Ospedale di Serra San Bruno, il sindaco di Spadola Piromalli chiede chiarimenti
Il primo cittadino concorda con i colleghi del territorio sul continuo smantellamento del nosocomio: «Il primo malato è diventato l’ospedale stesso»
Tiene ancora banco la questione dell’ospedale di Serra San Bruno, che, lentamente, perde reparti, personale, servizi e quant’altro. Il sindaco di Spadola Cosimo Piromalli è profondamente risentito per tale problematica, che interessa il diritto alla salute di tutta la comunità locale. Il primo cittadino chiarisce: «Non posso che essere d’accordo con i punti già ampliamente sviscerati dai colleghi sindaci del territorio, ricordando in primis a me stesso che abbiamo sempre subito il continuo smantellamento del nostro ospedale. Non era una novità che si sarebbe arrivati ai pensionamenti, ma l’azienda non ne ha voluto intervenire in tempo. Quindici/vent’anni fa veniva definito “L’ospedale del futuro”, ma, nel corso degli anni, invece di fare crescere i reparti, la specialistica, il personale e le ambulanze, si smontava un pezzo alla volta». [Continua in basso]
«Le Serre hanno bisogno di risposte immediate»
«È sempre stato un continuo precariato, al punto che il primo malato è diventato l’ospedale stesso, e per alcuni medici è diventato un ospedale di transizione. Chissà con quale programma misterioso i vari atti aziendali non sono mai stati attuati nella loro interezza. Il territorio delle Serre . continua il primo cittadino – come del resto altri territori della Regione che vivono lo stesso disagio, hanno bisogno di risposte immediate, perché si parla di salute e di diritto alla salute, ed è per questo che ritengo che debba esservi una larga intesa tra azienda sanitaria e conferenza dei sindaci, al solo scopo di stilare atti aziendali chiari e utili alla collettività, perché solo dialogando, parlando, ci rendiamo conto che alla fine parliamo tutti la stessa lingua».
«Gli accordi presi dovranno essere mantenuti»
«Forse siamo stati tutti un po’ troppo “creduloni” pensando che le parole si trasformassero in fatti, e di questo dobbiamo fare un mea culpa ricordandovi che i nostri nonni e bisnonni, quando dovevano difendere un diritto collettivo, scendevano in piazza con i forconi. Forse oggi qualche passo è stato fatto dopo l’incontro – puntualizza Piromalli – e parlo dei posti letto promessi e arrivati, e di conseguenza del personale per gestire i nuovi posti, ma è ben poca cosa rispetto a tutto ciò che serve. Una particolare importanza deve essere rivestita dalla posizione delle ambulanze sul territorio, considerando che quest’ultimo e la rete viaria disastrata devono essere posizionate in punti strategici tali da consentire l’arrivo sul paziente in 15-20 minuti, e altrettanti per il trasporto in ospedale ricordando che per un paziente infartuato un minuto può significare la vita o la morte. L’azienda sanitaria darà sicuramente motivazioni tecniche del perché di queste scelte, ma a noi non deve interessare. Ci deve importare, invece, che vengano date soluzioni immediate su quanto richiesto e che siano mantenuti gli accordi presi».
«Per queste ragioni, ritengo giusto condividere la proposta del sindaco di Brognaturo, che è stata articolata in diversi punti: “Il ripristino del reparto di Radiologia, una prima risposta all’emergenza/urgenza tramite una funzione di pronto soccorso fortemente integrata a livello organizzativo sia con l’emergenza territoriale, sia con i medici ospedalieri ed, infine, una seconda ambulanza situata a Mongiana. Attuare queste cose significa iniziare a dare riscatto ad un territorio costretto ad elemosinare un diritto. Do piena disponibilità al sindaco di Nardodipace Antonio Demasi, al sindaco di Brognaturo Rossana Tassone, sindaco di Simbario Ovidio Romano, al sindaco di Vallelonga Egidio Servello, per rivendicare ad ogni livello i diritti eternamente negati alle nostre popolazioni. Tutti per uno e uno per tutti».
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