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Nardodipace, il sindaco: «Trattati come una colonia, da noi la sanità non esiste»

Demasi chiede una riorganizzazione dei servizi che tenga conto delle aree più svantaggiate: «Abbiamo un medico di base per sole 9 ore a settimana». Sull'ospedale di Serra invoca unità e sull'Asp di Vibo dice: «Costretti a elemosinare ciò che ci spetta di diritto»

Nardodipace, il sindaco: «Trattati come una colonia, da noi la sanità non esiste»

«Siamo abbandonati, dimenticati. Qua la sanità letteralmente non esiste». La denuncia arriva dal sindaco di Nardodipace, Antonio Demasi, che senza reticenze parla della sua zona come di una «colonia», caratterizzata da servizi risicati e diritti negati. A dargli il la, l’acceso dibattito che da qualche settimana si è aperto intorno all’ospedale di Serra San Bruno e più in generale relativamente all’affanno che affligge la sanità vibonese. [Continua in basso]

Medico di base per sole 9 ore a settimana

Il primo problema da affrontare, secondo il sindaco, è quello della medicina di base – già sollevato dinanzi ai vertici dell’Asp di Vibo: «A Nardodipace vi è un solo medico di famiglia e per sole 9 ore a settimana». Troppo poco per una popolazione di circa 1.100 abitanti che rischia così di restare scoperta. «Paradossalmente abbiamo più assistenza di notte, grazie alla Guardia medica. Ma di giorno? Se ci si sente male e l’ambulatorio del medico di base è chiuso, si può chiamare l’ambulanza sì. Ma bisogna sperare che ci sia e che non ci metta troppo ad arrivare: circa un mese fa si è sentita male un’insegnante e per l’arrivo dei soccorsi abbiamo dovuto attendere tre ore». Problemi certamente non nuovi, ma che come altrove si sono resi ancora più evidenti dopo lo scoppio dell’emergenza Covid. Ora però c’è bisogno di una riorganizzazione della medicina territoriale, che tenga conto – sottolinea Demasi – delle aree più svantaggiate, interne e anche soggette a spopolamento.

Unità per l’ospedale di Serra

Sull’ospedale “San Bruno”: «È urgente la riproposizione con forza della funzione, nell’ambito di un diverso riassetto della rete ospedaliera provinciale e delle aree limitrofe, dell’ospedale di Serra San Bruno, per rafforzare le ragioni dell’esistenza dello stesso come ospedale di zona disagiata. Per fare ciò è necessario una più vasta e consapevole strategia con al centro una forte unità tra soggetti appartenenti alle istituzioni e alla società civile». E in quest’ottica, il sindaco di Nardodipace si dice «disponibile per una battaglia» volta a «rivendicare ad ogni livello i diritti eternamente negati alle nostre popolazioni». Perché, spiega, «a questi problemi eccezionali è chiaro che bisogna rispondere con provvedimenti eccezionali». [Continua in basso]

Elemosinare il diritto alla salute

Tutte problematiche che Demasi, annuncia, esporrà nella Conferenza dei sindaci convocata per martedì 29 marzo alla presenza del commissario dell’Asp di Vibo, Giuseppe Giuliano. E proprio sull’Azienda sanitaria provinciale e in generale sui vertici della sanità, il sindaco di Nardodipace non le manda a dire: «Che sciagura questi “manager” che gestiscono la sanità come fosse un’azienda commerciale e a cui ci si rivolge e si va in pellegrinaggio a chiedere il rispetto della garanzia del principale diritto di cittadinanza: la salute. Non si dà e non si chiede, per elemosina, ciò che spetta per diritto».

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