Si allarga la protesta dei sindaci, Servello: «Dove andrà a finire l’ospedale di Serra?»
Il primo cittadino di Vallelonga si unisce alle richieste dei colleghi di Nardodipace, Brognaturo e Simbario. «La chiusura dell'ufficio ticket è l'ennesimo schiaffo»
«Dove andrà a finire l’ospedale e il distretto del nostro territorio con questi presupposti?». Se lo chiede il sindaco di Vallelonga Egidio Servello, che si unisce alla levata di scudi dei primi cittadini di Nardodipace, Brognaturo e Simbario circa la sanità nelle Serre e in particolare l’ospedale San Bruno.
«Gli evidenti disagi che da anni ricadono sui cittadini vedendosi negare anno dopo anno il diritto alla salute nel nostro territorio, negli ultimi mesi stanno portando all’epilogo di una situazione oramai in cancrena», scrive Servello, riferendosi in particolare alla chiusura dell’ufficio ticket fino al 5 aprile. «È l’ennesimo schiaffo alla popolazione che giorno dopo giorno paga a caro prezzo gli effetti territoriali della crisi economica. Tradotto significa che si sta facendo pagare ai cittadini più deboli prestazioni che di diritto dovrebbero essere gratuiti». [Continua in basso]
E ancora: «Condivido le parole del mio collega e amico Ovidio Romano che l’ospedale San Bruno ha sempre rappresentato e rappresenta la popolazione dei nostri territori, quindi, è giusto difenderlo e preservarlo. Da quindici anni leggo atti aziendali privi di reale attuazione. Ho ascoltato ed ascolto promesse che oggi sono rimaste semplici parole. Da anni attendo l’attuazione di una gestione delle patologie sul territorio: ospedale di montagna, specialistica territoriale, e soprattutto, una medicina materno-infantile adeguata ai bisogni del nostro territorio. Invece, allo stato attuale, emergono solamente disservizi che mi portano a pormi una domanda: dove andrà a finire l’ospedale e il distretto del nostro territorio con questi presupposti?».
Servello afferma dunque di condividere le richieste di Rossana Tassone, sindaco di Brognaturo, cioè: il ripristino del reparto di Radiologia; una prima risposta all’emergenza/urgenza tramite una funzione di Pronto soccorso fortemente integrata a livello organizzativo sia con l’emergenza territoriale, sia con i medici ospedalieri; una seconda ambulanza situata a Mongiana per iniziare a dare riscatto ad un territorio costretto ad elemosinare un diritto. Dopodiché il primo cittadino di Vallelonga dà la sua «piena disponibilità» ai colleghi di Nardodipace Demasi, di Brognaturo Tassone e di Simbario Romano «per rivendicare ad ogni livello i diritti eternamente negati alle nostre popolazioni».
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