per il recupero e la salvaguardia della pineta di Nicotera Marina
La pineta di Nicotera Marina

«Colgo con estremo interesse l’appello lanciato dal Movimento 14 luglio di Nicotera per la salvaguardia e la tutela della pineta costiera, che versa in grave stato di abbandono, soprattutto dal punto di vista dell’impatto antropico e della gestione forestale. Le criticità legate a questi due aspetti espongono questo patrimonio ambientale, naturalistico e paesaggistico al rischio di una sua graduale scomparsa o, peggio, di una sua traumatica distruzione a causa degli incendi, sempre più all’ordine del giorno, per dei cambiamenti climatici in atto». Così in una nota il delegato del Wwf Italia per la Calabria, Angelo Calzone, in seguito all’attività di sensibilizzazione portata avanti dall’associazione ambientalista nicoterese contro l’incuria e il degrado in cui versa la pineta sita nella frazione Marina. [Continua in basso]

«La pineta composta per lo più da pini domestici ed eucalipiti – prosegue Calzone – rappresenta non solo l’espressione dell’opera dell’uomo, a volte con impatti fortemente negativi, nella modificazione del paesaggio costiero (la diffusione delle pinete ha seguito il ritmo delle bonifiche idrauliche delle pianure costiere. Infatti, una volta terminati i lavori di prosciugamento, i pini venivano seminati lungo le dune litoranee affinché la pineta le consolidasse e costituisse allo stesso tempo una fascia di protezione dai venti marini per le colture agricole retrostanti), ma costituiscono un ecosistema dove crescono e vivono specie faunistiche e vegetali nonché un fondamentale corridoio ecologico tra  quei siti d’importanza comunitaria (ZCS E ZPS), tutelati dalla legislazione europea e da quella nazionale di recepimento, perché preziosi sia dal punto di vista della peculiarità degli habitat che dal punto di vista delle specie vegetali e animali ospitate, che spesso rischiano l’ estinzione».

L’interesse del Wwf Italia e di quello calabrese per la pineta di Nicotera ha, dunque – spiega il delegato regionale -, «un duplice profilo che investe sia l’essenza stessa del sito in quanto ecosistema e corridoio ecologico sia la sua prospettica fondamentale funzione quella cioè di zona buffer rispetto alla foce del fiume Mesima che,  nel progetto contenuto del disegno di legge, ripresentato  – dopo lo stop dell’attività legislativa, determinato dalla prematura scomparsa della presidente Santelli – avanti al Consiglio regionale della Calabria e, in questo momento in discussione presso la commissione ambiente, è il cuore dell’istituenda area naturale regionale protetta, ai sensi della l. r. n. 10 del 2003. Un area naturale protetta che oltre a conservare tutelare le specie di fauna e flora ( molti inseriti nelle liste della direttiva habitat e  della direttiva uccelli) contribuirà attraverso la salvaguardia dell’ambiente fluviale, al recupero urbanistico, sociale, culturale e paesaggistico dell’intera area, compresa tra i comuni di Nicotera e San Ferdinando – Rosarno. Area penalizzata da enormi e svariati problemi legati alla pervasiva presenza della criminalità organizzata, alla disoccupazione, allo sfruttamento della manodopera immigrata, all’abusivismo edilizio, all’inquinamento dei terreni e dei corsi d’acqua». [Continua in basso]

«Il mare stesso di Nicotera e San Ferdinando – spiega ancora Calzone – beneficerebbe dell’istituzione della riserva, in primo luogo, proprio per effetto della diminuzione degli scarichi inquinanti nel fiume Mesima, legati ad una serie di limiti e divieti ed alla maggior depurazione degli scarichi urbani nell’entroterra, resa ancor più cogente dai livelli di tutela assicurati dall’ istituzione dell’area protetta. Riqualificare l’intera area intorno alla foce del fiume, compresa la pineta, significherebbe, altresì, renderla accessibile al pubblico e ai turisti che, nel corso degli anni, hanno abbandonato le strutture ricettive della zona, per il continuo degradarsi dell’ambiente circostante. Arricchirebbe l’offerta da un punto di vista qualitativo, per la grande valenza naturalistica e per tutta quella serie di opere che possono essere realizzate per consentire al pubblico una fruizione sostenibile dell’area (ad esempio alle piste ciclabili, ecc.). Tutto ciò avrebbe evidenti ripercussioni sulla ripresa dell’attività turistica alberghiera, che, negli ultimi anni, ha assistito ad un lento e inesorabile declino, sulla piccola pesca ancora presente nella zona e che rischia di scomparire e sull’aumento della qualità delle acque destinate alla balneazione. Non più mini discariche, scarichi fognari, bracconaggio, pesca di frodo, abusivismo – conclude il rappresentante Wwf – ma bellezza, natura e riscatto sociale ed economico del territorio e delle sue genti».

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